Sono nato a Trento l'8 luglio 1954 e in questa città ho trascorso gli anni della mia giovinezza, fra studio e strada. Quest'ultima sarebbe una piccola storia da raccontare, quando non lo so ma ci sto pensando.

L'impegno politico e sociale è la cornice del mio profilo umano ed anche professionale. Ricercatore politico, formatore, animatore di programmi di cooperazione di comunità, dal 2008 al 2013 sono stato consigliere provinciale nella mia terra, il Trentino, e consigliere regionale del Trentino Alto Adige/ Südtirol.

Un impegno che prende corpo a Trento all'inizio degli anni '70, quando – studente nelle scuole medie superiori – partecipo attivamente all'esperienza dei Comitati Unitari di Base. Sono gli anni della mia formazione e, nonostante un'iniziale ritrosia, la politica apre passioni e visioni. "Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" scrive Fabrizio De Andrè nella "Canzone del maggio" ed era esattamente quel che avveniva in quel passaggio di tempo. Così nel 1972 inizia il mio impegno politico nella nuova sinistra con l'adesione ad Avanguardia Operaia. In quegli anni sono fra i promotori dei Comitati di Quartiere nell'ambito dei quali vengono promosse molte iniziative nella città, penso al movimento delle autoriduzioni o all'occupazione di molte aree verdi ed edifici abbandonati, fra le quali il vecchio ospedale Santa Chiara.

Gli anni '70

Sono, gli anni '70, lo scenario di uno straordinario protagonismo sociale (pensiamo all'esperienza dei Consigli di fabbrica) che produrrà profonde trasformazioni in ogni segmento della vita in Trentino come in questo paese. Un movimento che porterà alla stagione delle grandi riforme che segneranno l'Italia ed il modo di vivere delle persone, dallo "Statuto dei lavoratori" alla riforma psichiatrica, dal divorzio alla legge sulla maternità consapevole, dalla riforma sanitaria a quella scolastica, dalle Regioni al secondo Statuto di autonomia per il Trentino e per l'Alto Adige/Südtirol.

Una stagione di partecipazione nella quale non ci sono pause, dove la frenesia dei cambiamenti ed il carattere avvincente delle aspettative non concede tregua. Vi partecipo come studente universitario, come giovane funzionario politico e come corrispondente dal Trentino del "Quotidiano dei lavoratori".

Con le elezioni politiche del 1976 si apre una stagione di ripensamento ed insieme di aggregazione della nuova sinistra e in questo quadro è ascrivibile l'impegno per dar vita in Trentino – con il Partito di Unità Proletaria e Avanguardia Operaia – a Democrazia Proletaria. Processo che in Trentino anticipa di un anno quel che avverrà sul piano nazionale (1977) con il costituirsi di una delle più importanti federazioni di DP nella quale si riconosceranno significativi segmenti del movimento operaio e sindacale trentino. Il battesimo di questo progetto saranno le elezioni del novembre 1978 quando DP entra per la prima volta in Consiglio Provinciale e Regionale. Di lì a qualche anno – attraverso un percorso di approfondimento attorno ai temi del federalismo e dell'autonomia – si trasformerà in Democrazia Proletaria del Trentino, formazione politica autonoma e federata con DP nazionale.

In Consiglio comunale a Trento e poi... l'esperienza nazionale

Nelle elezioni comunali di Trento del 1980 (a 26 anni) sono eletto Consigliere Comunale della mia città, carica che ricoprirò fino al 1983 quando decido di dimettermi per seguire più da vicino responsabilità più strettamente di partito.

Nel 1984 mi trasferisco a Roma chiamato a far parte della Direzione e della Segreteria Nazionale di DP, occupandomi del Dipartimento organizzazione come Tesoriere e del quale diverrò responsabile nel 1987. Sono anni di immersione totale che comporta necessariamente condivisione con le scelte di fondo del partito, cosa niente affatto scontata vista l'originalità di pensiero che il laboratorio trentino ha iniziato ad esprimere in quegli anni.

Contraddizioni e divergenze che divengono via via sempre più consistenti proprio attorno alla natura del progetto politico demoproletario. Così nell'aprile del 1989, di fronte ad una sempre maggiore polarizzazione fra le correnti neo-comuniste e ambientaliste, scelgo di mettere fine alla mia esperienza nazionale, dimettendomi da ogni incarico e rientrando a Trento.

