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I.N.R.I.
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I confini della libertà economica

(21 aprile 2011) Presentazione ufficiale a Milano della sesta edizione del Festival dell’Economia, l’evento che ogni anno per quattro giorni attira a Trento economisti, operatori dell’informazione, studiosi, statistici, imprenditori e personalità pubbliche di rilievo nazionale e internazionale. Il programma dell’edizione 2011, dedicata a “I confini della libertà economica” e in calendario dal 2 al 5 giugno è stato presentato ai giornalisti in anteprima dai rappresentanti degli enti promotori.

«Quest’anno nella scelta del titolo abbiamo colto nel segno’, commenta Tito Boeri, direttore scientifico del Festival. «Basta guardare alle prese di posizione dell’Unione Europea e ai vari piani nazionali di riforme che tentano di ridefinire i confini tra iniziativa privata e tutela pubblica con l’obiettivo di rendere più efficiente l’intervento dello Stato. Tra le principali novità di quest’anno, l’allargamento del Festival sia nello spazio, con il coinvolgimento della città di Rovereto, sia nel tempo, con due anteprime in programma il 26 e il 28 maggio, una delle quali a Napoli per raccogliere la crescente attenzione e partecipazione tra i giovani del Sud. Nuova anche la formula del “pro e contro”, gli incontri all’insegna del dibattito approfondito, al d là degli slogan, su questioni centrali nel rapporto tra iniziativa pubblica e privata, in cui saranno coinvolti gli studenti, gli ospiti e i relatori e il pubblico con l’allargamento della riflessione finale ai risultati delle indagini Istat proprio sui temi toccati. Tematiche cruciali e di attualità al centro del Festival saranno soprattutto l’immigrazione e i problemi dei rifugiati – con la presenza del ministro Maroni – ma si parlerà anche di regolamentazione della prostituzione, di disponibilità delle risorse idriche, di tasse di successione e di finanziamenti all’università italiana’.
«Il Festival ci offre un’occasione per riflettere su come l’economia i confronta con tutti gli altri temi della nostra vita – spiega Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università di Trento. La parola confine, citata nel titolo dell’edizione 2011, è sì da intendersi come frontiera, come limite, ma anche come punto di passaggio verso nuovi orizzonti e argomenti. Attraverso quella impostazione multidisciplinare che rispecchia il modo di porsi e di affrontare le questioni che è tipico delle Università. Un’apertura che invita al dialogo è un fatto importante, soprattutto nel nostro Paese, certamente diviso su molte questioni ma anche disposto a sentire le ragioni degli altri. È questo il primo passo per contrastare la tendenza al populismo’.
«La lunga fase di progettazione del Festival – aggiunge Giuseppe Laterza – è funzionale per richiamare il duplice compito, che questo evento propone. Da un lato, richiamare al rigore e all’originalità, coinvolgendo economisti di rilievo internazionale che si preparano per questo appuntamento. Dall’altro, favorire la comunicazione e il dialogo con il pubblico per trasferire queste istanze. La vera sfida del Festival è proprio quella di portare entrambe queste qualità in tutti gli appuntamenti, in ognuno dei relatori, al di là della loro celebrità. Per questo abbiamo scelto di mantenere la formula delle precedenti edizioni anche nei numeri (40 incontri e 36 nel programma partecipato, molto ricco), adatti a garantire una fruizione ottimale. Da rilevare, in queste ultime edizioni, l’aumento dei visitatori non trentini, che contiamo di confermare. Significativa la presenza nel programma 2011 dei relatori stranieri (30 su 52), dei non economisti (24) e delle donne (14), che soprattutto quest’anno, grazie alla presenza qualificata i relatrici come Emma Bonino, Maristella Botticini, Susanna Camusso, Esther Duflo o Fiorella Kostoris, si dimostrano sempre più ai vertici in campo economico, sociale e accademico’.
«La città di Trento – aggiunge l’assessore comunale alla cultura Lucia Maestri – è orgogliosa di ospitare il Festival, momento di crescita umana, intellettuale e della conoscenza anche per il nostro Paese. Grazie al Festival, Trento è conosciuta e stimata da relatori di rilievo, alcuni dei quali hanno deciso anche quest’anno di tornare. Un’esperienza che riusciamo ad esportare anche al di fuori dei nostri confini territoriali. Il termine confine, dell’edizione di quest’anno, è particolarmente ambivalente, soprattutto se messo in relazione con quello di libertà; è un concetto che segna l’appartenenza, che diventa evidente soltanto grazie alla nostra capacità di definirlo, abbinandolo a quello di frontiera, più mobile e instabile, ma anche più adatto ai nostri tempi’.
«Allargare e rendere permeabili i nostri confini. Questo è l’obiettivo del Festival’, chiarisce Alberto Pacher, vicepresidente Provincia autonoma di Trento. «Un appuntamento che è diventato molto più di un evento, una parte, un segmento del sistema che stiamo cercando di costruire all’interno del territorio, per favorire la curiosità, la formazione, l’apertura, soprattutto tra i giovani. In un momento cruciale per il Trentino, che sta ridefinendo i propri rapporti con lo Stato nel senso di assunzione di una maggiore reponsabilità, a cominciare dall’Università. Il Festival ci fa capire, ci fa intravvedere una parte di Italia che ha voglia di ragionare senza elementi di frizione e rottura. Abbiamo bisogno di un’Italia che sappia ascoltare e trovare la parte mobile dei propri confini, attraverso il dialogo con l’altro’.
Un Festival che quest’anno si allargherà anche a Rovereto, città che ospita il Mart e il principale polo industriale del Trentino, come illustra il sindaco Andrea Miorandi: «Rovereto ospiterà due eventi di cronaca di stretta attualità, dedicati ai temi della privatizzazione dell’acqua e del nucleare. E poi la grande Notte verde, un evento all’insegna dell’arte e dell’intrattenimento. Il tutto nel segno della green economy, tema portante della partecipazione della città di Rovereto, già impegnata su questo versante con l’ambizioso pogetto di Manifattura Domani’.

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