Sloi. La fabbrica degli invisibili
19 Maggio 2010
Paul Klee
Identità
21 Maggio 2010
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21 Maggio 2010

e frequenza, di &quot

57 Comments

  1. nocomment ha detto:

    Consiglio al sig. Nardelli di andare a vedere e magari povare tale attivita’. Se mi spiega dove sono i bossoli di tale attivita’ ludica lo voto alle prossime elezioni.

  2. giogio ha detto:

    prima di sparare a zero .. sul fatto che “inquiniamo” …sarebbe meglio che Lei si informi meglio sui prodotti che vengono utilizzati in questa discliplina; ovvero pallini completamente biodegradabili, e nel caso ci fossero immondizie, vengono portate a casa e separate come prevede la nostra raccolta differenziata. Questo è uno sport legale e approvato dal Coni e csen, inoltre facciamo sempre meno danni che i cacciatori, i quali colpiscono e uccidono solo per divertimento degli animali innocenti…

  3. Michele ha detto:

    Intanto vorrei dire a chi scrive nel blog che questo spazio (e più in generale il mio modo di operare) è all’insegna del dialogo e che non intendo sparare a zero contro nessuno. Ho solo, a differenza di altri blog che ospitano le peggiori volgarità, la discrezionalità di buttarli nella spazzatura del web. Cosa che farò con chi vuole insultare e non farò con chi semplicemente esprimerà la propria opinione. Al signor “nocomment” e al signor “giogio” vorrei dire semplicemente che l’educazione alla pace è uno dei punti fermi della nostra autonomia, tradotta nella LP 11/91 che ha istituito il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani che ho l’onore di presiedere. Personalmente, non amo le armi, oggetti che “uccidono anche quando non sparano”. Conosco da vicino la guerra per averla indagata da dentro in tanti anni di impegno per la pace nelle zone di guerra. E non amo nemmeno la caccia. So bene che l’inquinamento che può venire da queste attività è del tutto relativo anche se i pallini di plastica che ho potuto vedere sono tutt’altro che biodegradabili.
    Quel che però più mi preoccupa è che il gioco è la proiezione della propria fantasia. E dunque mi spaventa non solo che qualcuno vada in giro per i boschi in tuta mimetica, con armi finte ma del tutto simili a quelle vere, ma che non si trovi nient’altro di meglio da fare che far finta di ammazzare qualcuno. Mi spaventa la cultura che tutto questo esprime, mi spaventano le parole usate nei video che circolano.
    Vi potrei mostrare (e forse lo farò) quanto questi video siano del tutto analoghi a quelli che le Tigri di Arkan (che “casualmente” compaiono nelle bandiere di qualcuna di queste “legioni”) giravano in Bosnia Erzegovina per documentare i loro macabri rituali di morte e le loro mattanze.
    Non mi piace generalizzare ed immagino che molte persone che praticano il SoftAir lo facciano senza averci pensato più di tanto. Ma se io vedo una persona vestita da nazista sono portato a pensare che in qualche misura con quei simboli ci si identifichi. Così, se vedo questi “giocatori” agghindati da guerrieri, con bandane, occhiali neri e tutto il resto, mi chiedo quali affinità costoro possano avere con gli assassini che in ogni parte del mondo fanno per denaro e potere il mestiere dei mercenari.
    No, mi spiace, ma non c’è in queste pratiche alcuna innocenza.
    Spero che qualcuno di questi “sportivi” almeno un attimo ci ripensi.
    Quanto al voto nelle prossime elezioni, caro signor “nocomment”, è davvero l’ultimo dei miei pensieri.

  4. giogio ha detto:

    Innanzi tutto, non ci sembra di aver offeso nessuno e tanto meno era di nostra intenzione.
    Per quello che riguarda gli stemmi nazzisti concordo pienamente con lei, mentre le divise, maschere e gli occhiali neri servono solo per proteggere il viso dai pallini; non è nel nostro intento immaginare di uccidere nessuno, ma ritterrei più opportuno considerarlo un gioco divertente da fare in compagnia, la guerra non è assolutamente bella e con il nostro gioco vogliamo far vedere che si può combattere divertendosi; ci sono giochi molto più innocenti, ma molto più pericolovo, basta vedere quello che succede durante una partita di calcio, e comunque preferisco giocare in mezzo ai boschi che rimbambirmi davanti ad una play station. Non trovo corretto che l’ordinanza di Zambana, emessa subito dopo la caduta della frana venga applicata solo quando si vuole, se un luogo è pericolo lo è per tutti (anche per le persono che camminano nei sentieri del bosco) e non solo per quelli che praticano il softair; Ricordo che che da parte mia e del mio gruppo abbandoneremmo il campo di Zambana Vecchia e chiederemo ad un altro comune più disponibile. Non le rubo altro spazio e comunque complimenti per il suo blog.

