23 Settembre 2021

Da comunità che sostengono a comunità sostenibili

Settima edizione della Settimana dell’Accoglienza (25 settembre - 3 ottobre 2021)

"Da comunità che sostengono a comunità sostenibili"

di Claudio Bassetti *

Una nuova Settimana, la settima.

Un appuntamento significativo, per le realtà che lo promuovono, lo animano, lo frequentano, e per la comunità regionale stessa. Che ne viene investita e alla quale vengono rinviate le domande che noi ci poniamo e presentate le risposte che tentiamo di dare.

Perché la Settimana è questo: una occasione per ri-tessere fili, relazioni, legami, connessioni, quanto mai importanti ora, in momento di ripartenza ma anche di smarrimento; come re-iniziare, portandoci la lezione della pandemia, per un nuovo cammino, per un nuovo modo di stare insieme, per mettere al centro le persone “come soggetti portatori di diritti inalienabili e non come consumatori, come cittadini responsabili e non come individui alla ricerca del proprio particolare”. Non è facile pensare a come ridefinire oggi relazioni, spazi di vita, rapporto con l’ambiente, ma ci proviamo, sia sul piano della elaborazione che su quello della pratica quotidiana, dentro le nostre realtà, dentro le comunità grandi e piccole della nostra regione.

In questa settima edizione al centro vogliamo porre la questione ambientale. E la vogliamo affrontare puntando, con una prospettiva particolare, oggi, crediamo, ineludibile. Una prospettiva che mette l’attenzione sugli aspetti legati all’inquinamento, al consumo delle risorse, alle distruzioni ambientali, al riscaldamento globale, ma che si connette fortemente con le questioni legate alla giustizia sociale, alle povertà, alle esclusioni per arrivare alla questione nodale, quella del modello economico ed alla sfida dell’economia solidale circolare.

 

22 Settembre 2021

Domenica al voto per il Distretto biologico Trentino

 

di Michele Nardelli

Domenica 26 settembre 2021 si vota in Trentino per il Distretto biologico. L'esito del referendum non dipenderà dal prevalere dei sì ma da quante persone andranno a votare, considerato che la soglia da superare affinché l'esito del referendum abbia valore è il 40% degli aventi diritto e che i contrari o critici verso l'agricoltura biologica punteranno sul non voto.

Nel 2021 siamo ancora a questo punto. Un largo schieramento politico, ma soprattutto una cultura radicata ancora nei vecchi modelli ancorati alla crescita e alla scorciatoie della chimica supportata dalla filiera della ricerca e della formazione, della consulenza alle imprese e della commercializzazione ancora osteggia l’agricoltura biologica.

Forse meno apertamente di qualche decennio fa, quando parlare di agricoltura biologica e biodinamica era quasi tabù, ma nonostante una crescente sensibilità verso l'ambiente e la salute delle persone ancora oggi la lobby della chimica imperversa, se è vero che il settore del biologico in Trentino rappresenta ancora meno del 10% delle produzioni agricole complessive.

 

20 Settembre 2021

Futuro presente, parole per abitare la Terra.

Dialoghi alla ricerca del bandolo della matassa

di Federico Zappini

La Politica è un continuo e mai concluso corpo a corpo con la realtà. Se non te ne occupi - dicono, a ragione - lei si occuperà di te.

E' fin troppo evidente, non serve far riferimento a Foucault e alle sue teorie sulla biopolitica, che le interconnessioni sempre più fitte all'interno del sistema Pianeta (e qualcuno sta ulteriormente allargando il campo con le sue scorribande nello Spazio...) rendono le nostre esistenze sempre più in balia di una complessità che fatichiamo a maneggiare senza spaventarci e di una rapidità evolutiva che accoglie al suo interno tanto la speranza - non troppo ben riposta? - nel progresso e l'incubo (forse eccessivamente narrato...) dell'estinzione di massa.

