26 Marzo 2011

L’ombra sui gelsomini

di Michele Nardelli

(23 marzo 2011) Ben prima che iniziasse la "primavera dei Gelsomini" e quando ancora con il regime di Gheddafi si facevano accordi commerciali e finanziari, come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani abbiamo messo al centro della nostra attenzione il tema della "Cittadinanza Euromediterranea", un programma annuale fatto di storie non raccontate, di saperi venuti dal mare, di pensieri privi di cittadinanza e di geografie da scoprire.  Non avevamo la sfera di cristallo. Perché abbiamo pensato questo percorso ricco di oltre cento iniziative? La risposta è semplice, provare a costruire gli anticorpi culturali allo "scontro di civiltà", a partire dalla consapevolezza che le culture che si sono incontrate nel Mediterraneo hanno molte più cose in comune di quelle che le distinguono.

Poi un giovane tunisino di nome Mohammadi al Bouzizi...

26 Marzo 2011

L’acqua bene comune

26 marzo 2011
Ore 14.00 - Piazza della Repubblica
Manifestazione nazionale a Roma
VOTA SI' AI REFERENDUM PER L'ACQUA BENE COMUNE!
SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,
dei diritti, della democrazia

Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall'acqua.

24 Marzo 2011

Tutto sbagliato

di Michele Nardelli

(20 marzo 2011) Quello che accade in Libia in queste ore ha ben poco a che fare con la rivoluzione dei gelsomini. In Tunisia, in Egitto e in tanta parte del mondo arabo milioni di giovani donne e uomini hanno scelto di riprendere nelle loro mani il proprio destino. Mani nude, con gli strumenti della comunicazione elettronica e del passa parola, con la forza del sorriso e l'orgoglio della dignità, senza simboli religiosi né bandiere del Novecento. La forza di questa primavera era ed è nella nonviolenza.

La Libia è un'altra storia, che abbiamo già visto mille volte. Ed anche l'epilogo di queste ore è nella scia di quella storia. La piega degli avvenimenti ha assunto sin dai primi giorni i caratteri della rivolta e della repressione, dello scontro di potere fra clan e interessi forti, difficile distinguere gli insorti dalle milizie di Gheddafi. E dopo aver esitato per settimane su cosa sarebbe stato più conveniente - non dovremmo dimenticare le prime reazioni dei nostri governanti - la scelta da parte dei potenti della terra è stata quella dei bombardamenti.

Tutto sbagliato, si potrebbe dire. Prima gli affari, la realpolitik del gas e del petrolio, l'idea della Libia come paese offshore nel Mediterraneo e, già che ci siamo, anche le amazzoni del dittatore non guastano. Poi, quando le truppe di Gheddafi erano già nel centro di Bengasi, il tardivo via libera delle Nazioni Unite alla No-fly zone, la coalizione dei volenterosi, i bombardamenti. E così, fra le proteste dell'Unione Africana, della Russia, della Germania, il divieto di volo dei caccia libici (a questo punto sostanzialmente inefficace) diventa guerra, punto e basta. E allora ritornano i rituali. Sarà lampo, chirurgica, per la difesa dei civili e naturalmente per la libertà. Vedremo come andrà a finire. Ma ieri come oggi, la guerra è sempre una sconfitta.

Intanto, gli avvenimenti di Libia gettano un cono d'ombra sulla primavera araba. Dove parlano le armi, vincono i fondamentalismi.
24 Marzo 2011

Dove parlano le armi, perde la politica

(22 marzo 2011) Il Gruppo consiliare provinciale del PD del Trentino sull'intervento militare in Libia 

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo (Art. 11 Costituzione italiana)

DOVE PARLANO LE ARMI, PERDE LA POLITICA

Com'è possibile che oggi l'Italia si trovi insieme a Francia ed Inghilterra a bombardare Tripoli, con Lampedusa invasa da migliaia d'immigrati in fuga dal nord Africa, e con la Libia che minaccia ritorsioni? Le guerre non nascono per caso, e la democrazia non si esporta lanciando missili e bombe da chilometri di distanza.

Quello che accade in Libia in queste ore infatti ha ben poco a che fare con la rivoluzione dei gelsomini. In Tunisia, in Egitto e in tanta parte del mondo arabo milioni di giovani donne e uomini hanno scelto di riprendere nelle loro mani il proprio destino.

21 Marzo 2011

Guerra di Libia. Così non si difendono i diritti umani

Dieci tesi sull'intervento militare

di Flavio Lotti

(21 marzo 2011) 1. Una cosa è la Risoluzione dell'Onu, un'altra è la sua applicazione. Una cosa è difendere i diritti umani. Un'altra è scatenare una guerra.

2. La Carta dell'Onu autorizza missioni militari (art. 42), non qualsiasi missione militare.

3. L'iniziativa militare contro Gheddafi è stata assunta in fretta da un gruppo di paesi che hanno fatto addirittura a gara per stabilire chi bombardava per primo, che non ha nemmeno una strategia comune, che non ha un chiaro comando unificato ma solo una forma di coordinamento, con una coalizione internazionale che si incrina ai primi colpi e che deve già rispondere alla pesante accusa di essere andata oltre il mandato ricevuto. Si poteva iniziare in modo peggiore?