  5. Sono un nessuno (per ora) ha detto:

    Gentilmente invito il consigliere signor Nardelli ad informarsi anche sull’interrogazione espressa dalla parlamentare europea Jeanine Hennis-Plasschaert, appartenente al gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, che interroga il parlamento semplicemente per regolarizzare a livello comunitario
    questo sport o attività che dir si voglia che in europa ed è preticato da piu di un miglione di persone, quindi non per vietarlo.
    Con questo voglio solo far notare al consigliere che se anche non d’accordo con la nostra attività non vedo il motivo per vietarla, perchè se cosi fosse cerchiamo anche di eliminare dal mercato i giochi come il risiko,(atto alla conquista di altri stati)aggiungerei anche le “pistolette” che usano i bimbi per giocare agli indiani e cowboy e tanti altri giochi diseducativi….
    Sul fatto dell’inquinamento non mi risulta attualmente che sia in commercio alcuna asg(airsoftgun)in grado di espellere bossoli o rumori simili a mitraglie
    Poi se lei dice che inquiniamo cercherei anche di limitare la pasca… chissà quante montature di nilon ho perso nel fiume adige e nei vari laghi trentini…. per non parlare dell’inquinamento dato dalle biciclette…. ciclabili patrocinate dalla provincia in parchi naturali ad esempio! che sicuramente disturbano il vivere armonioso degli animali….. (a me come a lei molto cari) oppure visto il periodo il solo giro d’Italia che sparando due numeri a caso, su 100 corridori sono presenti Sicuramente più di 100 veicoli che si muovono sui vari passi e strade generalmente tranquille(ammiraglie, moto, camion logistici ecc)
    Chiedo anche al consigliere, dopo aver visionato le foto postate sul sito della provincia (che mi sembrano senza offesa quasi “rubate”) se con queste persone di Zambana ci ha parlato o se si è solo limitato ad un autodidattismo informatico, questo solo per capire se è a conoscenza di che tipo di persone (liberi profesionisti,operai, dipendenti, studenti e mille altre categorie)praticano questa attività, e sfidandolo a trovarne uno che dica che la guerra è giusta….
    Aspetto fiducioso la giusta risposta della giunta provinciale di martedi mattina, confidando che il moto trentino del vivi e lascia vivere sia ancora in presente

  6. Riccardo ha detto:

    Cito testualmente…

    “Quel che però più mi preoccupa è che il gioco è la proiezione della propria fantasia. E dunque mi spaventa non solo che qualcuno vada in giro per i boschi in tuta mimetica, con armi finte ma del tutto simili a quelle vere, ma che non si trovi nient’altro di meglio da fare che far finta di ammazzare qualcuno. Mi spaventa la cultura che tutto questo esprime, mi spaventano le parole usate nei video che circolano.
    Vi potrei mostrare (e forse lo farò) quanto questi video siano del tutto analoghi a quelli che le Tigri di Arkan (che “casualmente” compaiono nelle bandiere di qualcuna di queste “legioni”) giravano in Bosnia Erzegovina per documentare i loro macabri rituali di morte e le loro mattanze.”

    “No, mi spiace, ma non c’è in queste pratiche alcuna innocenza.
    Spero che qualcuno di questi “sportivi” almeno un attimo ci ripensi.”

    Penso sarebbe il caso che anche Lei egregio sig. Nardelli ci ripensi, e in particolare ripensi bene a quello che scrive…
    Paragonare una semplice attività, che sia sportiva o meno non importa, svolta da gente comune, da padri di famiglia da donne da figli, da gente di ogni razza e di ogni età, che vuole semplicemente evadere dalla routine di tutti i giorni, dallo stress accumulato durante la settimana, a quello che succedeva in Bosnia, mi pare veramente eccessivo e privo di ogni buon senso.
    Ci pensi bene Sig. Nardelli prima di paragonare l’orrore della guerra vera ad un gioco svolto tra amici che unisce ed insegna il rispetto e la fiducia reciproca.
    Lei parla di “dialogo” ma quale è il dialogo nel vietare una cosa di cui probabilmente, potrò anche sbagliarmi, non conosce o della quale ha solo sentito parlare marginalmente.
    Parla di “dialogo” ma perché allora invece di sparare a zero, con frasi come quelle viste sopra, che hanno un impatto emotivo fortissimo e fanno di tutta l’erba un fascio, non contatta i responsabili di queste associazioni e prova a dialogare in modo da capire veramente che non c’è nessun doppio scopo in questo gioco, che non c’è nessun terrorista o militante di Alkeida, che non c’è nessun odio o frustrazione repressa, ma solo la voglia di trovarsi con un gruppo di amici e divertirsi in maniera del tutto onesta e legale.
    Se devo scegliere, spero che i miei due figli, preferiscano divertirsi in uno sport come questo, che insegna a muoversi in sicurezza nei boschi, ad orientarsi, e stare all’ aria aperta nel rispetto della natura, delle persone e degli animali, piuttosto che si appassionino ad altri sport che non sono considerati violenti, ma che purtroppo le cronache spesso dimostrano il contrario.

    I miei più cordiali saluti Riccardo.