La materia è incandescente, e a testimoniarlo - al netto, se è possibile, della lunga crisi pandemica - è la crescente instabilità che almeno negli ultimi vent'anni ha segnato il contesto democratico globale. Da un lato secondo la perfetta fotografia proposta da Papa Francesco della "terza guerra mondiale per capitoli" e dall'altro rappresentata dalla generale incapacità da parte delle istituzioni democratiche - di ogni livello e grado - di farsi carico, governadoli, dei molteplici effetti dei cambiamenti in atto.

 

 

16 Settembre 2021

Cheese 2021, Considera gli animali. Bra (Cn), 17 – 20 settembre

 

Tutto pronto per l’edizione 2021 di Cheese

Allevatori, casari, affinatori. Formaggi: centinaia di caci diversi, tutti rigorosamente a latte crudo. Un’imponente selezione di vini e birre da abbinare. Laboratori del gusto, Appuntamenti a tavola, conferenze, film, incontri e momenti di riflessione. Parole: tante ma – ne siamo sicuri – incisive, significative. Idee, esperienze, vita vissuta, progetti per il futuro. Scienziati e musicisti. Rappresentanti delle istituzioni chiamati a offrire una visione per il domani e risposte alle esigenze di oggi. Cheese 2021, a Bra dal 17 al 20 settembre, sarà tutto questo e molto di più. Non cambia la formula che coniuga contenuti, convivialità e sicurezza

 

 

Se non ci fossero gli animali, non ci sarebbe heese. E non ci sarebbe molto altro, del resto. E' questo il fil rouge di Cheese 2021, riassunto del titolo della manifestazione Considera gli animali.

Non che di animali non se ne sia mai parlato. nelle scorse edizioni dell’evento i temi del benessere animale, dell’alimentazione adeguata per gli animali da latte, delle razze sono sempre stati presenti.

Dalle grandi conferenze ai Laboratori del Gusto fino alle grafiche, a Cheese il regno animale ha sempre goduto di una considerazione speciale. Ma con Considera gli animali facciamo un passo ulteriore e proviamo a far ruotare tutto l’evento intorno a questo argomento.

 

 

8 Settembre 2021

Preparare il terreno fertile. Alimentare l’ecosistema vitale.

di Federico Zappini

Prima premessa. Fine agosto, tardo pomeriggio. Neppure l’ultima birra delle vacanze, vista laguna veneziana, si salva dal dibattito sulla irrisolvibile litigiosità del centro-sinistra italiano, con declinazioni territoriali che ognuno di noi ha potuto almeno una volta vivere e/o subire. Il mio interlocutore è pessimista di fronte alla possibilità che nel prossimo futuro la situazione possa migliorare. Da parte mia ho maggiore fiducia, a patto che davvero ci sia il desiderio di mettersi in gioco con coraggio e generosità, consapevoli che non esistono per nessuno rendite di posizione comode e sicure e che a richiedere un deciso salto di qualità è il contesto complesso e mutato che ci troviamo ad affrontare, nell’intersezione e nell’interferenza tra contesto globale e locale.

Seconda premessa. Piazza Dante, Trento. Serata di cinema all’aperto. La storia che viene proiettata è quella di due giovani, John e Molly, che lasciata la città decidono di dedicarsi all’agricoltura acquistando un ampio appezzamento da anni in stato di abbandono. Prima di raccogliere i frutti del loro lavoro dovranno affrontare un variegato campionario di errori e difficoltà utili per comprendere che le premesse a una buona stagione, non solo agricola, sono la predisposizione di un terreno fertile e curato, dentro e sopra il quale sviluppare il massimo livello di biodiversità possibile, intesa come disordine armonico in un ecosistema vario, vitale e collaborativo. Bignami per la costruzione dell’orto e metafora per l’attivazione di processi politici.

Da mesi in diversi segnalano la necessità di rigenerare dalle basi l’alleanza di centrosinistra trentina, avendo chiaro che ciò che è successo in questi tre anni (con l’aggiunta di incertezza prodotta dalla pandemia) non è frutto esclusivamente di una passeggera crisi di consenso o di un deficit comunicativo di una compagine politica in salute.

