11 Giugno 2016

Tra i segreti del Ttip

Finora massima segretezza sul trattato Usa-Ue. Nella sala di lettura allestita per l'occasione, funzionari sempre attenti che controllavano anche i suoi appunti: nessuna fotocopia, fotografia o utilizzo di computer. Tempo concesso: un'ora. Per 800 pagine.

di Giulio Marcon*

(10 giugno 2016) Lunedì 30 maggio, ore 10.00, via Veneto, Roma: sono davanti al palazzone che ospita il ministero dello Sviluppo economico. È qui che è stata allestita la Sala di lettura dei documenti della bozza di accordo del Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), tra Unione Europea e Stati Uniti. Da questo accordo dipendono per i prossimi anni i commerci ma anche gli standard ambientali, sanitari e sociali e delle tutele per i cittadini.

Le trattative sono state condotte finora nella massima segretezza. Soltanto un “leak” di Greenpeace, a inizio maggio, ne ha rivelate alcune parti. Adesso, a seguito delle pressioni per una maggiore trasparenza, è stata istituita questa Sala di Lettura a cui sono ammessi solo i parlamentari e alcuni alti funzionari governativi.

Sono il primo ad arrivare. Al portone del ministero in Via Veneto mi ferma un carabiniere «Lei è nella lista?». Sì, sono un deputato. «L’accompagno al quarto piano. Sa le regole?». Le regole sono quelle stabilite dai negoziatori europei e dal governo italiano. «Gliele anticipo», dice il maresciallo: non si possono fare fotocopie, non si possono fare foto, non si possono trascrivere le pagine. Solo appunti a penna, da controllare alla fine.

25 Maggio 2016

Un ponte di dialogo, fra Trento e Gerusalemme

(25 maggio 2016) Padre Francesco Patton è il nuovo Custode di Terrasanta. Appena ho avuto notizia della sua nomina gli ho scritto esprimendo la mia gioia per questo suo incarico, forse fra i più complessi che la traiettoria umana poteva riservargli nell'intricato scenario di un luogo tanto simbolico quanto dilaniato.

Non nascondo che mi è corso un brivido nel pensare a come sono imperscrutabili le cose della vita. Ho infatti conosciuto Francesco Patton nel novembre 2010 quando – come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani – promuovemmo nello splendido scenario della Biblioteca San Bernardino dei frati francescani a Trento l'incontro con Wajeeh Nuseibeh, Custode del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Una persona schiva Wajeeh Nuseibeh malgrado il ruolo che da quasi mille anni è stato affidato alla sua famiglia – di religione mussulmana – per regolare le cose (e i conflitti) del tempio più importante della cristianità, il Santo Sepolcro appunto, attraverso la regola dello “status quo”.

21 Maggio 2016

Reimmaginare i confini

di Ugo Morelli

(20 maggio 2016) Se vogliamo uscire dalle strettoie dei confini come gabbie, quei confini li dobbiamo reimmaginare. In questo compito storico le società locali hanno e possono avere una funzione decisiva. Quelle autonome e di frontiera, poi, potrebbero essere laboratorio di soluzioni originali.

Non si può, naturalmente, fare nulla di tutto questo oggi, senza connettere il tema dei confini con quello delle migrazioni e della crisi degli Stati-Nazione. Come si intuisce la questione è tale da indicare ai sistemi locali come Bolzano e Trento un autentico salto di qualità nel modo di pensare e di pensarsi.

11 Maggio 2016

Verità per Giulio Regeni. Stop alla cooperazione militare con l’Egitto

Il testo dell'appello

Nel dicembre del 2014 la ministra della difesa Roberta Pinotti ha firmato una dichiarazione congiunta con il ministro della difesa egiziano del regime di Al Sisi, dichiarazione che ha avviato concrete attività

11 Maggio 2016

La città del (non) ritorno

Racconto di viaggio, ultima puntata.

 

di Michele Nardelli

 

Il racconto del mio viaggio potrebbe finire qui. Ma non sarei onesto con me stesso se non parlassi anche di quel tratto di strada che nemmeno in questa circostanza ho voluto percorrere.

Conosco le strade della Bosnia Erzegovina come quelle della mia terra. Per averle percorse centinaia di volte nel dopoguerra, fra aiuti umanitari e una cooperazione che voleva essere diversa. E poi, soprattutto, per capire. Per cercare di comprendere quel che stava accadendo in Europa, come era potuto accadere che dopo mezzo secolo di “fratellanza e unità” tutto fosse andato in frantumi in forme così cruente. Per entrare nelle sfumature, nella psicologia sociale, nel genio dei luoghi.

Non è stato affatto tempo buttato alle ortiche, perché tutto questo mi ha permesso di avere uno sguardo nuovo sul mio tempo. Quello strabismo che mi ha insegnato ad osservare la realtà da prospettive diverse, per avere una diversa profondità nel leggere gli avvenimenti, ricevendo ben più di quanto abbia potuto dare sul piano della solidarietà o della progettualità messa in campo in questi anni. Devo riconoscere di aver costruito così la mia cittadinanza europea, con quel qualcosa di più che viene dal trovarti all'incrocio fra oriente e occidente, fra continente e mediterraneo, che solo i Balcani ti possono dare.

11 Maggio 2016

Appunti di viaggio nell’Europa di mezzo

 

di Michele Nardelli

(Questo reportage si riferisce ad un mio recente viaggio balcanico ed è stato pubblicato su questo sito nel corso di sei diverse puntate. Ho pensato di farne un solo racconto per chi avesse perso qualche puntata e per poterne ricavare una visione d'insieme)

Premessa

Dal mio ultimo viaggio balcanico è passato grosso modo un anno. Non più di tanto dunque, ma nell'agosto scorso fu una puntata veloce nel corso della prima navigazione danubiana di "Viaggiare i Balcani"" in occasione della conferenza sul significato del &ldquo