9 Novembre 2016

Vetri appannati d’America

La verità è spesso dolorosa e stamane, nel materializzarsi di quel che già nei giorni scorsi immaginavo sarebbe accaduto nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America, non ci resta che prendere atto di come sta andando questo mondo sempre più appannato e aggressivo, dove prevalgono gli umori e il rancore, il pensiero è deriso e la dialettica politica sembra ridotta fra poteri finanziari e barbarie.

Ci sarà tempo, per chi vorrà, di rifletterci. “Vetri appannati d'America” è un canto straziante di Vinicio Capossela che racconta del “grande silenzio americano”, del suo sogno trasformato in un grande magazzino che tutto mercifica e dove ai poveri non resta che mangiare “pollo in cartone” e votare per i ricchi. Il che ci parla anche di noi.

Vetri appannati d'America (2008)

https://youtu.be/a8z5NPERlaA

Vetri appannati d'America
e tutti se ne sono già andati
restano i bar vuoti, i cani e le strade
gli sgabelli, le corse e le puntate
lontano, lontano, lontano
vi scrivo da molto lontano
tra carni cadenti, stelle cadute e stellette
del cielo in terra e per terra
nel silenzio d'America

8 Novembre 2016

L’ideologia della vittoria

di Raniero La Valle

(8 novembre 2016) Chi vincerà il prossimo referendum? Ormai da molti mesi l’unico scopo, l’“oggetto immenso” della politica italiana è la vittoria nel referendum. Renzi non pensa ad altro, e attribuisce all’esito del referendum conseguenze epocali sia per il vincitore – che dovrebbe essere lui – sia per i perdenti che dovrebbero essere tutti gli altri (D’Alema, Bersani, Zagrebelski, i Cinque Stelle, i gufi, i parrucconi).

Alla Leopolda, il 5 novembre, tirava una brutta aria: come ha sintetizzato la Repubblica: “abbracci agli amici, botte ai nemici”. Scrive Michele Prospero sull’Espresso: «Renzi cerca continuamente un nemico, qualcuno a cui stare antipatico: se ne è creati molti, spesso scientificamente. Renzi cerca la contrapposizione così come cerca continuamente l’acclamazione. La cerca alla Leopolda o durante le direzioni del Pd, che sono entrambi luoghi di obbedienza e celebrazione».

 

5 Novembre 2016

In attesa che arrivi il 5 dicembre…

 

In attesa di capire se verrà accolto il ricorso di Onida – viva lo spacchettamento! – e se non prevarrà la voglia di posticipare – no, vi prego, no… – propongo questa breve riflessione che non entra precisamente nel merito del quesito e nel suo giudizio tecnico, ma prende in considerazione ciò che sta a monte di ogni possibile riforma o trasformazione dell’esistente, cioè le condizioni del contesto politico e sociale dentro il quale dovrebbero verificarsi. Mi sembra un argomento più interessante della sfida tra comitati del #bastaunsì e del #iovotono, a cui però farò riferimento almeno per segnalare la mia intenzione di voto.

di Federico Zappini

Sto seguendo – non potrebbe essere altrimenti – il dibattito attorno al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo. Definirlo dibattito è già di per sé un atteggiamento eccessivamente magnanimo per quella che si trasformando giorno dopo giorno in una battaglia senza esclusione di colpi. Lo stimolo per la stesura di questo pezzo – che, come dice il titolo, sarà l’unico che pubblicherò sul tema – è emerso dalla lettura di un editoriale del direttore del Foglio Claudio Cerasa (Generazione perché sì) di qualche tempo fa e, parallelamente, di un certo numero di commenti che riducono a opportunismo, o peggio, la scelta di alcuni (non molti per la verità) di immaginare o almeno riflettere (di) una terza via – non nel voto, ma di pensiero – alla sfinente battaglia tra Sì e No. E ancora manca quasi un mese.

4 Novembre 2016

Centomila visitatori unici…

(31 luglio 2016) Volevo scusarmi con i lettori di questo blog se in questi ultimi giorni il sito non è stato aggiornato. Nessun malanno, solo il cambio del server che ha provocato qualche contraccolpo tecnico che grazie a Cristina (doitonline.it) stiamo superando.

Approfitto però di questa comunicazione per dare al lettore qualche informazione sui dati di accesso a questo blog che, in quanto personale, non ha grandi pretese ma che in questo momento, per una sorta di scelta di abbassamento della voce, è l'unico strumento che dà conto del mio sguardo sul mondo.

Un primo dato mi sembra interessante. Fra qualche settimana il sito raggiungerà i 100 mila visitatori unici da quando è stato attivato, ovvero il 1 luglio 2009. In sette anni, corrisponde ad una media annuale di 14.286 persone (uniche) che lo hanno visitato almeno una volta. E considerato che le "nuove sessioni" (le persone che visitano il sito per la prima volta) sono il 59,27%, questo significa che più del 40% dei visitatori vi sono ritornati. Chi è del mestiere mi dice che si tratta di un dato piuttosto positivo.

