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Nel quadro delle recenti elezioni comunali, c’è un area del Trentino che rappresenta per certi versi un’anomalia rispetto all’affermarsi del centrosinistra autonomista nel resto del territorio. E’ la Piana Rotaliana e la stessa vittoria a Lavis del candidato del centro destra (più il Patt, anch’esso anomalo) Graziano Pellegrini conferma questa tendenza. Effetto inceneritore? Ruolo di un Patt ancorato a destra? Roberto Devigili analizza le caratteristiche del voto nei Comuni della Piana.

di Roberto Devigili

È sempre più complicato cercare di capire il risultato elettorale, specie quello amministrativo, da sempre e giustamente caratterizzato da peculiarità locali che vanno oltre l’orientamento ideologico. Ora è ancora più complicato per l’affermarsi, anche nei centri abitati più “grandi”, dell’abitudine di non utilizzare i simboli di partito e formare liste civiche con programmi talmente realisti da sembrare, a volte, la fotocopia uno dell’altro. La scelta della lista civica, talvolta, va oltre la naturale e positiva propensione a concentrare l’attenzione su specifici problemi locali che, come si usa dire “non sono né di destra né di sinistra” e diventa un alibi per non pronunciarsi su scelte sovra comunali (o provinciali). Lo svincolare sul problema dello smaltimento dei rifiuti (leggi inceneritore, biodigestori, ecc.) se non il pronunciarsi contro le decisioni delle istituzioni guidate da politici amici, è reso più facile a candidati che non dichiarano l’appartenenza a schieramenti che su tali problemi hanno magari già espresso un convincimento, talvolta in modo problematico e non entusiastico, ma realisticamente favorevole. Insomma, la lista civica, può diventare un alibi per il Nimby. Nel fondovalle, poi, a causa della crescita demografica seguita alla pesante urbanizzazione, i nuovi residenti non conoscono le realtà comunali e le persone che si candidano alla guida dei paesi; in assenza di simboli di partito (unici ancorché sbiaditi segnali per l’orientamento) i nuovi residenti, quando votano, spesso lo devono fare a “caso” convinti magari da un volantino che sembra loro affascinante o agganciati da uno spietato porta a porta. Ma anche gli autoctoni, spesso delusi dalla “politica”, confusi dalle tante parole e dalla scarsa propensione alla partecipazione (ma oramai i partiti sono diventati, quasi tutti, dei comitati elettorali che si fanno vivi solo, o quasi, per chiederti il voto) si orientano su un argomento “popolare” come il NO all’inceneritore, la cosiddetta TAV, ecc.

Dopo il “pistolotto”, vediamo com’è andato il voto nella Piana Rotaliana

Faedo. Ha “vinto” l’unica lista presente, quella di matrice autonomista – centro sinistra guidata dal sindaco uscente, Bruno Faustini (Patt). La lista di opposizione non si è ripresentata e ha, più o meno esplicitamente, puntato sul non raggiungimento del quorum e sul successivo commissariamento del piccolo comune (circa 600 abitanti), adagiato sulla collina est della Rotaliana. Pur con un calo di consensi, probabilmente a causa del fatto che il sindaco si è dichiarato favorevole ad ospitare un biodigestore per il trattamento della frazione organica (scarti alimentari e vegetali) dei rifiuti, il candidato è stato rieletto. Da segnalare che accanto al grande merito di Faedo di aver remato contro l’insediamento di un centro commerciale ai piedi del castello di Monreale, gli stessi amministratori hanno inserito nel programma alcune promesse (la rimozione di due piccoli e bruttissimi magazzini comunali deturpano le due belle chiesette all’ingresso del paese) che erano state già annunciate dieci anni fa! Insomma, a Faedo sembra più facile contrastare le pressioni di qualche lobbysta che trovare un pezzo di terra (vade retro,esproprio!!) per costruire un nuovo magazzino comunale e rendere piacevole l’ingresso di un piccolo borgo che grazie ad una posizione strategica, con un poco più di cura e decoro, potrebbe avere una vocazione turistica.

