Il tempo si è fermato a Srebrenica
12 Luglio 2009
Michele Nardelli
Labirinto Balcanico
15 Luglio 2009
Il tempo si è fermato a Srebrenica
12 Luglio 2009
Michele Nardelli
Labirinto Balcanico
15 Luglio 2009

C’è chi pensa alla deriva sanitaria: è vicino a noi il caso di quel malato arrestato al pronto soccorso; quale "irregolare" si fiderà più del medico o dell’ospedale? E se ci si terrà lontano dalle strutture sanitarie, quale sarà il prezzo che pagheremo tutti con il diffondersi di malattie non controllate? Se il capofamiglia a cui si sta affittando un appartamento resta senza permesso di soggiorno, dovremo denunciarlo e mettere sulla strada lui e i suoi figli, sapendo di rischiare altrimenti fino a tre anni di carcere e la confisca dell’immobile? Il reato di clandestinità non potrà che intasare uffici giudiziari e carceri. Come si fronteggerà quanto la nuova legge richiede di mettere in opera? L’allungamento della permanenza nei "Centri di identificazione e espulsione" comporterà un pesante aumento dei costi di gestione, affollamento, peggioramento generale delle condizioni di vita, inevitabile violenza (nascosta a noi). Come tutto questo ci porterà sicurezza? Se quanto ha a che fare con lo stato viene identificato come forza di repressione ed espulsione, chi si avvicinerà a qualunque ambiente istituzionale? A partire dalla scuola, luogo privilegiato per la tanto richiesta "integrazione". I nati da madre non "in regola" non saranno registrati; quale futuro per queste vite, private di identità fin dall’inizio? E quale futuro per un’intera società che pensava di essere tutelata da quel documento di avanzata civiltà che è la nostra Costituzione?

Il cosiddetto "pacchetto – sicurezza" approvato recentemente dal Senato sta provocando reazioni forti in gran parte della società civile. Ne sono stati sottolineati gli aspetti di impraticabilità e quelli di inefficacia. Ma da condannare è soprattutto il suo carattere regressivo, la violazione della dignità umana che ne deriva. E questo vale non solo per chi è colpito direttamente da queste misure, ma anche per tutta una nazione trasformata da un clima di sospetto, dalla pratica della delazione, dal ritorno ad uno stato barbarico che spoglia persone (nostri vicini, bambini delle nostre scuole) dei diritti fondamentali. Il fatto che il governo stia ora pensando a escamotage legislativi per tranquillizzare le famiglie che si reggono su lavoratrici non in regola appare come un’aggravante: si discriminano ulteriormente le persone in base alla loro utilità immediata.

Tutti questi provvedimenti vanno a colpire una gran parte di nostri concittadini; per effetto mediatico si pensa solo a chi sbarca senza un visto regolare. Ma il permesso di soggiorno si può perdere anche dopo anni di permanenza regolarissima. Basta un licenziamento e si diventa delinquenti. Quale genere di diritto consente che si possa essere colpevoli non per le azioni, ma per lo stato amministrativo? L’ulteriore precarizzazione del lavoratore immigrato avrà come immediato risvolto l’aumento della ricattabilità, dello sfruttamento, degli infortuni. E come non vedere che questo è un passo di cui tutti i lavoratori subiranno le conseguenze?

Qualcuno forse si illude che il tacco schiacciato sui corpi altrui si traduca in vantaggi per gli "italiani doc". Ma questo non è un gioco a somma zero: erodere i diritti di una parte è come incrinare una diga comune.

Invitiamo perciò ad indirizzare al Presidente Napolitano (https://servizi.quirinale.it/webmail/) l’adesione all’appello stilato da Domenico Gallo (www.domenicogallo.it), con la richiesta di non firmare una legge che calpesta la dignit&agrave

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