  7. Michele Nardelli ha detto:

    Gentile signor Riccardo, non c’è affatto nelle mie intenzioni né l’idea di paragonare i “giochi di guerra” alla guerra, né di criminalizzare persone che immagino svolgano queste pratiche così, senza pensarci più di tanto. Almeno nella loro maggioranza, perché rimango nella mia convinzione che i simboli utilizzati da alcune associazioni di SoftAir non siano affatto casuali. Ma la cosa che più mi preme è dirle questo. La pace, spero che sia anche per lei un valore primario, si costruisce non solo nelle relazioni fra le cancellerie ma in primo luogo nella coscienza delle persone, di ognuno di noi. La cultura della pace si nutre nell’affermazione della giustizia sociale, dei diritti umani e nella crescita della responsabilità verso il creato. “Se vuoi la pace, prepara la pace” diceva Aldo Capitini, in opposizione al “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra)dei latini. Che cosa significa “preparare la pace”? Significa ad esempio mettere al bando il nucleare, svuotare gli arsenali, ridurre le spese militari per destinarle a ben più importanti problemi… Ma insieme a tutto questo significa affermare una cultura di pace, nell’educazione dei nostri ragazzi come degli adulti. Queste cose non sono solo le mie opinioni, è quanto prevede la legislazione della Provincia Autonoma di Trento (LP 11/91), che ci piaccia oppure no. Dovrebbe far parte della cultura di una comunità, ma non sempre è così. In ogni caso le leggi si fanno per essere fatte rispettare. Se non si condividono si può provare a cambiarle, è l’esercizio della democrazia.
    Le pare che i “giochi di guerra” vadano in questa direzione? Non mi sembra proprio. Lo ripeto, non è mia intenzione criminalizzare nessuno. E m’interrogo in ogni momento se le parole che uso possano diventare pietre. Se con le mie parole l’ho ferita, non era nelle mie intenzioni e comunque è mio desiderio comunicare, non scomunicare. E’ vero, conosco superficialmente la pratica del SoftAir. Conosco invece piuttosto bene i contesti di guerra per dirle che questi non si basano solo sui potenti che le decidono ma anche sulla cultura delle persone. Ha mai sentito parlare della “felicità della guerra”? Chi studia queste cose descrive le situazioni di guerra come “un cerchio magico” all’interno del quale cade ogni forma di inibizione ed un uomo con un mitra in mano vive in una sorta di delirio di onnipotenza.
    Mi scusi, ma nel mio impegno (e fra le mie funzioni istituzionali) c’è anche quello di cercare di costruire gli anticorpi culturali perché tutto questo non avvenga.
    Un ultima annotazione a proposito di giochi autorizzati e di divieti. I boschi non sono in appalto ai “giocatori di guerra”. Mi hanno segnalato in questi giorni l’esistenza di cartelli di divieto di passaggio al pubblico dove si pratica questo “sport”. Cosa arbitraria e illegale.
    Ma a prescindere da questi dettagli non crede che se un bambino, o anche un adulto per la verità, incontra in un bosco queste persone così mascherate non possa semplicemente averne paura? Ma che gioco è?

    Al signor “Sono un nessuno (per ora)” (se mi permette non è il modo migliore per presentarsi) vorrei solo dire che il motto vivi e lascia vivere è sinonimo di indifferenza e l’indifferenza è l’assenza di responsbailità. La comunità trentina e la sua storia con questo motto non centrano un bel niente.

  8. Nicola ha detto:

    Caro sig.Nardelli, il softair è una valvola di sfogo per noi che lo pratichiamo, un modo per stare con gli amici e conoscerne altri, un modo per imparare ad essere leali e a rispettare gli altri; e in questo non ci vedo nulla di male. Lei probabilmente dopo essere stato in Bosnia e aver visto la guerra ne sarà sicuramente rimasto scioccato, ma il softair non è guerra.

    Basti pensare ai tornei cavallereschi e alle giostre che venivano svolti regolarmente nel medioevo, per gli uomini di quei tempi era come il softair adesso per noi, un modo per divertirsi, sfogarsi, dimostrare quanto si vale. Questa cosa ormai c/e l/abbiamo nel sangue e nessuno c/e la potrà togliere.

    Vada su you tube e cerchi: servizio softair a raiuno

    Fatto questo Le porgo cordiali saluti. (ho messo la / perchè non mi lasciava mettere l/apostrofo)

  9. vincenzo ha detto:

    Egregio Sig. Nardelli,
    sono un libero professionista, presidente di associazioni radicate nel contesto trentino e padre di famiglia.
    Pratico il soft air da almeno 18 anni e lo considero per quello che è. Sono convinto, nonostante i miei “colleghi” pensino il contrario, che non sia uno “sport” nonostante impegni fisicamente. E’ quello che è: una simulazione di situazioni reali con l’unica, sostanziale, differenza che non è “cruenta”.
    Ho svolto il servizio militare e mi è servito. E’ stata un’esperienza utile e costruttiva in cui ho imparato non solo a maneggiare le armi ma anche a incontrare e capire che “l’umanità” è varia. La convivenza forzata con persone diverse per estrazione, cultura, provenienza, mi ha insegnato a non considerarmi necessariamente migliore di altri.
    Allo stesso modo, anche se nella suo aspetto non “cruento” il soft air è una attività intrinsecamente formativa. Aiuta a capire cosa è una situazione di “guerra” nel senso di scontro tra uomini armati quali strumenti condizionati e motivati da chi le guerre le scatena: i politici.
    Chi si pratica il soft air sa esattamente cosa si rischia in una situazione di scontro armato e per questo, a meno che non sia un emerito idiota invasato, lo pratica in genere rispettando chi, invece, si trova in situazioni di conflitto vero.
    E, non ne prende le distanze, come invece si sta facendo ultimamente troppo spesso stigmatizzando o utilizzando chi indossa una mimetica per lavoro come aggettivazione negativa.
    Per radicare la cultura della Pace, è necessario intervenire nei luoghi dove le guerre vengono dichiarate non nei confronti di chi prima o poi dovrebbe essere costretto a combatterle per conto di chi le ha dichiarate.

    Il fattore ambientale, ahimè, è il punto delicato della questione che Lei ha sollevato.
    Glielo dico perchè nella zona dove io pratico il soft air, io e i miei colleghi abbiamo partecipato a giornate ecologiche riempiendo (nel senso letterale della parola) un camion di rifiuti di ogni genere, molti di provenienza agricola, gettati nei boschi piuttosto che nella vicina isola ecologica.
    Nonostante il nostro impegno, i rifiuti continuano ad esserci e ricoprono i nostri pallini.

