L'arrivo a Bari della nave Vlora (agosto 1991)
Accoglienza. Il ritiro del dovere pubblico
3 Settembre 2015
Indignazione e spaesamento. Impotenza e azione. 1% vs 99%. Paradigmi da cambiare radicalmente. Confini inutili.
6 Settembre 2015
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Questo intervento del presidente dell’associazione “”territoriali#europei”” &egrave

1 Comment

  1. stefano fait ha detto:

    Tendiamo a oscillare tra il fatalismo di chi pensa che nulla è destinato a cambiare, se non in peggio e intimamente è felice che sia così, perché teme più di tutto il cambiamento, e l’ultramilitanza di chi vorrebbe cambiare tutto e subito, perché qualunque cosa è meglio del presente e quel che è venuto prima va consegnato alla pattumiera.

    È inevitabile che quest’atmosfera così malsana produca un’involuzione del pensiero politico e della prassi politica, localmente e oltre, assediata da fantasie del passato e fantastiche proiezioni del futuro.

    La nostra fortuna è che la convergenza di volontà di cambiamento dal basso e di erosione dello status quo da parte di forze neanche troppo carsiche e assolutamente inarrestabili, perché su scala addirittura cosmica (es. variazioni nell’attività solare, macrotendenze demografiche, innovazioni tecnologiche epocali), è la migliore garanzia che il futuro resterà aperto e per certi versi imprevedibile (ossia non programmabile teleologicamente in un’unica direzione nell’interesse di pochi e a discapito di molti).

    Quando l’imprevisto irrompe nella quotidianità e risveglia le coscienze la retorica politico-istituzionale lascia il posto alla vertigine (euforia? estasi? angoscia?) dell’imprevisto, del potenziale, del possibile, che si risolve in un successo duraturo solo se l’onda del Cambiamento con la maiuscola è governata/cavalcata con rispetto, umiltà e consapevolezza.

    L’onda è all’orizzonte, sarà qui tra breve e si farà sentire a lungo, per generazioni, e non sono del tutto sicuro che, localmente, l’autonomia sia stata usata per coltivare rispetto, umiltà e consapevolezza.

    Sarebbe un peccato arrivare all’appuntamento impreparati, incapaci di far gravitare decisori ed elettori verso soluzioni e scelte che siano in armonia con le nuove prospettive.