Software libero, un video nella rete
18 Ottobre 2013Un uomo, il suo tempo. In ricordo dell’amico Alberto Tridente ad un anno dalla scomparsa
19 Ottobre 2013MAPPATURA
La mappatura delle coperture in cemento amianto presenti sul territorio è in corso. Si tratta di un processo che si sviluppa in tre fasi: il censimento, i sopralluoghi tecnici, l’assegnazione ad ogni sito di un "punteggio di rischio".
Censimento.
L’individuazione e georeferenziazione delle coperture in amianto è stata effettuata in parte con tecnica "Mivis" e in parte con sorvoli in elicottero; due tecniche che, a causa della particolare e non uniforme conformazione del nostro territorio, non bastano però da sole ad individuare e censire la totalità dei siti. Per individuarli davvero tutti occorre la collaborazione dei Comuni, delle Comunità e dei singoli cittadini.
Sopralluoghi tecnici.
Vengono fatti su tutte le situazioni censite, con esame diretto di ogni copertura, al fine di valutare innanzitutto se i siti individuati con Mivis o da elicottero corrispondono o meno a coperture in cemento-amianto; se lo sono, stabilire il grado di pericolosità della copertura, a definire il quale concorrono la grandezza della superficie esposta, la vicinanza a centri abitati, a scuole o ospedali, lo stato di degrado della copertura e la sua vetustà.
Da luglio a dicembre 2012 la mappatura delle coperture in cemento-amianto si è concentrata nel distretto sanitario Centro-Sud del Trentino (Comunità della Vallagarina, Alto Garda-Ledro, Giudicarie-Rendena), scelto come distretto sperimentale: 1.946 sopralluoghi mirati, per ognuno dei quali è stata compilata una scheda di rilevamento dati che ha permesso la valutazione del rischio, il calcolo dell’I.D. (Indice di degrado/pericolosità), la compilazione delle schede dati da trasmettere all’INAIL e al Ministero, la gestione informatizzata dei dati.
I sopralluoghi sono stati svolti, con la supervisione del personale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, dalla Ditta QSA Servizi (vincitrice dell’appalto sperimentale indetto dall’APSS), attraverso tecnici laureati all’Università di Verona, sede di Ala, in tecniche della prevenzione, e opportunamente formati sulla problematica dell’amianto.
Con i 1.946 sopralluoghi mirati sono stati indagati 1.713 siti in precedenza rilevati da APPA con tecnica Mivis e 233 siti individuati ex novo nel corso dei lavori: 744 sopralluoghi sono stati svolti in Vallagarina, 659 nell’Alto Garda-Ledro, 540 in Val Giudicarie-Rendena, 3 in altre zone.
In 732 casi è stata accertata la presenza attuale o pregressa di coperture in cemento-amianto: 366 in Vallagarina, 240 nell’Alto Garda-Ledro, 123 in Val Giudicarie-Rendena, 3 in altre zone. Di esse, 105 sono risultate già bonificate. Dei 627 siti in cui persiste amianto, 394 sono stati individuati con tecnica Mivis e 233 rilevati ex novo nel corso dei sopralluoghi.
La mappatura procede ora con il secondo appalto, che riguarda 2.203 sopralluoghi su siti già individuati nei tre distretti sanitari della provincia non ancora mappati, Centro Nord, Est e Ovest. Servono a controllare i 2.139 siti con possibile/probabile presenza di amianto censiti da APPA in questi distretti con la tecnica Mivis, ed i 64 siti individuati in aree di montagna con passaggi in elicottero.
Tale lavoro dovrebbe concludersi entro metà 2014. L’appalto prevede, in aggiunta ai 2.203 sopralluoghi di cui sopra, la mappatura con relativi sopralluoghi di tutte le coperture in cemento-amianto non ancora note, e quelle che nel frattempo verranno segnalate su tutto il territorio provinciale, ivi compreso il distretto sanitario Centro Sud.
A seguito dell’aggiudicazione del secondo appalto, avranno luogo nei prossimi mesi i corsi di formazione per il personale incaricato delle rilevazioni, al fine di poter riprendere le operazioni di mappatura con le stesse modalità precedentemente utilizzate.
Il punteggio di rischio. Ad ogni copertura, in base ai dati raccolti con il censimento ed i sopralluoghi, viene assegnato un punteggio di rischio, così da formare una graduatoria di priorità di bonifica. Con il duplice scopo da una parte di dare ai Comuni gli strumenti per poter intervenire secondo i tre gradi di pericolosità previsti dalla Giunta provinciale (deliberazioni n. 3014/2011 e n. 775/2012): bonifica urgente, bonifica meno urgente, controllo periodico; dall’altra di dare alla Provincia lo strumento per indirizzare eventuali incentivi o contributi alla bonifica delle realtà più pericolose e quindi più urgenti.
CONTRIBUTI
I contributi – previsti dal Testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti (approvato con D.P.G.P. 26 gennaio 1987 n. 1-41/Leg., come modificato dalla Legge provinciale 3 aprile 2012 n. 5) – possono essere concessi a soggetti pubblici e privati fino ad un massimo del 70% della spesa ritenuta ammissibile per la rimozione e lo smaltimento di materiali contenenti amianto in edifici di loro proprietà. Con deliberazione n. 767 del 19 aprile 2013 si sono disciplinati i criteri e le modalità per la loro concessione (vedi allegato).