 

5 Settembre 2021

Tre possibili scenari nella Tunisia dopo lo stato di eccezione. Dialogo con Hamadi Redissi

di Simone Casalini *

(1 settembre 2021) Nella segmentata rivoluzione tunisina il 25 luglio 2021 s’iscrive come l’ennesimo sbalzo di un cammino non lineare. La rivoluzione, intesa come trasformazione radicale e destrutturazione dello status quo, si ciba di contraddizioni, di profonde lacerazioni, di umori incerti. Kaïs Saïed ha creduto di interpretarli, forse, sospendendo il parlamento e congedando il governo (contestato) guidato da Hichem Mechichi.

Il presidente della repubblica, il costituzionalista conservatore il cui sottile sibilo meccanico gli è valso l’etichetta ilare di “Robocop”, ora ha in mano il destino di un popolo e di una transizione – inedita e osservata speciale nel mondo arabo – avviata dalle fiamme che hanno avvolto il corpo di Mohamed Bouazizi il 17 dicembre 2010 e incenerito il regime di Ben Ali, almeno nelle sue geometrie apicali.

Hamadi Redissi, professore di Scienze politiche all’università di Tunisi, co-fondatore dell’Osservatorio tunisino sulla transizione democratica che decifra ogni passaggio della primavera sbocciata per le strade della periferica Sidi Bouzid, è uno degli intellettuali più conosciuti e impegnati nel processo che ha superato i dieci anni di vita. Nelle sue parole non c’è una verità, ma la rappresentazione di una transizione complessa e aperta ad ogni esito che ricalibra anche riconnettendo la Tunisia con la sua storia, anello di congiunzione spesso derubricato nell’emotività dell’analisi occidentale.

5 Settembre 2021

La ripulitura reputazionale del nucleare e il Grande Fratello

di Alessandro Mengoli *

In questa estate calda anche alcuni temi sembrano aver risentito del clima. Si torna a parlare con insistenza delle scelte energetiche e come queste influenzino non soltanto le politiche degli stati ma anche le scelte individuali.

Traggo spunto da un articolo apparso sul Foglio, oramai diventato per me fonte di ispirazione. Si parla della bislacca idea di creare una APP personale per calcolare le proprie emissioni di CO2: sono queste proposte che portano la gente ad odiare qualsiasi politica di contrasto ai cambiamenti climatici. E aggiunge, rincarando la dose, come se non bastassero gli aumenti delle bollette.

Visto che l’articolo si appella alla logica, nel proporre soluzioni efficaci, non si capisce quale nesso logico accomuna la APP, che vuole spiare i nostri comportamenti, al costo dell’energia elettrica o del gas. L’unico nesso che vedo è la produzione di CO2, rispetto la quale si mostra il fastidio nei confronti dei tentativi di limitarla in qualsiasi modo, o con la APP o con l’aumento tariffario.

 

2 Settembre 2021

Clima e cambiamento

di Ugo Morelli

Clima

“Come scienziata del clima, voglio che lo sappiate: io non ho speranza”, così si è espressa Kate Marvel, una delle più importanti studiose del clima a proposito del sesto rapporto sul cambiamento climatico appena pubblicato dall’IPCC, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg1/). La rilevanza dei dati per le aree locali è più evidente che mai. Non si tratta solo di innalzamento della temperatura. Il cambiamento climatico sta portando molteplici cambiamenti diversi in molte regioni – che aumenteranno con l’ulteriore riscaldamento. Questi includono modifiche all’umidità e siccità, venti, neve e ghiaccio, zone costiere e oceani. Il cambiamento climatico sta intensificando il ciclo dell’acqua. Questo porta precipitazioni più intense e inondazioni associate, nonché siccità più intensa in molte regioni. Negli ultimi trent’anni, sostiene il rapporto, i governi centrali e locali sono stati messi a conoscenza dei cambiamenti e della gravissima crisi in atto, ma non hanno fatto quasi nulla per intervenire in modo effettivo.