Presenti al proprio tempo

Di lì a pochi mesi, proprio nei giorni e nelle ore del novembre 1989 quando cade il muro di Berlino, DP del Trentino decide di dar vita ad un nuovo movimento politico locale che si chiamerà Solidarietà. Un congresso di svolta, che contribuirà ad aprire un capitolo nuovo nella vita politica della sinistra trentina e, più in generale, a quell'anomalia politica che farà il Trentino diverso nel panorama del nord italiano. Sono i giorni in cui l'allora segretario del PCI Achille Occhetto andrà alla Bolognina. Nel congresso fondativo di Solidarietà vengono rilanciate le idee e i valori di una sinistra egualitaria, federalista, nonviolenta. Ne sarò il coordinatore nonché il responsabile dell'omonima rivista fino al suo esaurimento, nel 2008.

Nell'inverno del 1991, in un tendone realizzato in piazza del Duomo a Trento proprio alla vigilia della prima guerra del Golfo, sono fra i promotori della Casa per la Pace, organismo di coordinamento di numerose associazioni impegnate sul terreno della mondialità, della pace e della nonviolenza. La caduta del muro di Berlino e la fine del socialismo reale apre grandi speranze per una nuova stagione di pace e di dialogo fra i popoli che ben presto s'infrangerà contro il neoliberismo e l'insana idea dello "scontro di civiltà".

Malgrado ciò in Trentino sono anni fertili sul piano dell'elaborazione attorno i temi della pace: prende così corpo la Legge Provinciale n.11/1991 che istituisce il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani alla cui stesura partecipo in prima persona; nasce l'UNIP, l'Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace di Rovereto, che sarà il nucleo iniziale di quello che quindici anni più tardi diventerà il Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale.

La guerra in casa

Sono anche gli anni della tragedia jugoslava, una guerra sull'uscio di casa che farà saltare vecchi schemi e metterà il movimento pacifista in grande difficoltà, ma che stimolerà nuove pratiche di interposizione nonviolenta e di cooperazione. In questo contesto sono fra gli animatori di diversi progetti di cooperazione decentrata e di diplomazia popolare nei Balcani, in particolare attraverso l'Associazione Progetto Prijedor (che arriverà a coinvolgere oltre venti Comuni trentini impegnati in un progetto verso questa città della Bosnia Erzegovina), il Trentino con il Kosovo (in relazione con l'area di Pec-Peja) ed infine il Tavolo Trentino con Kraljevo (nella Serbia centro-meridionale). Esperienze in rete con altri nodi di cooperazione nell'Europa di mezzo che si ritrovano nel Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS), forse la più importante esperienza di rete di realtà locali mai realizzata in Italia, del cui coordinamento nazionale farò parte fino al concludersi di questo percorso.

L'Osservatorio Balcani Caucaso

Nel giugno 1999, in un bar della Giudecca a Venezia durante i "Cantieri di pace", con l'amico Tonino Perna dell'Università di Messina, nasce l'idea di uno strumento permanente di documentazione e di approfondimento verso l'area balcanica, per superare approcci emergenziali ed ideologici: nasce così, grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Trento, l'Osservatorio sui Balcani (successivamente Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa http://www.balcanicaucaso.org), che negli anni diverrà il più importante centro di ricerca e informazione sulle tematiche dell'Europa di mezzo in Italia e a livello europeo, nell'ambito del quale seguirò progetti di ricerca sulla cooperazione, sullo sviluppo locale e sull'elaborazione del conflitto.

Una parte importante del mio lavoro è dedicato alla cooperazione internazionale e alla formazione presso l'UNIP e altri centri formativi e master post universitari. Nell'ambito degli studi e dell'impegno intorno ai temi della cooperazione internazionale prende corpo un'elaborazione che porta alla collaborazione editoriale con Mauro Cereghini che dell'Osservatorio è il direttore nei suoi primi sei anni di vita: esce per i tipi della EMI "Darsi il tempo. Idee e pratiche per una nuova cooperazione internazionale".

Sempre nel quadro dell'impegno internazionale, sono stato fra i promotori della rete del Turismo responsabile nei Balcani (www.viaggiareibalcani.net), progetto che ha avuto il merito di aprire strade di conoscenza verso questa parte d'Europa, nonché di altre esperienze di cooperazione in particolare verso l'area mediterranea.

L'anomalia trentina

Mondialità ed interdipendenza sono per anni il mio campo di impegno principale, con uno sguardo che cerca di connettere i territori in una visione "glocale" del nostro tempo. Uno sguardo che s'intreccia con l'impegno politico nel movimento politico "Solidarietà" ed in tutti i luoghi di contaminazione politico-culturale e laboratoriale (importante sarà l'esperienza di Senza Confini), fino ad arrivare alla scelta di portare questo patrimonio nel percorso di costruzione del Partito Democratico del Trentino, luogo nel quale cercare di sparigliare appartenenze ed idee. Sono gli anni dell'anomalia trentina, per molto anni unica regione dell'arco alpino a resistere alle derive dello spaesamento e della paura.

