La copertina del libro
Senza parole. Nuove presentazioni sul territorio
23 Marzo 2014
Territoriali ed europei, una prima sintesi di tre giorni di confronto
23 Marzo 2014
La copertina del libro
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23 Marzo 2014
Territoriali ed europei, una prima sintesi di tre giorni di confronto
23 Marzo 2014

Oltre allo scollamento tra sfera politica e socio-economico, una componente della crisi della politica va ricercata nel distacco tra il livello di governo nazionale e quello locale. Una risposta alla crisi della politica va data coniugando, anche attraverso un processo di costruzione dell’Italia delle autonomie, le istanze locali con la necessità di guardare oltre i confini nazionali. C’è bisogni di corpi intermedi in grado di interpretare questo “tempo precario”” (Diamanti), le istanze locali e di darne un’adeguata rappresentazione presso le sedi istituzionali. Cioè di riconnettere i territori alla politica, ma prima ancora le persone alla narrazione del proprio territorio. Il tutto nel quadro di una revisione della governance istituzionale italiana in cui lo Stato sia uno degli attori della catena della sovranità che dall’Europa arriva ai territori, che devono essere sempre piùautonomi.

Siamo convinti della necessità di riconnettere la politica ai territori, alle loro istanze, alla loro comprensione e narrazione, in questa nuova dimensione caratterizzata dalla complessità e dall’interdipendenza tra i livelli di governo, tra le reti, tra i luoghi, tra i territori. Per questo motivo da qualche mese abbiamo inaugurato un cantiere che partendo dalla dimensione trentina, dalla sua autonomia, dal suo essere laboratorio politico ed istituzionale innovativo, ponga al centro del dibattito l’idea di un partitoinsieme territoriale, nazionale ed europeo, in grado di essere nodo di reti politichee territoriali corte e lunghe, alpine e mediterranee allo stesso tempo. Perché, con De Rita, “”a una politica che si disormeggia dal territorio, si concentra sulle dinamiche relative ai soli poteri statuali o sovrastatuali, dimentica gli interessi locali, la loroarticolazione, la loro residua vitalità, non resta che occuparsi dello spread: di come tenerlo sotto controllo con europeista responsabilità o di come relativizzarne il significato alimentando derive populiste””.

Il territorio, prima di essere parola chiave dell’azione politica, deve diventare unospazio pensato e praticato, capito e raccontato, rappresentato. La solitudine dei territori e la loro rancorosità è già stata fin troppo ventre della proposta politica populista, demagogica, conservatrice e xenofoba che ha dominato la scena politica e culturale italiana negli ultimi 20 anni. La questione territoriale non può essere interpretata in un’accezione localista. Il territorio non può essere visto come una piccola patria, né come una risorsa da sfruttare, bensì va visto come la dimensione dei saperi, delle conoscenze, dei comportamenti collettivi, dei rapporti sociali ed economici, dei processi culturali, della comunità e dei suoi problemi

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