  10. Riccardo ha detto:

    Innanzitutto la ringrazio per la risposta.
    Purtroppo sono in accordo con lei nel dire che ci sono alcuni gruppi che fanno uso di stemmi forse non proprio “azzeccati”, o che forse li utilizzano per degli scopi “politici” che non hanno niente a che vedere con la pratica del soft air. Sono il primo ad affermare che questi gruppi o giocatori “irregolari” nuociono gravemente a questo sport.
    Comunque in molti altri sport o correnti di pensiero, esiste l’altra faccia della medaglia che getta ombre e discredita il lavoro di molti, come ad esempio i no-global, che partono con l’idea di predicare la pace ma sono sempre pronti a dimostrare il contrario. Questo vuol dire che tutti i pacifisti, o tutti i no global sono così? Non credo proprio.
    Per molti anni si è tentato di disciplinare questa pratica in modo da escludere chi non è iscritto a delle associazioni sportive, chi non è assicurato, chi va in luoghi privati, o in aree protette e “fa il Rambo”. In parte ci si è riusciti, con l’aiuto di molti e con dedizione personale (gioco da ventuno anni e non sono più un ragazzino da molto tempo) e nessuno mi ha mai rimborsato quando facevo 500 Km per andare a fare delle riunioni regionali per discutere di questo, ma l’ho sempre fatto volentieri.
    Spesso si è tentato di dialogare con enti, amministrazioni locali, per avere appoggio non solo per praticare questo sport, ma soprattutto per regolamentarlo ed evitare il genere di problemi di cui Lei parla. Pochi hanno dato una mano, ma in particolare ci hanno aiutato quelli che hanno realmente capito che si tratta di uno sport senza nessun altro fine e pretesa. Non vediamo ad ogni costo il “male” dove il “male” non c’è. Lei stesso dice che conosce marginalmente il Soft Air ma conosce bene le realtà della guerra.
    Lei sembra sostenere, ma spero di sbagliarmi, che il soft air si stia muovendo verso la “non democrazia”, l’illegalità, contro la pace o peggio che sia frutto di cattiva educazione per i nostri figli. Non credo sia corretto sostenerlo poiché, come Lei stesso dice, conosce questo sport in maniera marginale o in ogni caso a causa di uno spiacevole accaduto. E’ come dover giudicare una persona senza conoscere la totalità dei fatti o la realtà delle cose. Lei è “investito” da un importante carica, cioè la fiducia datale dai cittadini, dovrebbe essere il primo quindi a informarsi prima di dare anche delle semplici opinioni.
    Il Soft Air non insegna la violenza, non esiste il contatto fisico, ma si basa invece sull’onestà e sull’amicizia, cose fondamentali per giocare. Molto probabilmente questo non costituirà una legge, come quella che ha già citato più volte, ma credo che siano alla base di ogni coscienza per vivere in armonia e fratellanza. Dopo tanti anni di questo sport, dopo essermi spostato in tutta Italia, per giocare in manifestazioni, tornei, non ho mai avuto modo di vedere o di assistere a pestaggi del dopo partita, o insulti o altre forme gratuite di violenza, anzi mi sono ritrovato a mangiare e bere in compagnia di quelli che due ore prima erano miei avversari in gioco. Lei è informato ad esempio che esistono associazioni patrocinate da sacerdoti che usano questa disciplina per far giocare i ragazzi? Oppure che in alcune regioni, le manifestazioni sono promosse da comuni enti provinciali per la promozione turistica?
    Vorrei ora sottoporLe, se mi permette, alcuni punti di chiarimento un po’ più tecnici per approfondire la conoscenza di questo sport (cosa che potrebbe comunque fare qualsiasi associazione della zona di Trento nel caso in cui Lei fosse aperto al dialogo).
    Per quanto riguarda l’inquinamento dovuto ai pallini, (perché non sono nemmeno lontanamente “bossoli”), da moltissimi anni e in particolare dopo che molti avevano già sollevato la questione, siamo passati a pallini o “BB” (Bullet Bool) come sono chiamati nel SoftAir, completamente biodegradabili. Le associazioni locali SERIE normalmente riconosciute dagli enti di promozione sportiva come CSEN, GAS, ASNWG di solito obbligano i loro giocatori ad utilizzare questo genere di colpi oltre ad usare dei colori scuri. Purtroppo non lo fanno tutti. Perché? Perché non tutti operano nella legalità di questo sport.
    Parliamo d’inquinamento dovuto a questi colpi, ma che dire di sport come ad esempio la caccia, che per anni ha fatto uso di piombo, che credo abbia un impatto ben diverso sul terreno, sulle risorse idriche di eventuali pallini inerti. Nessuno credo abbia mai presentato il conto ai cacciatori per le tonnellate di piombo e di bossoli che si trovano tranquillamente in giro per i nostri boschi. Oppure ai contadini per le tonnellate di pesticidi usati per far crescere rigogliose le piante. Questo non vuol dire che se lo fanno loro, possiamo farlo anche noi, ma semplicemente che se qualcuno avesse dato una mano a regolamentare con forza questo sport, ora la totalità dei giocatori riconosciuti userebbe solo colpi biodegradabili e il problema probabilmente non sussisterebbe.
    Parlando dei cartelli cui fa riferimento, per quello che mi è capitato di vedere, i cartelli ci sono, ma di solito si limitano ad avvertire chi transita in quella determinata zona che si sta svolgendo pratica di Soft Air in modo che la gente non si spaventi, come dice Lei, e si evitino quindi malintesi. Le faccio presente inoltre che viene anche normalmente richiesto un permesso ai proprietari dei terreni privati, al comune e si avvertono le forze dell’ordine in modo che non vi sia causa di “procurato allarme”, situazioni che ho vissuto di persona quando quindici anni fa si era agli inizi e non vi era nessuna regola. Le uniche zone dove ho potuto vedere il divieto di passaggio erano su campi di gioco in terreni privati dove esisteva già in precedenza tale divieto.
    Mi scusi se in alcuni momenti posso essere stato “duro” nelle mie parole, ma quando vedo che tutti gli sforzi che sono stati fatti per far diventare questo gioco uno sport a tutti gli effetti senza nessun doppio scopo a altro fine “occulto”, vengono messi in discussione da gente che non conosce questa realtà o da persone che come dice Lei “operano nell’illegalità” mi pare di aver fatto tutto per nulla. Credo questa sia opinione comune a tutti quelli che hanno lavorato e stanno lavorando perché il SoftAir non sia sempre denigrato.
    Concludo, dicendo che penso spesso a quali sono le conseguenze delle guerre, ed ho molti amici che sono stati militari nei moderni conflitti, tuttavia continuo a preferire questo sport a moltissimi altri che ho avuto modo di provare. Non ho mai messo in discussione che la pace sia un bene da preservare da valorizzare e insegnare. Credo fermamente che continuerò a praticare il SoftAir, ed a farlo praticare agli altri, finché mi sarà possibile o finché non verrà definitivamente proibito.
    Le porgo i miei più distinti saluti.
    Riccardo
    http://www.csen-softair.it
    http://www.asnwg.it
    http://www.softairnazionale.it