Il Consiglio Provinciale e il Forum per la Pace e i Diritti Umani

Un impegno che assumerà un significato anche professionale del tutto nuovo: nelle elezioni provinciali e regionali del 9 novembre 2008, infatti, sono eletto con 2599 preferenze in Consiglio provinciale (e Regionale). In questo contesto divengo componente della III commissione legislativa (urbanistica e ambiente). Il 18 maggio 2009 sono eletto Presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, incarico che continuerà fino alla primavera del 2014

Cinque anni di impegno politico-istituzionale che lasciano il segno in un importante lavoro legislativo. Le normative provinciali sulle filiere corte e l'educazione alimentare, sui Fondi rustici, sull'obbligatorietà della bonifica dall'amianto, sul software libero e i dati aperti, sull'apprendimento permanente, sull'animazione territoriale, mi vedono come primo firmatario, come mia è la proposta di dar vita al Fondo regionale per lo sviluppo locale, interessante progetto di "finanza di territorio" che metterà in gioco un capitale iniziale di cinquecento milioni di euro.

Così come fortemente innovativa è l'impronta culturale e progettuale che caratterizzerà la mia presidenza del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.

Con l'avvio della legislatura provinciale nasce anche questo sito, un contatto quotidiano attraverso un "diario di bordo" che raggiungerà le 2500 pagine (esperienza forse unica nel suo genere) e tante altre rubriche che sono diventate un punto di riferimento per molti lettori.

Una ricerca politica mai doma, che si trova stretta in un partito come il PD, ben lontano da quel progetto di sintesi di culture in cui avevamo creduto: nasce così "Politica Responsabile", ambito di elaborazione che intende dare voce alle idee e al pensiero al servizio della politica trentina e non solo: non un nuovo partito ma un luogo di elaborazione permanente attraverso un sito internet la cui responsabilità editoriale ruoterà ogni due settimane insieme alla proposta di un tema da approfondire, un collettivo di giovani ricercatori, una scuola di formazione politica "Territoriali ed europei".

Il pensiero laterale

Sono tempi in cui il pensiero laterale, la capacità di costruire ponti fra mondi e storie diverse, l'impegno serio che si sottrae ai riflettori, faticano a trovare riconoscimento sul piano elettorale.

Finisce così un'esperienza di impegno istituzionale molto coinvolgente e che personalmente ritengo certamente positiva. E si apre un nuovo capitolo di questa ormai lunga storia politica.

"Territoriali#Europei" diviene un laboratorio che ben presto si troverà a dover fare i conti con aspettative diverse, fra l'essere luogo di ricerca e il divenire l'ennesima forma di sperimentazione politica. Il suo esaurirsi non farà certo venir meno la necessità di indagare pensieri e culture lungo i crinali del tempo: nasce un progetto del tutto inedito che da individuale diviene collettivo: un "Viaggio nella solitudine della politica" che prende il via il 21 marzo 2017 e ancora prosegue attraverso venti itinerari identificati in altrettanti limes cruciali fra le regioni italiane, il Mediterraneo e l'Europa. C'è anche un sito che questo viaggio lo racconta: www.zerosifr.eu

Nel luglio 2018, dal lavoro a quattro mani con Mauro Cereghini, esce un nuovo libro: s'intitola "Sicurezza" (Edizioni Messaggero Padova): è il tentativo di declinare questa parola, diventata il mantra di un tempo segnato dalla paura, in maniera diversa ovvero del "prendersi cura". Anche in questo caso moltissime presentazioni, il modo per far vivere nelle relazioni una piccola ma diffusa rete di ricerca politica.

Sarà nell'ambito del Viaggio nella solitudine della politica che nasce la collaborazione con il sociologo bellunese Diego Cason che porterà alla nascita di un nuovo lavoro editoriale: “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite”, edito della Bertelli Editori (2020) ed attualmente in corso di presentazione.

Ho il privilegio di vivere a Cadine in una casa di campagna con Gabriella (compagna di una vita), tre gatti (la vecchia miciona chiamata “Due occhi”, strappata alla morte in un cassonetto insieme alla sorellina che però vedeva da un occhio solo; e due nuovi inquilini anch'essi trovatelli di nome Ninetta e Tobia) e gli altri animali che alloggiano intorno a casa (caprioli, volpe, tasso, numerosi scoiattoli, cuculo, picchio ed altri ancora). Fino a poco tempo fa c'era anche Nina, una bellissima "Montagna dei Pirenei", che ci ha regalato affetto e serenità per undici anni. Ora riposa altrove.



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