Filiere corte ed educazione alimentare, un gruppo di lavoro per il Programma
16 Luglio 2012Società dell’informazione, amministrazione digitale, software libero, dati aperti: il Disegno di legge nei prossimi giorni in aula
17 Luglio 2012La pace non è dunque qualcosa per le "anime belle", investe le scelte di fondo, quegli stili di vita che qualcuno ritiene "non negoziabili", facendoci pericolosamente avvicinare al baratro di una guerra di tutti contro tutti. Quella del petrolio l’abbiamo già conosciuta, quella dell’acqua è in corso, così come quella per la terra, bene limitato se pensiamo che fra non molto saremo in 9 miliardi di esseri umani sul pianeta.
Dalla percezione sempre più diffusa dell’insostenibilità del nostro modello di sviluppo, nasce la paura. Paura di dover fare posto a qualcun altro che oggi non ce l’ha, paura verso l’altro da te, del diverso…
La paura può essere affrontata cercando soluzioni ai problemi, oppure cavalcata per ricercare facile consenso. La richiesta di armarsi nasce qui. E devo dire che la militarizzazione dei corpi di polizia locale è una risposta accondiscendente verso questo modo di affrontare la paura. Quest’ultima non va nemmeno esorcizzata: quando la paura c’è, va riconosciuta, presa per mano, elaborata. Non è poi affatto casuale che la paura si acuisca in un contesto di solitudine, personale e sociale. La politica, le istituzioni, dovrebbero servire proprio a questo, "a dire al prossimo tuo che non è solo" come ebbe a scrivere Massimo Cacciari qualche anno fa.
La risposta delle armi è semplicemente una sconfitta della politica. La sicurezza delle nostre comunità si chiama coesione sociale, accoglienza, cittadinanza nel rispetto dei diritti e dei doveri di ogni persona, solidarietà, lungimiranza di investire nelle relazioni, quelle con mondi lontani ma in realtà così vicini, come quelle dentro le porte di casa nostra. La risposta è nella capacità di affrontare i conflitti e di farli evolvere in maniera virtuosa. In altre parole, investendo sulla cultura della pace.
2 Comments
Ciao Michele,
ho letto con piacere il tuo comunicato relativo al discorso sulle armi ai vigili urbani.
Non ho seguito la discussione in questi giorni e quindi non so bene in che termini se ne sia parlato, ma era era un tema che avevo a cuore e
di cui avrei voluto parlarti già tempo fa (forse l’anno scorso), quando con orgoglio era uscita sui giornali la notizia dell’acquisto delle pistole per i vigili urbani da parte dell’amministrazione di Rovereto (città della pace!).
La cosa che mi sconcerta ulteriormente è che queste azioni, che mi aspetterei da politici leghisti, vengano intraprese da amministrazioni di centro sinistra, ma qui il discorso si farebbe lungo…
Ti auguro una buona settimana
Andrea
Bella la tua riflessione sulle armi date in dotazione ai vigili.
Iva