In base al rapporto, il cambiamento climatico è molto diffuso, rapido e in corso di intensificazione. Secondo gli scienziati che stanno osservando i cambiamenti del clima terrestre in ogni regione e in tutto il sistema climatico, molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti da migliaia, se non da centinaia di migliaia di anni, e alcuni dei cambiamenti già messi in moto, come il continuo innalzamento del livello del mare, sono irreversibili per centinaia di migliaia di anni. Tuttavia, forti e durature riduzioni delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra limiterebbero il cambiamento climatico. Mentre i benefici per la qualità dell’aria arriverebbero rapidamente, e potrebbero volerci 20-30 anni per vedere stabilizzare le temperature globali, secondo il rapporto approvato venerdì da 195 membri rappresentanti dei governi coinvolti nell’IPCC. Per le aree alpine rilevante è anche che un ulteriore riscaldamento amplificherà lo scongelamento del permafrost e la perdita del manto nevoso stagionale, con scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali e perdita del ghiaccio marino artico estivo.

Per la prima volta, il sesto rapporto di valutazione fornisce una valutazione regionale più dettagliata di cambiamento climatico, compresa un’attenzione alle informazioni utili che possono informare la valutazione del rischio, l’adattamento, e altri processi decisionali. Dal rapporto emerge un nuovo quadro che può aiutare a tradurre i cambiamenti fisici nel clima nelle conseguenze per gli ecosistemi locali. Sarebbe importante vedere finalmente emergere scelte precise e profonde per organizzare la speranza.

 

 

16 Agosto 2021

Gli ecosistemi non seguono i confini degli umani

Quello che segue è l'intervento che ho svolto al X congresso di Slow Food Italia per illustrare la mozione “Pensarsi e agire come Comunità, per la Slow Food degli ecosistemi”, approvata a larga maggioranza e che trovate nell'allegato.


Nel nostro dibattito congressuale abbiamo posto il tema cruciale del cambio di paradigmi. La sindemia, l'intreccio delle crisi ambientale, sanitaria, climatica demografica, migratoria, economica e sociale (che sappiamo anche politica e culturale), ha evidenziato ed accelerato l'urgenza di questo cambiamento.

Cambiare i paradigmi, però, non è così facile come può sembrare. Si tratta di approcci consolidati e mettere in discussione trecento anni di magnifiche sorti progressive richiede una rivoluzione copernicana. Non basta un voto congressuale per cambiare il nostro sguardo sul mondo.

Occorre un percorso e per questo, nei mesi scorsi, abbiamo immaginato un ambito di sperimentazione culturale e politica qual è stato Terra Madre.

Ci siamo detti: proviamo a leggere il pianeta (e il nostro tempo) con occhiali diversi, attraverso l'idea di nuove geografie. Ne è venuta la Terra Madre degli ecosistemi, non la vecchia geopolitica ma uno sguardo capace di comprendere che le grandi questioni si misurano sul terreno dell'interdipendenza globale e dei territori in cui viviamo: le terre alte, le terre metropolitane, le terre d'acqua, le terre di pianura. Gli ecosistemi non seguono i confini degli umani.

16 Agosto 2021

In nome del nostro albero di melograno

di Razi e Soheila Mohebi


"A volte uno non si cura dei passeri e non sente quello che hanno da dire.

A volte non si cura di sentire il suono di flauto del pastore e non distingue le voci delle pecore e degli agnelli

e non si capisce cosa vogliono dire e poi arriva anche la volta in cui non sente più i sospiri e i gemiti delle altre persone.

L'esperienza della massimizzazione , sempre al suo apice, è possibile solo per l'uomo in guerra.

"Guerra significa massimizzare tutto."