Le domande possono essere presentate dal 3 giugno di ogni anno all’APIAE – l’Agenzia provinciale incentivazione attività economiche. Per accedere ai contributi è necessario un documento di classificazione che attesti l’indice di degrado degli edifici, con punteggio, che viene rilasciato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento previo sopralluogo:
– fino a 50 punti (nessuna immediata bonifica ma obbligo di rivalutare il degrado ogni 3 anni) contributo del 40 % se si procede alla rimozione;
– da 50 a 70 punti (bonifica non urgente) contributo del 50 %;
– oltre i 70 punti (bonifica urgente) contributo del 70 %.
La superficie minima da bonificare non deve essere inferiore ai 10 metri quadrati, il limite massimo di spesa ammessa al finanziamento è di 60.000 euro.
IL FONDO
Esiste poi una seconda possibilità per ottenere contributi, che è in via di definizione e che verrà gestita direttamente dalle Comunità di Valle. L’articolo 1 della L.P. 15 maggio 2013 n. 9, ha previsto la costituzione di un fondo destinato alla concessione di contributi per interventi sul patrimonio edilizio esistente, per interventi su singole unità abitative costituenti l’abitazione principale ai fini IMU di persone fisiche e per interventi sulle parti comuni di condomini, se almeno il 50 per cento delle unità abitative è destinato a residenza anagrafica dei proprietari.
La legge in questione prevede in particolare che il contributo sia concesso per interventi sulle parti comuni di edifici composti da più unità abitative, relativamente a interventi di riqualificazione strutturale secondo quanto previsto dalla normativa statale per la sostituzione delle coperture in amianto su edifici esistenti.
La norma ha la finalità anticrisi, e cioè si pone come obiettivo la riattivazione del mercato dell’edilizia compromesso dalle notevoli difficoltà di accesso al credito ed agisce sostanzialmente attraverso due strumenti: il finanziamento immediato da parte della Provincia in sostituzione delle agevolazioni fiscali previste dalle norma statali e la possibilità di erogare il contributo provinciale anche su preventivi di fattura, consentendo la riduzione fino al 50% del ricorso al credito da parte del richiedente.
I contributi sono previsti nella misura massima del 50 per cento della spesa ammessa che non può superare l’importo di 100.000,00 euro, per gli interventi sulle singole unità abitative e l’importo di 300.000,00 euro, sulle parti comuni degli edifici composti da quattro o più unità abitative.
La disciplina fissa ovviamente la non cumulabilità dei contributi in esame con altri contributi o agevolazioni fiscali previste da leggi provinciali o nazionali e prescrive per l’ammissione a contribuzione che la segnalazione certificata di inizio attività o la comunicazione di inizio lavori degli interventi proposti sia stata presentata dal primo marzo 2013, favorendo in tal modo la realizzazione di lavori nuovi.
I contributi sono concessi ed erogati dalle comunità sul cui territorio è collocato l’immobile oggetto dell’intervento, secondo graduatorie formate per ciascuna comunità e distinte per categorie di interventi, su singole unità abitative e su parti comuni di condomini.
La legge demanda ad una deliberazione della Giunta provinciale la disciplina attuativa dell’articolo sulla base di criteri predefiniti e prevede la possibilità che la Giunta provinciale provveda alla riassegnazione ad altre comunità di fondi già ripartiti e non utilizzati.
RILEVAZIONE EPIDEMIOLOGICA
Esiste una rilevazione epidemiologica dei tumori (mesotelioma) registrati in Provincia (dal 1995 al 2002 una media di 8 casi all’anno) ed è stato inoltre attivato un registro dei mesoteliomi, con la funzione di indagare le cause di esposizione dei casi riscontrati.
FORMAZIONE e INFORMAZIONE
I corsi per la formazione della "task force anti-amianto", gli addetti alle attività di rimozione, sono stati gestiti dall’Agenzia del lavoro e dalla Scuola provinciale antincendi del Trentino. A gennaio si è conclusa la formazione di 20 operai, e a marzo quella dei 18 responsabili, abilitandoli pertanto all’attività di rimozione, smaltimento e bonifica.
Grande importanza è data infine all’informazione rivolta al pubblico: l’Azienda sanitaria ha attivato un numero verde URP predisponendo una serie di risposte alle domande ritenute più frequenti; sul sito di APSS è stata inserita la modulistica per le richieste di sopralluogo finalizzate all’attribuzione del punteggio e al rilascio del documento di classificazione.
Con la deliberazione dei criteri per la concessione dei contributi, la Giunta provinciale ha tra l’altro incaricato l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento di garantire, anche in collaborazione con gli Enti Locali, l’informazione ai proprietari di immobili nei quali è stata rilevata la presenza di amianto, circa la sua pericolosità, i rischi che comporta per la salute e le modalità per la bonifica e per l’accesso alle misure di sostegno previste per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto.