Una riflessione non più rinviabile
28 Luglio 2013Spazio o progetto politico?
9 Agosto 2013di Norma Micheli
Mentre scrivo, leggo le parole di Nicoletti e lo ringrazio per il tono, la chiarezza e il lavoro svolto. All’assemblea di domenica 28/7 ero assente. Quindi posso essere ascritta subito al gruppo delle interpretazioni. Se ci fossi stata avrei votato a favore delle dimissioni date, anche se ciò avrebbe comportato votare contro persone che stimo da tempo o che nel PD ho imparato a stimare: parlo di Segretario, Presidente e componenti del Coordinamento.
Avrei votato a favore non perché sono partigiana degli uni o degli altri ma perché credo che la nostra sia stata una sconfitta politica e d’azione profonda, in cui tutti, anch’io, abbiamo svolto la nostra parte, ciascuno secondo il peso del proprio ruolo.
Capisco bene però che mentre si pensa ad accettare le dimissioni è necessario anche concretizzare un’ipotesi di successione. Dunque comprendo bene le ragioni per cui l’Assemblea non ha portato a compimento il percorso.
Ho già riferito a Segretario e Presidente le mie valutazioni personali post-voto; quelle del coordinamento che rappresento (la Rotaliana) sono state diffuse a tutti.
E’ un po’ con ritrosia che intervengo però anche con la consapevolezza che, finora, non ho rubato ore in assemblea per parlarvi.
Qualche anno fa sono capitata in assemblea provinciale quasi per caso, convinta del progetto PD ma eletta per una serie di concomitanze poco cercate.
Fuori dalla politica da anni mi sono messa con impegno ad ascoltare tutti, tutti voi e soprattutto i leader di questo partito. Mi sono messa con molta umiltà al servizio del mio territorio (che nemmeno mi conosceva…) ed ho cercato unità con chi condivideva le mie passioni e i miei obiettivi di bene comune. Non ho cercato alleanze secondo le correnti di partito: se avessi agito così, io eletta nelle liste a sostegno Pinter, non avrei dovuto stringere alleanze con chi era eletto nelle liste a sostegno di Nicoletti. Io, bersaniana, non avrei dialogato con i renziani o i vendoliani.
Invece mi sono estraniata da tutto ciò ed ho cercato di vedere quello che sul nostro territorio potevamo fare per un grande obiettivo finale: portare la coalizione di centro sinistra (autonomista?) sul territorio della Rotaliana, possibilmente con un rinnovato progetto PD.
Dopo il 13 luglio questo rimane un bel sogno e giocoforza ci toccherà lavorare per una scelta di “second best” che per noi potrebbe anche voler dire continuare a stare all’opposizione… Pensate quanto cambia la prospettiva da piazza Duomo di Trento a via Bolzano: basta poco per non essere forza riformista e di governo. Quando saranno finiti (se finiranno) gli anni Patt-Pdl saranno dieci anni: avranno lasciato il segno sulla collettività in cui vivo. E il futuro presidente della Provincia abita qui: tombola!
Pensiamoci quando, per un motivo o per l’altro, lasciamo andare il partito in direzioni poco positive per interessi personali.
Bene, per perseguire quell’obiettivo prezioso (il centro sinistra riformista al governo del nostro territorio) ho dovuto – dicevo – lasciare a parte le alleanze provinciali, lavorando a un’alchimia continua tenendo ferma la barra del dato oggettivo: dato oggettivo che di mese in mese si muoveva davanti a noi e che andava re-inventato in un campo d’azione anomalo rispetto al provinciale. Nessun punto fermo su cui lavorare: se non la grande vivacità e l’intelligenza di un gruppo di persone, diverso per provenienza-età-esperienza, ma estremamente attivo e stimolante.
Abbiamo retto fino alle primarie del centro sinistra autonomista: cioè finchè la divisione provinciale del PD non è diventata capillare ed ha quindi raggiunto i territori. Troppo poco il tempo per riconvertire un elettore già raggiunto da doppie primarie, doppio turno, altri nomi PD rispetto ad Olivi. Troppa confusione in questa coalizione locale a intermittenza: no per le comunali, ni per la cdv, sì per le provinciali. Sul nostro territorio, ce n’è abbastanza da mandare in confusione anche il più attento degli elettori.
Ma il dato è uno: abbiamo nettamente perso! Al di là dei nostri errori quali azioni ci possiamo immaginare per recuperare terreno? Andare lì dove altri hanno tolto terreno a noi: il Movimento 5 Stelle ci ha tolto elettorato sui temi (alle politiche), il Patt ci ha tolto elettorato nel contatto con la gente (alle primarie). Se stiamo ancora a discutere sul capolista della lista o sul metodo penso che perderemo anche i pochi che ancora hanno voglia di dedicarci tempo e voto. Torniamo a occuparci dei temi di servizio alla gente: la gestione dell’acqua, la mobilità, la gestione dei rifiuti, l’autonomia…
Torno sull’assemblea provinciale. A differenza di altri, vi ho preso parte con regolarità (anche quando eravamo in meno di venti) salvo impegni personali. E non ho mai smesso di ascoltare i segretari / coordinatori che intervenivano. Leggo con estrema solerzia i contributi dei circoli che arrivano perché ritengo che se di partecipazione e di ri-partenza dobbiamo parlare questa non può che avvenire su due livelli: il provinciale e i circoli.
Ecco perché ho accolto con interesse, seppur non pienamente condiviso per la palese strumentalizzazione del momento in cui veniva proposto, il recente invito di molti segretari di circolo a ascoltare sistematicamente i circoli: l’interesse che nel dialogo non venga meno l’apporto dei territori e delle sue anime che in questi anni hanno lavorato sui temi e con le persone. Auspico che Presidente e Segretario dedichino un confronto riservato a quei segretari di circolo che hanno condiviso l’azione: il rischio di perdere altre risorse umane fondamentali è elevatissimo. C’è bisogno di un ulteriore sforzo di ascolto con questi segretari di circolo.
Un commento infine voglio lasciare a questo partito. Si riferisce ad un comportamento a cui in questi anni non ho ancora saputo adattarmi. Un comportamento proprio di molti leader: il non riconoscere, nelle parole e nei fatti, le decisioni assunte da organi di partito democraticamente eletti o nominati. Parlo delle decisioni dell’assemblea e del coordinamento. Siano la scelta di non fare le primarie per il Senato, la scelta Olivi, la scelta di chiedere a Nicoletti di restare. Possibile che non riusciamo ad accettare le
nostre scelte?
Quando avremo buttato tutti e tutto a mare chi ci calerà la scialuppa? E soprattutto se continuiamo a parlare tra di noi chi avrà interesse a farci salire nella scialuppa per portarci a riva (a parte, si spera, i nostri familiari)?