Mezzocorona. Visto che a Mezzolombardo si era già votato nel 2009 a causa dello scioglimento del consiglio comunale seguito delle dimissioni dell’ex sindaco Borga, risultato eletto consigliere provinciale, l’attenzione era puntata su questa borgata che da poco ha superato i cinquemila residenti. Ha rivinto, per la terza volta, la lista civica del sindaco Mauro Fiamozzi con una percentuale del 63 per cento contro il 29 del centro sinistra (Upt – Pd). Deluso il consigliere uscente di area Pd, Diego Pancher, che aveva portato all’interno del consiglio comunale di Mezzocorona alcune campagne di sana e vivace opposizione: l’8,58 per cento, poco più del giovane Denis Paoli, candidato sindaco della Lega nord, è sembrato decisamente un risultato sconfortante. A proposito, Paoli, da studente del Martini, aveva guidato la campagna leghista per i crocefissi nelle aule scolastiche, azione che aveva portato all’attenzione delle cronache l’allora preside della scuola di Mezzolombardo Mario Casna, diventato a distanza di pochi anni consigliere provinciale della Lega probabilmente anche grazie a quella “meritoria” commedia. Bisogna ammettere che Mezzocorona non è stata abituata negli ultimi tempi ad avere un’opposizione critica e graffiante ancorché concreta come quella di Pancher che, però, non è stata capita. Fondamentale per l’esito favorevole al sindaco Fiamozzi sono risultati due fattori: una campagna elettorale ottimamente organizzata e molto aggressiva, a base di telefonate e di un porta a porta pressante nonché la posizione attiva nel contrastare la realizzazione dell’inceneritore di Trento Nord. L’opposizione su questo punto, ed il Pd in particolare, non sono stati ambigui come in altri luoghi elettorali e l’aver esplicitamente sostenuto le scelte della Provincia in materia è risultato perdente così come non essere riusciti a far esplodere la contraddizione che vede l’amministrazione di Mezzocorona capofila nella lotta contro l’inceneritore e ultima (ancorché con percentuali elevate) in classifica tra i comuni Rotaliani in quanto a risultati della raccolta differenziata!

Nave San Rocco. La maggioranza della ex sindaca Renata Stenico si è presentata spezzata ma è riuscita ad eleggere sindaco il “pattitino” Garzetti. L’opposizione “storica” che negli ultimi anni aveva battagliato contro la discutibile scelta di costruire il nuovo asilo in prossimità di un traliccio dell’alta tensione (il territorio di Nave è attraversato da alcune linee elettriche) ha perso due consiglieri dovendo ora spartire il ruolo di minoranze con alcuni ex della vecchia maggioranza. Tutte le compagini si sono presentate alle elezioni con la proposta di spostare il traliccio, visto che la costruzione dell’asilo, oramai, è in stato di avanzamento.

Roveré della Luna. La legge che ha messo un limite di tre mandati ai sindaci ha obbligato al ritiro dalla prova elettorale lo storico sindaco Mario Tomasini. Al suo posto è stato eletto un suo ex assessore. Il dato più significativo è stato il crollo della lista di sinistra, composta anche da persone vicine a Rifondazione Comunista, lista che ha rappresentato l’opposizione fin dai tempi dello scontro con la vecchia Democrazia Cristiana. Il consenso della lista di sinistra è passato dal 14 per cento al 4 per cento: sconforto e incredulità tra i candidati che si stanno interrogando sull’accaduto.

San Michele, con quasi duemilaottocento residenti, per numero di abitanti, è il terzo comune della Piana. San Michele vive in uno strano rapporto di odio-amore con il noto Istituto agrario, ora fondazione E. Mach. Infatti, se da un lato l’Istituto è un ottimo datore di lavoro per decine di abitanti del borgo dall’altra, l’importanza dell’istituzione provinciale ha piegato spesso verso se stessa, talvolta frustrandole, le scelte degli amministratori comunali. Dopo due legislature del sindaco uscente Guido Moser, di area berlusconiana ma a capo di una lista non omologabile al centro destra per la presenza in essa di personalità con una storia molto diversa, ha vinto con grande margine la giovane Clelia Sandri, Pd, a capo di un’altra lista civica. Di carattere timido lo sconfitto e di piglio deciso, invece, la nuova sindaca. I programmi elettorali non erano molto diversi ma dall’affollata riunione pubblica indetta per la presentazione della lista che poi avrebbe vinto, si sentiva aleggiare una voglia di cambiamento. Vedremo quale cambiamento visto che, nei comuni, anche se ricchi come quelli trentini, gli spazi di manovra sono molto relativi e probabilmente risulteranno ancora più limitati dall’aria che ultimamente tira a causa dei preannunciati tagli alla spesa pubblica.

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