La sfida per il Paese
10 Settembre 2012Innovatori?
18 Settembre 2012Alcune riflessioni e proposte dal Circolo di Rovereto
di Fabiano Lorandi
Abbiamo affrontato poco o per nulla, in questi anni, le questioni riguardanti la politica nazionale tra noi e soprattutto con i nostri iscritti, con gli elettori, con i cittadini. Siamo stati assorbiti – del tutto motivatamente peraltro – dalle responsabilità del governo nella provincia, nei comuni, nelle comunità di valle.
Eppure siamo un partito, l’unico tra l’altro del centrosinistra autonomista, che ha una dimensione extraprovinciale. E’ opportuno ricordarsi che il PD del Trentino ha goduto finora di un consenso elettorale non solo legato al voto che si riconosce nel progetto politico locale, marcando il senso di identità legata al territorio.
C’è una parte significativa di voto di appartenenza, quello che si può definire “ideologico”. Nella sostanza un voto con una forte connotazione politico – sociale nel riconoscimento dei principi e degli ideali di una forza riformista e progressista nazionale.
C’è una parte significativa di voto d’opinione, di quei cittadini che esprimono una valutazione sull’azione del partito nello scenario italiano ed europeo, rapportando i propri valori con quelli dichiarati, perseguiti dal PD nazionale e misurando la sua capacità di dare risposte ai propri bisogni ed interessi. Il voto d’opinione è un voto variabile, da conquistare, allargare. Spesso da consolidare e riconquistare. Ma anche quello di appartenenza è un voto mobile, se non viene alimentato con iniziative, dibattiti, riflessioni collettive, coinvolgimento partecipativo sul piano della elaborazione e condivisione delle idee e delle proposte.
Da questo punto di vista pare ci sia il rischio di un eccessivo ottimismo sugli esiti delle future elezioni nazionali come se dessimo per scontata una vittoria alle elezioni nostra e del centrosinistra, ancora prima che vengano indette. Come se tutto (o quasi tutto) si risolvesse in una sfida interna tra Bersani e Renzi.
E’ bene invece preoccuparsi del discredito della politica complessiva in cui tutti i partiti sono omologati. E’ bene preoccuparsi del movimento 5stelle, dell’IDV e di tutti coloro che pensano di astenersi.E’ bene preoccuparsi, ovviamente, del centro e della destra.
Le primarie di coalizione nazionali, così impostate, sembrano accentuare la dimensione del partito come uno strumento finalizzato a scegliere un leader indipendentemente dal progetto politico. C’è il pericolo che il PD si trasformi in un comitato elettorale non al servizio di un progetto politico di governo ma al servizio di una persona, di un capo.
E’ come se stessimo vivendo un deja vu. Quello con Berlusconi che si è costruito un partito su misura. Mi pare che anche in qualche stanza di casa nostra stia accadendo la stessa cosa. E guarda caso l’analogia con Berlusconi è anche legata alla eccessiva spettacolarizzazione mediatica e alla semplificazione comunicativa a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Per contenere e limitare tale deriva personalistica, nel nostro piccolo contesto locale e provinciale la soluzione potrebbe essere la seguente. Si ragioni nel partito e fuori dal partito a partire dalla Carta d’intenti. Si organizzino confronti pubblici con i candidati alle primarie e con il loro sostenitori. Ci dicano come intendono declinare il lavoro, l’uguaglianza, i diritti, la difesa dei soggetti più deboli della società – che in tempi di grave e perdurante crisi economica ne pagano, più pesantemente di altri, gli effetti – e come pensano di coniugarli con il rigore e la crescita, con quali alleati e a quali condizioni. Sulle modalità di composizione delle liste a livello nazionale, aspettiamo di sapere quale sarà la legge elettorale e poi si decida.
Per quanto si riferisce al livello provinciale si propone identico percorso, con l’attenzione di mantenere separati il più possibile il confronto e il dibattito nazionale da quello locale per evitare sovrapposizioni dannose nel confronto con gli elettori.
E’ partita una campagna elettorale 15 mesi prima della fine della legislatura. Finora si è quasi esclusivamente ragionato sui nomi e sui posizionamenti tattici del personale politico più che sui contenuti. Anche se quasi tutti, a margine delle loro dichiarazioni, hanno fatto riferimento ai programmi da definire
Se davvero riteniamo sia il momento di esercitare la leadership politica nel governo provinciale si parta dall’elaborazione di una Carta d’intenti da sottoporre all’intera coalizione di centrosinistra, come proposta programmatica per il governo del Trentino dal 2013 in poi. Abbiamo rinviato più volte la Conferenza programmatica del nostro partito. E’ ora di accelerare i tempi per una sua convocazione.
E’ opportuno, necessario confrontarsi su qual è l’idea di autonomia regionale, provinciale, dei comuni che abbiamo e che intendiamo realizzare. Quale significato attribuiamo al termine autonomia? E’ solo quella istituzionale e amministrativa o anche quella della comunità dei cittadini alle cui energie e risorse far ricorso, a fronte del mutato scenario economico e finanziario, per rilanciare lo sviluppo dei territori attraverso il rafforzamento della coesione e del capitale sociale? Quale significato attribuiamo al governo del territorio in una situazione di complessità e di emergenza? Come intendiamo collocarci nel rapporto con i territori a noi vicini e con il governo centrale?
Si individuino alcune questioni nodali, ineludibili; in primis il lavoro, il welfare, la formazione, l’ambiente, la salute, le nuove cittadinanze. Ci si confronti al nostro interno, con le altre forze politiche, con le forze vive della società civile, con i cittadini.
Sulla designazione del candidato governatore si facciano primarie di coalizione solo dopo aver cercato la condivisione sul nominativo espresso dal PD, come previsto dall’art. 12 dello Statuto. Risulta rischioso passare attraverso primarie interne che renderebbero debole il nostro candidato, qualunque esso sia, e il PD stesso. E’ più opportuno un confronto interno. L’esperienza di Rovereto, sotto questo profilo può risultare un precedente significativo. Prima abbiamo sottoscritto un accordo di coalizione su alcuni nodi centrali sia in termini di contenuti programmatici che di metodo. Successivamente abbiamo ricercato e individuato il candidato sindaco che rispondesse ai requisiti definiti in un profilo condiviso. Riteniamo che anche nel caso delle prossime elezioni provinciali possano esserci le condizioni per un percorso analogo.
In ordine alla composizione delle liste si decidano al più presto, dopo un ampio dibattito all’interno del partito, le modalità con le quali possono essere garantite le differenze di genere, di provenienza territoriale, di esperienze e competenze. E’ esclusivo compito del partito definire i profili dei candidati funzionali all’attuazione del progetto politico ma anche i criteri e le modalità per l’individuazione e la scelta degli stessi.
14 settembre 2012
* Segretario del PD di Rovereto