Il nostro asino nero e altre Memorie di Jaghoori

Afghanistan

 

Mi viene da dire che tutto sia andato ad una velocità atroce, ma poi mi fermo sul mio pensiero: sapevamo fin dal lontano 2011, quando siamo partiti con una equipe della FilmWork sostenuta a sua volta dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, per girare il primo episodio di "Afghanistan 2014 campo lungo".

Il film racconta la prospettiva della comunità internazionale dopo il loro ritiro delle truppe dall'Afghanistan. Abbiamo percorso le nostre inquietudini fino al 2014 realizzando il secondo episodio "Afghanistan 2014, Insert " e attraversando l'Europa, dalla Grecia all’Italia, dalla Germania alla Svezia, abbiamo domandato della diaspora afghana in esilio, per sapere cosa pensano possa accadere con il ritiro definitivo delle forze internazionali. 

14 Agosto 2021

Il discredito sul IPCC. Un film già visto mezzo secolo fa.

 

Queste note sono state scritte in due momenti diversi. La prima è nata in risposta ad una serie di articoli che “Il Foglio” ha pubblicato in questi giorni. Complice la calura estiva, la lettura ha subito innalzato la temperatura corporea oltre il livello di sopportazione. E cosi ho preso carta e penna e ho scritto al Direttore. Sono gesti di reazione che si fanno, pur sapendo che il direttore del Foglio mai pubblicherà una riga di quanto ho scritto.

Alla prima è seguita, il giorno dopo, la seconda nota dove faccio alcune considerazioni per analizzare le "ragioni dell'avversario", considerazioni che non mi sentivo di condividere con Cerasa. Ma con questo blog, sì. (a.m.)

 

di Alessandro Mengoli


Egregio Direttore,

scrivo in risposta all’articolo pubblicato in prima pagina a firma di Maurizio Crippa, pubblicato sull’edizione del Foglio del 12 agosto 2021, con il titolo: Il Cuomo dell’IPCC scriveva balle ma vinceva il Nobel.

Riporto dal testo: “…Ma il clima è cambiato, sì. Fosse stato lo stesso nel 2007 – quando un vecchio marrazzone di nome Rajendra Pachuari, che guidava l’Ipcc come un satrapo, fu costretto a dimettersi per molestie sessuali – assieme a lui avrebbero coperto di merda anche il suo istituto. Invece, siccome era a capo di un comitato alla moda, gli studi sul clima, in quel 2007 gli diedero pure il Nobel per la Pace. Incuranti che Pachuari quello stesso anno avesse diffuso un report che annunciava, sbagliando, lo scioglimento dell’Himalaya nel 2035.Ora siamo nel 2021 e tutti, tranne Franco Prodi e pochi altri prodi, pensano che i report Ipcc siano vangelo. Che clima ”.

 

 

12 Agosto 2021

Climate Change 2021. I messaggi principali del Sesto Rapporto IPCC

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Lo stato attuale del clima

Rispetto al Quinto rapporto di valutazione dell’IPCC (AR5) sono migliorate le stime basate sulle osservazioni e le informazioni dagli archivi paleoclimatici, che forniscono una visione completa di ogni componente del sistema climatico e dei suoi cambiamenti fino ad oggi. Nuove simulazioni dei modelli climatici, nuove analisi e metodi che combinano numerose evidenze, portano ad una migliore comprensione dell’influenza umana su un’ampia gamma di variabili climatiche, compresi gli estremi meteo-climatici.

È inequivocabile che l’influenza umana ha riscaldato l’atmosfera, l’oceano e le terre emerse. Si sono verificati cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera.

- Gli aumenti osservati nelle concentrazioni di gas serra (GHG) dal 1750 circa sono inequivocabilmente causati da attività umane. Dal 2011 le concentrazioni in atmosfera hanno continuato ad aumentare, raggiungendo nel 2019 medie annuali di 410 ppm per l’anidride carbonica (CO2), 1.866 ppb per il metano (CH4), e 332 ppb per il protossido di azoto (N2O).