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Noi e la grande sfida dell’immigrazione.

Film "Soltanto il mare"

Tra queste iniziative, il prossimo incontro avrà per protagonista un film che si potrà vedere martedì 18 settembre alle 20.30 nella sede del Centro per la formazione alla solidarietà internazionale, in vicolo S. Marco 1 a Trento (ingresso libero). Il titolo del film, realizzato dal regista Dagmawi Ymer, è "Soltanto il mare". Mentre Lampedusa è al collasso, il film rende omaggio all’isola e ai suoi abitanti attraverso gli occhi di un migrante. Il regista apre il dibattito raccontando la sua storia che lo vede protagonista degli sbarchi sull’isola nel 2006.

Tavola rotonda "Le autonomie locali europee e la sfida dell’immigrazione"

Il successivo appuntamento è programma venerdì 21 settembre alle 18.00 nella Sala Aurora di Palazzo Trentini, in via Manci 27 a Trento, con una tavola rotonda promossa dal Forum trentino per la pace e i diritti umani, aperta al pubblico e dedicata al tema "Le autonomie europee alla sfida dell’immigrazione. Quali diritti-doveri per i nuovi cittadini glocali?" Se ne parlerà con Lorenzo Piccoli, Stefano Fait e Piergiorgio Cattani. Introduce Michele Nardelli, presidente del Forum per la pace. La crisi europea offre una grande opportunità per le autonomie locali come Trentino e Alto Adige, ma anche Catalogna, Baviera, Scozia, Paesi Baschi, Corsica. Queste regioni sono protagoniste di un processo di costruzione di una identità propria sempre più fortemente proiettata sullo scenario internazionale. Tale processo crea tuttavia una fortissima tensione attorno al concetto di cittadinanza: aperta all’inclusione degli immigrati come nuovi cittadini delle autonomie europee, o chiusa su una concezione attenta alla difesa della propria identità storica e delle radici etniche e territoriali?

Perchè queste proposte

Ritrovare la propria qualità di cittadini significa sentirsi attori di una storia collettiva, capaci di immaginare se stessi assieme agli altri, tesi a riscoprire valori comuni e principi etici condivisi attraverso i quali edificare la polis…(Enzo Bianchi, L’altro siamo noi, 2010)
Chi è lo straniero? E’ qualcuno che non appartiene fin dall’inizio al nostro stesso ambito; quando poi vi arriva, vi importa un insieme di particolarità, di qualità, che a lungo andare ne possono trasformare più o meno in profondità il carattere. Lo straniero, l’estraneo, è colui che modifica la nostra familiarità spaziale, la disturba con elementi anomali che ci mettono in difficoltà perché nuovi e a noi sconosciuti. Questo ci provoca "un mucchio di grattacapi", ci costringe a riformare il nostro spazio necessariamente rimisurandolo, ridefinendone i limiti, le soglie, le adiacenze.
La separazione tra noi e gli altri ci accompagna da sempre e ci mette quotidianamente di fronte alla necessità di scegliere. Ci possiamo infatti inoltrare su un ponte gettato tra due mondi, oppure andare a sbattere contro un muro che li separa o ancora ritrovarci su una strada che li mette in comunicazione. La dimensione della conoscenza, del dialogo, della comprensione e della mediazione dei conflitti è diventata nel tempo fondamentale strumento per disinnescare derive escludenti e di chiara matrice razzista. I luoghi della condivisione e dell’incontro hanno rappresentato – e tuttora rappresentano – lo spazio più avanzato di sperimentazione nell’accoglienza e nel percorso di convivenza con lo straniero. Partecipare alla costruzione di una nuova idea di cittadinanza significa riscoprire l’importanza dell’incontro e dei luoghi che lo favoriscono; ridare significato a parole come libertà, responsabilità, diritti, doveri, limiti; studiare le culture, le religioni, le lingue, la geografia e la storia; vivere con curiosità le difficoltà dei conflitti che le differenze naturalmente generano. Vorremmo condividere con tanti altri questo inizio di riflessione.

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