  11. cester ha detto:

    Cons.Nardelli
    sono un padre di famiglia e pratico softair insieme a qualche altro sport, sono un lavoratore dipendente e mi reputo una persona equilibrata. Da giovane sono stato obbligato a svolgere il servizio militare e in tenuta da “guerra” come dice lei, ho difeso la popolazione Sicura in vespri siciliani. Posso assicurarle che la vita militare e la guerra, che di per se non è negativa e nel mondo esiste è sempre esistera e fa parte della nostra società anche con la sua crudeltà ed i suoi drammi, nulla a che vedere con il softair. Il softair è una mera attività ludico sportiva. Insegno nella mia famiglia i valori civili, non sono di certo un guerrafondaio ma nemmeno un pacifista in senso ideologico. E’ opinabile che la pace vada sempre e comunque bene, mi pare che azioni militari di peace keeping e di difesa ci siamo anche come Italia e non è oggettivamente con i fiori che i nostri militari lavorano. Detto questo, sul softair, mi sento offeso dalle sue parole superficiali, ha usato il softair, strumentalizzandolo. Non c’è violenza alcuna, non è un gioco di guerra, ma solo un gioco, punto. Con un’attività fisica all’aria aperta,si cammina molto, davvero tanto, ci sono regole precise, con assicurazione infortuni e RCTerzi, con protezioni per evitare qualsiasi danno eventuale. Cerchiamo di fare meno impatto possibile, mi scusi ,ma chi va in moto per turismo non inquina? La sua machina non inquina, perchè non andiamo tutti a piedi ed in bici? Ovvio che se ragioniamo così siamo ipocriti.
    L’attività umana inquina, inquinano le fabbriche, le famiglie con i rifiuti urbani e le fognature, inquinano gli sport (motociclismo, automobilismo, caccia, pesca, rocciatori e alpinisti, ogniuno ha il suo piccolo o grande residuo..), inquinano gli spostamenti delle persone, inquina anche il consiglio provinciale in cui risiede, oltre costarci un bel po’. Mi chiedo sinceramente se chi l’ha votata vuole davvero questo, a fronte di situazioni molto molto più serie che mi sembrano un po’ sottovalutate, ci sono tante persone che hanno perso il lavoro oppure con il reddito basso non arriva a fine mese. PErsonalmente vorrei dai miei rappresentanti che si occupino molto di più di cose serie, non dei giochi. Potremmo vietare i videogiochi violenti e di guerra, c’è violenza gratuita,no? Tornando a noi.. cerchiamo di usare pallini, (non sono bossoli, quelli sono la parte che fuoriesce nelle armi vere dopo aver sparato, noi non spariamo, non ci sono bossoli) che siano biodegradabili. Ovvio che la biodegradabilità è certificata dal produttore e se le interessa le faremo vedere i documenti, certo non basta un giorno o una settimana, ci vogliono mesi. Ma c’è molto peggio, non siamo noi che uccidiamo animali come i cacciatori, eppure la PAT tutela la caccia che anzi mi pare sia una bella lobby più che garantita..no? Poi posso assicurarle che non è assolutamete ammesso alcun contatto fisico , alcun alterco ne violenza verbale (c’è la sospensione e l’espulsione), c’è rispetto di fondo, ci sono regole e i giovani crescono di certo meglio a valori che alcuni casalinghi con la play station e la tv che insegna altro che violenza, oppure i ragazzi in giro tra fumo, alcol e bassi valori sociali. Insomma lei ha sparato su un’attività di fondo sana, la sfido a venire a trovarci, venire a vedere come giochiamo, a vedere che ci sono ben integrati ragazzini e ultracinquantenni, uomini e donne, single e famiglie, dipendenti ed autonomi. Prima di sparare a zero con un’interrogazione e criminalizzarci sul giornale perchè non ha approfondito, perchè non è venuto a trovarci? Forse perchè è più comodo sentire solo una campana, perchè le serviva solo lo scoop? Le preciso che i giocattoli che usiamo sono a norma di legge, con forza inoffensiva, inferiore al joule di forza, quando colpiscono sl vestito si sentono ma non lasciano il segno in modo duraturo, tipo un pizzicotto. i pallini sono “sputati” fuori da una molla, non c’è nulla di esplosivo, non c’è alcun meccanismo che potrebbe essere offensivo in quanto la struttura è in plastica. Mettiamo cartelli solo per avvisare chi passa che stiamo giocando,per evitare di spaventare qualcuno,e avvertiamo le forze dell’ordine per non causare procurato allarme. Usiamo mimetiche per il semplice fatto che fa parte del gioco quello di nascondersi visto che la gittata dei pallini e intorno a qualche decina di metri.. Insegnamo l’onestà ai ragazzi, quando si è colpiti si deve dichiararsi, insomma alla base c’è l’onesta, si impara a perdere e non c’è arroganza ed egoismo. Se ci sono persone estranee al gioco che passano, ci si ferma. Non è vero che vietiamo l’accesso, non abbiamo alcuna autorità. Ma nemmeno serve in fondo l’autorizzazione per giocare e fare questa attività sportivo ludica, mica occupiamo un’area, normalmente percorriamo ci muoviamo quindi non ci soffermiamo,non facciamo occupazione di area pubblica o privata. Per evitare problemi cerchiamo di aver comunque un’autorizzazione.