21 Marzo 2011

Libia, in coscienza e nel dubbio

di Roberto Pinter

Si stanno moltiplicando gli appelli a fermare la guerra prima che sia tardi. Chi ha acconsentito all'intervento militare ora chiede di fermarsi perché sarebbe andato oltre il mandato di protezione dei civili, e chi era contrario fin dall'inizio trova confermati i suoi dubbi sulla necessità/efficacia del ricorso alle armi. Io sono tra quelli che pensano che il governo italiano si sia comportato in maniera indecente, prima compagni di merenda di Gheddafi e ora ridicolmente smaniosi di partecipare alle operazioni militari. (...)

21 Marzo 2011

Un’Autonomia più condivisa

(21 marzo 2011) Il nuovo direttore di "Politica responsabile" per i prossimi quindici giorni è Bruno Dorigatti, che guarda alle nuove sfide dell'Autonomia in un'ottica di condivisione. Si sta aprendo una nuova stagione dell'Autonomia, scrive Dorigatti, non possiamo più guardare al governo del territorio con gli stessi occhi di un decennio fa. Il ruolo delle parti sociali si fa centrale. Non più elementi accessori, in un ruolo di ascolto e consultazione con lo scopo di integrare quanto deciso dalla politica, ma attori protagonisti nella definizione delle strategie di governo locale. www.politicaresponsabile.it "
19 Marzo 2011

Libia. Non possiamo esimerci dall’avere un ruolo attivo.

di Fabio Pipinato

(16 marzo 2011) Vili. Non possiamo che definirci altrimenti. Davanti ad operai, contadini, studenti mal'armati e per nulla addestrati che invocano davanti a miliziani, genocidari e carri armati "dignità e libertà" l'Italia, l'Unione Europea, il Mondo tace. Sarà un'ecatombe.

18 Marzo 2011

Amianto. Una proposta di legge del PD del Trentino

(18 marzo 2011) Viene presento stamane (ore 11.00) in piazza Dante a Trento il Disegno di Legge del Gruppo consiliare del PD del Trentino (primo firmatario Michele Nardelli) per sostenere il processo di monitoraggio, verifica del grado di pericolosità e bonifica degli edifici e dei mezzi di trasporto contenti amianto in provincia di Trento.

14 Marzo 2011

Piano provinciale per gli impianti di telefonia mobile: sì del Consiglio

Approvata all'unanimità la mozione per mettere ordine alla proliferazione selvaggia delle antenne

(10 giugno 2010) La mozione del PD del Trentino, primo firmatario Michele Nardelli, per realizzare un aggiornamento costante della mappatura degli impianti esistenti sul territorio provinciale, per la redazione di un Piano provinciale di settore delle infrastrutture delle comunicazioni che punti a razionalizzare l'esistente e all'accorpamento degli impianti, alla eliminazione delle infrastrutture non indispensabili, ad un costante monitoraggio delle potenze di emissione, alla massima riduzione dell'impatto paesaggistico-ambientale delle infrastrutture necessarie. Infine per promuovere, in collaborazione con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari e con le strutture scolastiche ed educative, un progetto informativo ed educativo sull'elettrosmog.

13 Marzo 2011

Allarme nucleare in Giappone

(12 marzo 2011) Dopo il devastante terremoto che ha colpito ieri il Giappone e lo tsunami che ne è seguito che ha spazzato via interi villaggi e città (ogni stima sul numero delle vittime appare azzardata) sono seguite oggi nuove scosse. Ma la preoccupazione maggiore viene dalle centrali nucleari disseminate nel paese del sol levante.

Mentre i sostenitori del nucleare si affannano a tranquillizzare l'opinione pubblica mondiale sulla sicurezza degli impianti, un'esplosione ha devastato una parte della centrale di Fukushima. Le immagini parlano da sole e centinaia di migliaia di persone vengono in queste ore evacuate dalle zone a rischio.

http://tv.repubblica.it/copertina/l-esplosione-all-impianto-di-fukushima/63922?video

Anche in Italia, sottoposta da mesi da una martellante propaganda a favore dell'energia nucleare, la lobby nuclearista non demorde. E dalle televisioni pubbliche e private proseguono nella disinformazione.

Il Trentino è

13 Marzo 2011

Jovan Divjak, un uomo in bilico

(13 marzo 2011) Dopo l'arresto di Jovan Divjak, avvenuto in Austria giovedì 3 marzo, si sono moltiplicate le reazioni e le manifestazioni di sostegno all'ex generale bosniaco. Due le petizioni per la sua liberazione, in Italia e in Bosnia Erzegovina. Riprendiamo il commento di Paolo Rumiz scritto per il Piccolo di Trieste e, in allegato, l'articolo di Andrea Rossini per Osservatorio Balcani Caucaso

di Paolo Rumiz

Lo conobbi, pensate, a testa in giù. Jovan Divjak era in posizione yoga, dritto come un palo sulla scrivania. Lontano si sentivano colpi di mortaio. Era il settembre 1992, a Sarajevo, nel quartier generale delle truppe di difesa, le milizie che lui stava mettendo assieme dal nulla. Mi disse "Si accomodi" in francese, spiegò che non dormiva da un mese e quello era il solo modo di ricuperare. Cominciammo guardandoci al contrario, come i fanti della stessa carta di tressette. Poi mi spiegò la situazione sul fronte. (...)