 

 

 

 

4 Novembre 2016

La Turchia alla deriva

Arrestati nella notte i leader e dieci parlamentari del partito filo-curdo HDP, terzo nel parlamento di Ankara. Le reazioni e il rinnovato pericolo di guerra civile in Turchia. Dal corrispondente di "Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa" da Istanbul Dimitri Bettoni.

di Dimitri Bettoni

(4 novembre 2016) Operazioni della polizia antiterrorismo nella notte hanno portato all'arresto di dodici parlamentari del partito d'opposizione turco HDP, terzo in parlamento con i suoi 59 eletti. Oltre ai due co-leader Selahattin Demirta e Figen Yüksekda, sono stati tratti in custodia i parlamentari Ferhat Encü, Srr Süreyya Önder, Selma Irmak, Ali Aslan, Leyla Birlik, Gülser Yildirim, Nursel Aydoan, Idris Baluken, mam Taçer e Ziya Pir. Quest'ultimo è stato rilasciato in mattinata, con obbligo di firma in caserma ed il divieto di lasciare la città. Chiesto invece formalmente l'arresto di Leyla Birlik e Nursel Aydoan. I parlamentari, a cui nel maggio scorso era stata tolta l'immunità, erano stati da tempo posti sotto indagine dalle autorità con l'accusa di collusione e favoreggiamento al PKK, l'organizzazione autonomista curda considerata terrorista da Turchia e Unione Europea.

1 Novembre 2016

Merito e metodo, ragioni per dire che questa riforma non va bene

di Alessandro Branz

(31 ottobre 2016) In questo breve contributo non è mia intenzione entrare nei dettagli della riforma costituzionale, sia per ragioni di spazio sia perché il rischio sarebbe quello di inoltrarsi in “tecnicismi” difficili da comprendere. Mi limiterò quindi a toccare tre questioni di carattere metodologico, che costituiscono, a mio parere, altrettanti snodi fondamentali per capire quanto sta succedendo.

Innanzitutto va detto che quello di superare il c.d. “bicameralismo perfetto” (sarebbe meglio definirlo “paritario”, per non generale equivoci) è un obiettivo condivisibile: del resto se ne sta discutendo da anni sia in sede scientifica che a livello di opinione pubblica. Non è questo il punto: il punto è “come” questa operazione viene effettuata.

1 Novembre 2016

Come si affossa la Costituzione Italiana…

L'Italia vota contro l'avvio delle trattative per l'eliminazione delle armi nucleari. L'articolo 11 della Costituzione, il ripudio della guerra, ancora calpestato. Ecco l'elenco dei 38 paesi che hanno votato no.

(1 novembre 2016) Il 27 ottobre scorso nella prima commissione dell’assemblea delle Nazioni Unite è stata votata la risoluzione L41 che chiede che nel 2017 siano avviate trattative per arrivare ad un divieto delle armi nucleari con l’obiettivo della loro totale eliminazione, prevista fin dal 1970 dall’articolo VI del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (NPT), approvato dalla quasi totalità dei paesi della Terra, compresi quelli che possiedono armi nucleari.

La risoluzione è stata approvata con 123 voti a favore, 38 voti contrari e 16 astensioni.  Quello che segue è l'elenco dei paesi che hanno votato no: Albania, Andorra, Australia. Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Rep. Ceca, Rep. Corea, Estonia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Ungheria, Islanda, Israele, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Micronesia, Monaco, Montenegro, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti d'America, Turchia. Si sono astenuti: Armenia, Bielorussia, Cina, Finlandia, Guyana, India, Kirgyzistan, Mali, Marocco, Nicaragua, Olanda, Pakistan, Sudan, Svizzera, Uzbekistan, Vanuatu.

28 Ottobre 2016

Regioni a statuto speciale: cosa succede con la riforma?

di Thomas Castangia *

(27 ottobre 2016) In questi giorni tantissimi si sono esercitati sulla discussione inerente la riforma del titolo V e le conseguenze che questa avrebbe sulle regioni a statuto speciale e su quelle a statuto ordinario. Molto spesso, da ambo i fronti, la discussione è avvenuta con troppa superficialità e senza considerare realmente le implicazioni che il voto comporta.

Questa riforma (che per ammissione degli stessi promotori è centralista e mira a ridurre gli spazi di autonomia per le regioni) è in totale controtendenza rispetto a quanto elaborato negli ultimi anni dal centrosinistra, inclusa la famosa proposta dell’Ulivo che prevedeva un senato delle autonomie in uno stato federale. Le modifiche introdotte dalla riforma riguarderanno – se mai dovesse entrare in vigore – tutte le regioni, sia quelle a statuto speciale che quelle a statuto ordinario. D’altra parte le prime hanno senso compiuto solo in un sistema regionale forte, mentre sono destinate ad essere messe in discussione se il sistema regionale viene indebolito, fino a diventare di fatto incapaci di incidere su tutte le questioni che hanno a che fare con la vita delle persone.