    Per quanto riguarda le associazioni, sono asd, associate ad enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, es CSEN, LIBERTAS, ecc. LE asd hanno statuto, regolamento, assicurazioni, sono regolarmente costituite con legali rappresentanti, con deposito all’ag.entrate, i soci sono conosciuti nome e cognome, ci sono capisquadra che gestiscono i giochi, insomma direi che questa volta è proprio andato fuori strada. E anche aZambana vada a dare un’occhiata, ci sono immondizie e sporcizia ovunque, ci fate notare pallini bio da 6 mm poi noi vediamo copertoni, elettrodomestici, biciclette, platiche, ferraglie ecc ecc insomma l’hano usata da discarica, non certo noi, abbiamo visto gite di persone del paese da quelle parti, ma non era interdetto l’accesso dietro al vallo? allora qui si usano due pesi e due misure.. bravo il suo contatto Sindaco di Zambana. Ed i motociclisti di trial e cross proprio su per quelle zone? E sono del posto.. si sono persine sistemati i sassi sui sentieri per meglio divertirsi in moto. Quelli sono ok? non disturbano gli animali e non inquinano? Si ricordi che non facciamo baccano siamo silenziosi e ovviamente non spariamo agli animali, anche perchè sarebbe impossibile vista la gittata limitata e i colpi lenti, oltre che contrario ai nostri valori. Il softair è praticato da oltr ventanni in tutto in mondo, si vada a vedere i diversi siti in Europa, in America, in Giappone ecc ci sono tornei nazionali ed internazionali, c’è un fondo sportivo nell’attività, lei forse non se ne rende nemmeno conto. Le chiedo in ultimo di approfondire meglio, noi non abbiamo colore politico, non abbiamo supporter in giunta o in consiglio, non girano enormi interessi quindi facili da colpire, ma diamo sfogo allo stress e alla vita di tutti i giorni in modo migliore di tanti altri.Spero se ne accorgerà. Ha comunque sbefeggiato, danneggiato e offeso una moltitudine di persone, non come pensa quattro esaltati, ma persone di tutte le età, ceti, ideologie, genere. I cani sciolti cioè qualche persona che gioca fuori dall’associazionismo senza seguire regole e valori possono esserci, come in ogni attività, ma per questo non si può colpire la generalità . In fondo non me lo aspetto da un rappresentante progressista che dovrebbe avere come primo principio il rispetto degli altri. LEi ci ha davvero rispettati e trattati come dovuto. Lascio a lei il giudizio. Cordialmente Marcello C. – Consiglio Direttivo 13a Legione Softair Trento

  12. Michele Nardelli ha detto:

    Vorrei dire al signor Marcello che le sue argomentazioni sono già state esposte in maniera ampia da altre persone intervenute su questo blog in difesa del softair. Ho cercato di rispondere in maniera pacata e colloquiale proprio perché non è mia intenzione criminalizzare nessuno. E però il dialogo non si fa tra sordi. Ci si deve davvero ascoltare. Dire che c’è di peggio in giro, sono d’accordo, ma non è un argomento. Dire che ci sono cose ben più importanti per l’attività di un consigliere provinciale, sono perfettamente d’accordo e la mia storia politica e personale, il mio lavoro (e questo sito) lo stanno a dimostrare.
    Ho sollevato questa questione per due ragioni: da un lato le segnalazioni che mi sono state fatte, il disturbo che ne viene ad altri cittadini che vorrebbero poter girare per i boschi (ma anche in prossimità di centri abitati)senza doversi imbattere in questi guerrieri; dall’altro il carattere diseducativo che a mio avviso hanno queste attività (anche i giochi elettronici, non c’è dubbio). Su questo, mi spiace, abbiamo idee diverse. Il militarismo è una cultura vecchia come il mondo, non c’è dubbio, così come la violenza. Ed è per questo che le guerre hanno segnato la storia e la violenza è un tratto sempre più diffuso nelle nostre società. Ma io e tante altre persone abbiamo scelto strade diverse, non il pacifismo di maniera, ma la promozione della cultura della pace, che significa tante cose (come ho già spiegato) e senza nemmeno tacere sugli aspetti inconfessabili che investono la natura umana. Natura che non esorcizzo, tanto è vero che sono qui a discuterne in maniera pacata. Ma la pace richiede comportamenti conseguenti. Non di riempire gli arsenali come si è fatto, non addestrando persone ad uccidere, a conquistare, a sottomettere.
    Ci pensi. In ogni caso sempre disponibile a parlarne, anche di persona.

