26 Dicembre 2015

’u pisci spada, storia d’amore

(26 dicembre 2015) «Una notte, quando avevo tre anni, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la "musica"" per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa»

25 Dicembre 2015

Il rispetto del voto e del ruolo della politica

Dalla Spagna un messaggio a favore di politiche coalizionali

di Alessandro Branz

(24 dicembre 2015) I vari commenti che in questi giorni si sono susseguiti sulle elezioni spagnole hanno sottolineato l’affermazione di due forze nuove come “Podemos” e “Ciudadanos” e la (forse non temporanea) fine del bipartitismo che ha retto la Spagna negli ultimi decenni. Soprattutto Podemos merita attenzione, non solo per la novità in sé, ma perché si tratta di un fenomeno rivelatore di una linea di tendenza che, per lo più, soprattutto in Italia, viene ignorata o non presa nella dovuta considerazione.

Podemos, infatti, nonostante le sue origini movimentiste e profondamente critiche nei confronti della classe politica, ha poco o nulla a che vedere con il populismo “anti-politico” di talune forze anche italiane (si veda il Movimento 5 Stelle), né si propone come alternativa totalizzante al sistema dei partiti, ma anzi si sta dimostrando (perlomeno per ora) una forza disponibile ad entrare nel gioco politico-istituzionale e ad appoggiare, anche a livello governativo e pur a certe precise condizioni, una fase di “compromesso” finalizzata a guidare la Spagna in una fase di difficile transizione.

23 Dicembre 2015

Una nuova tappa per la Spagna

Un'attenta analisi dell'esito delle elezioni politiche in Spagna. Grazie Steven.

 

di Steven Forti

(22 dicembre 2015) Le elezioni spagnole del 20 dicembre hanno segnato l’inizio di una nuova tappa politica per il paese iberico. È finito il tempo delle maggioranze assolute, dei governi monocolore e del bipartitismo imperfetto. Vince il Partido Popular di Mariano Rajoy, mentre il PSOE di Pedro Sánchez mantiene il secondo posto, ma entrambi perdono moltissimi voti e seggi. Entrano con forza nelle Cortes di Madrid Ciudadanos e soprattutto Podemos, il vincitore morale di questo appuntamento elettorale. Ora inizia un tempo nuovo e incerto. Gli scenari possibili sono tre: un’alleanza di sinistra ampliata sullo stile portoghese, una grosse koalition alla tedesca o nuove elezioni.

Tracollo di Rajoy, rimonta di Podemos

Come nel vicino Portogallo, la destra che ha governato la Spagna negli ultimi quattro anni, applicando dure politiche di austerity, si è mantenuta primo partito in un appuntamento elettorale che ha visto crescere la partecipazione (73,2%) rispetto al 2011 e diminuire l’astensionismo (26,8%). Ma ancor più di Passos Coelho, i popolari di Rajoy, con il 28,7% dei voti e 123 deputati, hanno subito un tracollo considerevole, perdendo oltre 3,6 milioni di voti e ben 63 deputati. I socialisti guidati da Pedro Sánchez hanno tenuto meglio del previsto: 22% e 90 deputati, perdendo comunque 1,5 milioni di voti e 20 deputati. È il loro peggior risultato dalla fine della dittatura franchista. Ma è il bipartitismo nel suo complesso ad essere in crisi: se nel 2011 PP e PSOE sommavano il 73% dei voti (296 seggi), ora superano di pochissimo il 50% (213 seggi). Non è un crollo, questo è certo, ma è una caduta che pare non aver toccato fondo, iniziata con le elezioni europee del 2014 e continuata con le amministrative di maggio e le regionali catalane di settembre.

17 Dicembre 2015

Cop21. Fu vera gloria?

 

di Tonio Dell'Olio

(15 dicembre 2015) Il risultato finale della Conferenza mondiale sul clima di Parigi è stato quasi universalmente salutato come un successo. La verità è che sono pochi ad averci capito qualcosa.

Al di là dell’esigenza di sopravvivenza di isole e paesi che già oggi sono drammaticamente chiamati a fare i conti con l’innalzamento delle temperature, con l’avanzamento della desertificazione e con l’aumento del livello dei mari a causa dello scioglimento dei ghiacciai, solo a pochissimi addetti ai lavori appare chiaro quali soluzioni abbiano poi trovato l’accordo dei paesi partecipanti alla Conferenza stessa.

13 Dicembre 2015

Conferenza sul clima. L’accordo c’è. Il cambio di approccio, no.

E' stato adottato l'accordo sul clima, il Paris Outcome. Non c'è nessun accordo legalmente vincolante, come aveva dichiarato nel presentarla il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. Si cita l'obiettivo di fermare il riscaldamento a 2 °C, e forse di scendere 1,5, e si prevede che gli impegni siano rivisti, ma solo al rialzo, ogni 5 anni. Il testo finale. 
 
 
8 Dicembre 2015

Una fiaba civile

(7 dicembre 2015) Ieri sono andato al cinema, non mi capita spesso. Ma, in qualche modo, lo dovevo a Filippo che ci teneva al mio giudizio sul suo primo film “La felicità è un sistema complesso”.

Fra i panni che ho in casa, quelli del critico cinematografico proprio non ci sono e quindi la mia opinione vale per quello che vale. Anche i legami familiari non hanno mai avuto una grandissima cittadinanza da queste parti e dunque non credo di esserne condizionato più di tanto.

Questo per dire che “La felicità è un sistema complesso” non è un film, ma qualcosa di più e di diverso, che s'incontra di rado: una fiaba civile.

Una fiaba che prova a raccontare di un mondo possibile, estraneo a quello reale che piano piano fagocita anche le persone migliori, nel tritacarne di una modernità che ha smarrito l'importanza di dare significato alle cose, nel quale le relazioni profonde, gli sguardi, la tenerezza, la poesia e persino le idee vengono guardate con sospetto o giudicate naïf.

29 Novembre 2015

La necessità di cambiare.

di Emilio Molinari

(28 novembre 2015) L'ISIS ha dichiarato guerra all'occidente, rispondiamo senza pietà al canto della marsigliese. Non ho tentennamenti nella condanna al terrorismo e al cordoglio delle vittime, ma l'unanime grido: sono in gioco la nostra civiltà, i nostri valori, il nostro stile di vita, la nostra felicità e la nostra gioia...mi inquieta. Perché?

Perché sono convinto che siamo nel bel mezzo di una “Terza Guerra Mondiale a pezzi” di cui il terrorismo in nome di Dio è solo uno dei tanti pezzi. Che l'orrore parigino è solo una delle tante “rotture” con le quali il Pianeta ci segnala che non ci regge più...E non regge proprio il nostro stile di vita, la nostra felicità, la nostra gioia e... l'arroganza della nostra cultura.

Perché siamo in guerra con la natura, la quale proprio a Parigi, alla Cop 21 sul clima, ci presenta un conto salatissimo, tragico e ultimativo. E non sarà chiudendo la bocca agli ambientalisti in nome della sicurezza che risolveremo i problemi.