26 Ottobre 2016

Questione palestinese, un cambio di prospettiva s’impone

Un pomeriggio fitto di testimonianze e visioni di futuro... quello svoltosi sabato scorso 1 ottobre 2016 all'Università di Trento nel convegno “Scenari di guerra. Spiragli di pace” promosso dall'associazione Pace per Gerusalemme in collaborazione con il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. L'intensità del confronto e l'elevato numero di interventi ha fatto sì che la seconda parte dell'incontro abbia costretto i relatori a stringere in pochi minuti il loro pensiero. Consegno quindi a queste pagine il tema che avrei voluto sviluppare se il tempo fosse stato meno tiranno.

di Michele Nardelli

E' difficile parlare della situazione in cui si trascina quella che Nelson Mandela ebbe a definire “la questione morale del nostro tempo” – ovvero la questione palestinese – a prescindere dal contesto regionale del vicino Oriente. Ed è proprio la non soluzione del conflitto fra israeliani e palestinesi a fare da sfondo ad un caos generalizzato, figlio di un tempo nel quale il passato incombe ed il futuro fatica a delinearsi, quel “non più e non ancora” che segna un passaggio della storia che ci richiede nuovi approcci.

20 Ottobre 2016

Fabrizio era così…

Nei giorni scorsi se ne è andato Fabrizio. Padre Fabrizio Forti, nel suo impegno di uomo attento alle cose del suo tempo e di religioso vicino alla sofferenza degli ultimi, ha percorso il suo itinerario di vita lungo i crinali più impervi dell'esistenza umana. Fra questi, la tragedia della guerra che negli anni '90 sconvolse il cuore dell'Europa. Come ci ricorda Gigio Calzà nel suo saluto a Fabrizio, lo fece con l'intelligenza di chi sa fin dove ci si può spingere nel testimoniare la pace e con la ritrosia di chi non va cercando celebrità perché sa che, in fondo, non ne vale la pena. Con Fabrizio non avevo una particolare frequentazione, ma ogni volta che ci si incontrava scattava fra noi un abbraccio vero. Per questo e per tutto il resto, grazie Fabrizio. (m.n.)

di Luigi (Gigio) Calzà

Vorrei ricordare padre Fabrizio, infaticabile costruttore di pace.

Nel dicembre 1992, nel pieno della guerra nella ex Jugoslavia, partecipò alla Marcia della pace a Sarajevo organizzata dall'associazione “Beati i Costruttori di Pace” assieme a cinquecento pacifisti italiani di cui una quindicina dal Trentino. Fabrizio era uno di loro e con la sua serenità e determinazione riusciva a tenere alta la fiducia nella riuscita di quella che tutti consideravano una pazzia: entrare nella città di Sarajevo assediata per dare un segnale di speranza ai suoi abitanti ed uno scossone all'indifferenza dell'Europa.

18 Ottobre 2016

Verso le Terre d’Otranto

Appunti di viaggio fra l'ultimo sole, i borghi della Murgia e del Salento, la ricerca di altre visioni

di Michele Nardelli

(Ottobre 2016) Come un piccolo viaggio attraverso le regioni del Mezzogiorno che si affacciano sul mare Adriatico. E' quello che sto facendo (con Gabriella e due vecchi amici) per conoscere più da vicino una parte di questo paese nelle stagioni che l'industria vacanziera nemmeno considera. Luoghi che non vedo da tempo, altri del tutto nuovi, immagini di straordinaria bellezza ma anche di insopportabile incuria e degrado. La verifica di fattibilità per un progetto di cooperazione di comunità fra le regioni del Mediterraneo. E, infine, un primo test per un percorso che da tempo mi frulla per la mente, un viaggio attraverso “la solitudine della politica” nei territori di un paese dove è difficile anche solo immaginare la “creazione politica”. Avremo modo di parlarne diffusamente, ma già che ci sono comincio a parlarne.

17 Ottobre 2016

Il rapporto Caritas 2016 sulla povertà e l’esclusione sociale

(17 ottobre 2016) E' stato presentato on-line oggi Rapporto 2016 di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale dal titolo "Vasi comunicanti" che affronta questi temi allargando il proprio sguardo oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade alle sue porte.

Il dato di aumento della povertà dal 2007 ad oggi è sconcertante: da 1,8 milioni di persone povere nel 2007 (il 3,1% del totale) a 4,6 milioni del 2015 (il 7,6%).

Come per le precedenti edizioni - questa è la quindicesima - il Rapporto è frutto dell'analisi dei dati e delle esperienze quotidiane delle oltre duecento Caritas diocesane operanti su tutto il territorio nazionale, aggiornati al 2016.