  13. Una quarantenne soft gunn ha detto:

    Mi sa che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.. mi permetto di ribadire ancora una cosa visto quello che lei cita nuovamente:

    “Ma la pace richiede comportamenti conseguenti. Non di riempire gli arsenali come si è fatto, non addestrando persone ad uccidere, a conquistare, a sottomettere.”

    Nel soft air NON SI INSEGNA AD UCCIDERE E SOTTOMETTERE.
    E’ un semplice gioco dove le squadre dei giocatori si confrontano l’un l’altra dovendo dimostrare svariati tipi di capacità e furbizia per raggiungere per primi un obiettivo, e il fatto di “colpire” con un pallino gli avversari è un modo per arrivare alla vittoria, ma non c’entra niente con la violenza e la guerra.. parliamo italiano??

    Ci sono un sacco di sport “olimpionici” più violenti, che arrivano ad un contatto fisico non indifferente.. facciamo un’interrogazione allora per eliminare la boxe, il karate, lo judo, la box thailandese.. insomma tutte le arti marziali che così siamo a posto…e magari mettiamoci anche lo scherma.. il fioretto.

    Il resto delle argomentazioni sono state egregiamente esposte dai miei colleghi.

    Insisto su una cosa, anche se sarò ripetitiva: ci sono problemi più seri da affrontare e questioni anche più urgenti e contingenti di accanirsi sui soft gunner che non fanno male a nessuno.. e senza riempirsi la bocca con la parola “pace”.

  14. Mauro ha detto:

    Dibattito istruttivo, apprezzo la moderazione dei toni nella diversità di opinioni.
    Aggiungerei:
    – certo che è positivo fare attività all’aria aperta, così come giocare in gruppo;
    – certo che questa pratica non causa tutti i mali sociali o ambientali del mondo, e ci sono cose molto peggiori (come la guerra vera, o più banalmente il motocross fuori dalle aree assegnate);
    – certo che ogni sforzo per regolamentare e rendere trasparenti pratiche controverse (che siano la caccia o il softair) è positivo e da apprezzare;
    – certo però che, pur con tutti gli eufemismi che si vogliano usare (leggo che invece di armi i regolamenti parlano di “repliche”… anche le aggressioni militari a volte sono chiamate “operazioni di polizia internazionale”…), questa per me e per molti resta una pratica che simula la guerra. E come tale mi preoccupa.

    MAURO CEREGHINI

  15. vincenzo ha detto:

    Pregherei i miei “colleghi guerrieri” di leggere anche il post del Consigliere Nardelli riguardo la sua esperienza a Castel Beseno.
    Ci sono dei richiami a questa discussione.

    Al proposito, chiedo al Consigliere Nardelli di spiegare perché intende dare, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, una nota di colore politico a questa attività.

  16. Giovanni ha detto:

    Egregio Consigliere,
    prima di tutto mi scuso per la mancanza di accenti e apostrofi…. molto difficile scrivere sul suo blog.

    Ma veniamo a noi.
    Premetto che non pratico questa attività ma vorrei sottoporle alcune considerazioni personali in merito alla sua interrogazione.

    Mi piacerebbe poterLe dire che in politica onestà, integrità e trasparenza premiano, che solo le persone veramente informate sui fatti emergono…. Che vi è qualità nella politica . Ma purtroppo così non è !
    Anche nella ricca Provincia di Trento siamo pieni di esponenti politici che fanno chiacchiere e palco ( ovviamente non sto parlando di Lei di cui conosco poco politicamente).

    Però è innegabile che con questa interrogazione non ha fatto una bella figura e risulta parecchio disinformato.

    Sembra quasi che il Soft Air sia incompatibile nel Trentino territorio che si propone per educazione alla pace quando Le è stato ampiamente illustrata la finalità dello stesso.
    Le faccio una domanda provocatoria: il trentino è cattolico, lo dobbiamo essere tutti?
    Lei è pacifista, lo devo essere anch io?
    Lei dice che il suo modo di operare insegue il dialogo e che non intende sparare a zero contro nessuno.
    Ma a ben guardare lo ha fatto eccome!

    Lei scaglia la sua esperienza reale e concreta contro un gioco o un attività sportiva e in più cerca la scusante o il rafforzativo nella domanda , che puzza di falsità e di retorica chiedendo se tali attività sono compatibili con ambiente ed il patrimonio faunistico locale.
    Non le sembra di mescolare il Sacro e il Profano?

    E anche a questo le è stato dato risposta.

    Insomma consigliere Nardelli, mi permetta, ma questa interrogazione risulta offensiva, sia per chi pratica questa disciplina che per chi, come me, si prende la briga di seguire le attività dei nostri politici.

    Questa interrogazione risulta, a mio modesto parere, faziosa, retorica, anacronistica e, quello che è peggio tendente a prevaricare chi la pensa diversamente, intendendo far passare la idea ( e lo ha dimostrato con Le sue risposte ai commenti) che sia un hobby pericoloso.
    Non le sembra un atteggiamento da vecchia sinistra oramai superata?

