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Perché due alpinisti dispersi sotto una valanga fanno più rumore di cento annegati al largo della Libia? Perché i soccorsi in montagna suscitano empatia personale e mediatica mentre le rischiose operazioni di salvataggio in mare vengono liquidate come "sbarchi di clandestini"? Perché i troppi naufragi che hanno trasformato in cimitero la frontiera meridionale d’Europa, il Mediterraneo, continuano a ripetersi in silenzio, come se non ci riguardassero?

È sembrato chiederselo – e chiedercelo – anche Papa Francesco, in occasione della sua visita a Lampedusa il mese scorso. E se lo sono chiesti i volontari del Comitato Non laviamocene le mani, che da due anni accompagnano i rifugiati accolti in Trentino in un percorso di accoglienza concreta, spontanea e del tutto volontaria.

Sulla traccia di un gemellaggio fra soccorso alpino e soccorso in mare, per scardinare l’impostazione dell’emergenza, per capovolgere la prospettiva del noi e loro, indagando non tanto il diritto di asilo quanto il nostro dovere del soccorso, il viaggio di ricognizione diretta a Lampedusa, ideato e organizzato dal Comitato Non laviamocene le mani, ha visto lo scorso aprile i ragazzi della classe 5a B informatica dell’Istituto "Marconi" di Rovereto farsi "inviati speciali sul posto".

Per vedere, incontrare, capire e raccontare una realtà così spesso sotto la luce distorta dei riflettori, i ragazzi hanno incontrato il comandante della Guardia Costiera, il sindaco, il parroco, la direttrice della Riserva di Legambiente, avvocati e verdurai, pescatori e volontari, sono stati al cimitero e in spiaggia, su una motovedetta e al ristorante, e hanno raccolto impressioni, foto, racconti. "Abbiamo visto con i nostri occhi e ora possiamo dire che quello che si dice di Lampedusa non è tutta la verità". "Il comandante Cannarile ci ha detto che non bisogna parlare di sbarchi, quello che succede è che gli uomini della Guardia Costiera rispondono agli sos e vanno a recuperare i naufraghi anche a cento miglia dalla costa".

Il viaggio, realizzato grazie al sostegno di Assessorato provinciale all’Istruzione, Presidenza della Regione, Assessorato alla Cultura della Comunità della Vallagarina, Comune di Rovereto, e alla collaborazione di Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e Museo della Guerra di Rovereto, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio provinciale e del Comune di Lampedusa e Linosa, è solo la prima tappa di un percorso pensato come omaggio alla generosità di una minuscola isola "in cui passa il confine di tutta l’Europa". Un primo frutto del progetto è un libretto di 48 pagine edito dal Museo della Guerra di Rovereto. Il reportage video di Paola Rosà e Antonio Senter è allegato in omaggio alla pubblicazione.

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