dialogo
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3 Agosto 2009
Il chiarimento con il PD nazionale
5 Agosto 2009
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Per una Unione democratica autonomista trentina

di Vincenzo Calì 

Con il regolamento congressuale approvato dall’assemblea del Partito Democratico del Trentino e la decisione dell’UPT di tenere il proprio congresso in ottobre entra nel vivo un dibattito destinato a lasciare segni profondi nel paesaggio politico locale e nazionale.

Vengono infatti al pettine nodi che l’urgenza dei tempi impone di affrontare e che il centrosinistra aveva fino ad oggi accuratamente evitato di sciogliere.
1. La questione dell’autonomia politica. In terra trentina, l’aver finalmente approvato da parte del PD un regolamento rispettoso della specificità locale, differenziandosi così dall’impostazione centralistica nazionale, pone finalmente i presupposti istituzionali indispensabili per poter iniziare ad entrare nel merito delle questioni programmatiche, cosa fino ad oggi preclusa, in una confronto in parallelo con il congresso dell’Unione per il Trentino, L’approdo finale della discussione programmatica dovrebbe portare, attraverso la condivisione da parte dei due congressi di un preambolo su identità e valori, all’avvio della ricomposizione in un unico soggetto politico del centrosinistra trentino, un unione democratica autonomista trentina confederata con il PD nazionale che sarebbe bene vedesse la luce entro la fine della legislatura, dopo aver sperimentato liste comuni alle elezioni amministrative del 2010.
2. La questione della leadership. L’aver scelto l’elezione del segretario provinciale attraverso la chiamata degli elettori e non dei soli iscritti e l’aver posticipato al 30 agosto la data ultima per l’iscrizione al partito mette al riparo il dibattito da un appiattimento sulle questioni nazionali e permette maggiore libertà ai candidati alla segreteria di impostare un programma federalista. Rimane certo una contraddizione: quella di un assemblea che sceglie modalità congressuali che propendono più verso l’idea di partito del segretario nazionale Franceschini ma che nella sua maggioranza appoggia lo sfidante Bersani, che del partito ha un’idea diversa. Sarà opportuno da parte dei candidati alla segreteria provinciale operare uno sforzo, nell’elaborazione del loro programma, per non fare leva su tale contraddizione, onde evitare lacerazioni personalistiche di cui gli elettori del centrosinistra non sentono affatto il bisogno. Più che tempo di tifoserie da stadio è questo il momento della fermezza sui principi e del senso di responsabilità nell’azione, come ha egregiamente dimostrato di saper fare in questi mesi Maurizio Agostini. A chi lo sostituirà l’arduo compito di tracciare un percorso originale per il centrosinistra trentino, pur non rinunciando a schierarsi per uno dei quattro candidati alla segreteria nazionale. A Lorenzo Dellai e all’UPT un sincero augurio: quello di saper trovare, in un momento così difficile, la via giusta per mantenere alto il dibattito nel centrosinistra, evitando tentazioni di autosufficienza centrista lontane dalla tradizione degasperiana, quella di una specificità trentina, al riparo da avventure, nel contesto della famiglia democratica italiana.

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