Festa Democratica a Trento
15 Aprile 2010Il PD del Trentino nelle elezioni comunali del 16 maggio
18 Aprile 2010di Vincenzo Calì
(16 aprile 2010) Il sasso lanciato da Romano Prodi nello stagno democratico con la proposta di un PD autenticamente federale non ha dato luogo ai classici cerchi concentrici, per via del gelo caduto subito sulla proposta.
Un vero peccato, specie dal punto di osservazione del Trentino, che il tutto si riduca alla levata di scudi contro “Il partito del Nord” e al malevolo commento di quanti nel PD liquidano l’uscita di Prodi come un attacco a Bersani.
L’approccio dell’apparato nazionale del partito (e dei deputati e senatori nominati dall’apparato stesso) la dice lunga sul permanere della mentalità centralistica ereditata dai vecchi partiti novecenteschi. Ne sappiamo qualcosa anche qui in Trentino, dove nel PD non si è potuto sciogliere il nodo statutario in senso autenticamente federalista a causa del persistere di una concezione centralistica del partito, che ha portato il dibattito statutario locale su di un binario morto (la vexata questio, mai risolta, era:federati o confederati con il partito nazionale?).
La proposta di Prodi di porre al vertice i segretari regionali (eletti con le primarie di partito) taglia la testa al toro, portando finalmente all’armonizzazione delle dinamiche di partito territorio per territorio. Semmai va messa meglio a fuoco la questione delle modalità per la scelta del coordinatore nazionale (non del candidato alla guida del governo, che dovrà essere scelto da primarie fra gli elettori).
In Trentino siamo già pronti, e con una tale concezione del partito possiamo ragionevolmente pensare di conservare il ruolo di “partito guida” della coalizione di centrosinistra autonomista che, unico caso a nord del Po, governa il nostro territorio dall’inizio dell’era berlusconiana. E’ ovvio che per vincere la sfida con il centrodestra a livello nazionale non potrà bastare un più forte partito del Nord, ma saranno indispensabili forti partiti territoriali in tutte le regioni ( che in prospettiva dovranno diminuire di numero, mediante razionali accorpamenti).
La questione federalista, secolare cavallo di battaglia della sinistra che pensa, è tornata, grazie a Prodi, all’ordine del giorno. Vediamo di non farla sparire dall’agenda politica; discutiamone almeno in questo territorio, a partire dai circoli territoriali, volgendo lo sguardo al futuro e non al passato.