    Riprendo i passi citati da Riccardo che pesano come macigni e tagliano come lame:

    – Quel che però più mi preoccupa è che il gioco è la proiezione della propria fantasia. E dunque mi spaventa non solo che qualcuno vada in giro per i boschi in tuta mimetica, con armi finte ma del tutto simili a quelle vere, ma che non si trovi nient altro di meglio da fare che far finta di ammazzare qualcuno.
    – No, mi spiace, ma non c è in queste pratiche alcuna innocenza.
    Spero che qualcuno di questi sportivi almeno un attimo ci ripensi.

    Lei pensa di rispettare veramente le idee altrui indicando come potenzialmente pericolosa un attività senza informarmi prima e soprattutto usando uno strumento come quello dell interrogazione per gettare fango sugli altri ?

    Ho segnalato questa interrogazione ad alcuni blog trentini
    e ad alcune associazioni di Soft Air per analizzare veramente cosa ne pensano i trentini e gli addetti al fine di avere una risposta più esaustiva alla Sua domanda .

    La sua interrogazione mi ha lasciato alquanto perplesso e mi chiedo quando mai la sinistra finirà di fare sterile demagogia e si addentrerà nei veri problemi della gente.

    Cordiali saluti.
    Franco

    Ps: Da notare come questo suo argomento abbia raggiunto un elevato numero di commenti… mentre altri sono praticamente deserti.
    Considerazioni?

  17. Nicola ha detto:

    Giovanni, con il tuo p.s. secondo me hai messo il dito nella piaga, sig.Nardelli, se vuole un mio parere questo attacco al nostro sport è un modo come un per farsi pubblicità e farsi notare in Trentino nascondendosi dietro alla guerra in Bosnia e al suo “pacifismo”
    E con questo ho finito.
    Cordiali saluti.

  18. Luca ha detto:

    Gentile Consigliere,
    noto in questo blog, che oltre ad essere molto attento e attivo sul tema della Pace si interessa anche di Ecologia Ambientale è visto che la cosa è molto importante al pari della Pace per mia visione personale, e penso condivisa da molti, le chiedo cortesemente di dare voce magari in Consiglio Provinciale con la stessa velocità che ha dato al problema Soft air nella parte del suo intervento rivolto all’inquinamento ambientale che tale attività provoca. La parte politica la lascio a chi ne sa più di me. Nel senso di valutare aspetti inquinanti prodotti da attività di gestione del territorio e da Gruppi e
    Associazioni presenti e operanti sullo stesso: come i Bikers, dato che oltre a usurare molto i sentieri e altro dove passano, disseminano con il transito delle loro biciclette ed equivalente usura dei copertoni, derivati del petrolio o altre sostanze che si trovano nelle mescole di tale prodotti industriali, e non parlo di una bicicletta ma delle migliaia che transitano e si incontrano ormai nei Sacri Boschi Trentini. Dato ormai che su certi sentieri si vedono i sassi gommati dai passaggi, la terra è sparita da tempo (usura non naturale). Non so quantificare il danno, ma andrebbe fatto fare e pagare a questi signori.
    O hai Cacciatori, che oltre a versare del sangue nel vero senso della parola, inquinano il terreno anche privato se non recintato, con pallini e palle di fucile “veri” una volta di piombo materiale pericoloso e altamente inquinante penso alla Sloi, ora di altri metalli ma sempre di immondizia si tratta una volta sparata, di bossoli se ne vedono molti in giro azzurri, rossi, neri in base al calibro dei pallini che contengono, di plastica e ottone, sempre rifiuti sono, e penso all’inquinamento dell’aria, dato dalla combustione della polvere propellente allo sparo a base di nitrati, all’inquinamento sonoro acustico, visto i decibal di un fucile al momento dello sparo, poveri caprioli, volpi, uccellini e leprotti che spaventi….
    o a gruppi Folcloristici, che con i loro fucili sparano in piazza con folclore penso, ma inquinano e ci sono bambini donne e uomini che respirano l’aria con l’odore di polvere da sparo e relative sostanze tossiche, non si deve fumare in certe situazioni, ed è giusto, non capisco perchè si lasci fare una cosa del genere con presenza di bambini e magari donne incinte.
    Alle strade forestali, asfaltate ormai ovunque che con l’invecchiamento del manto stradale, provoca sgretolamenti e lascia finire nel bosco bitume o catrame causando penso un certo inquinamento, farei fare delle analisi e una eventuale bonifica.
    o i pescatori, che con le loro lenze, qualcuno di attento lo ha già segnalato ma forse è meglio evidenziarlo che non fa male, lasciano nei fiumi, laghi e torrenti plastica acciaio e piombo lo si trova spesso il piombo assieme al petrolio o ai suoi derivati aime.
    Hai cavalli che quello che producono è rifiuto speciale da contenimento nel maneggio ma fuori cosa diventa? E le assicuro che ho esperienza con questi bellissimi animali, e in passeggiata forse stimolati qualche chiletto lo fanno moltiplicato non so per quanti cavalli lascio a lei il risultato inquinante da fosfati, e altro del terreno. Il lago di Tovel dopo 30 si è capito che diventava rosso grazie alle malghe e ai loro liquami che filtravano e inquinavano il lago.
    Spero che nella sua battaglia Ecologica venga affiancato anche dal Sindaco di Zambana, e che corra hai ripari facendo ordinanze anche su queste attività inquinanti sempre con la stessa velocità, visto anche il vostro tempo e impegno va a gravare su soldi pubblici e a mio modesto giudizio spesi bene per queste cause, la Pace e un Ambiente più pulito.
    La saluto e spero di incontrarla di persona, per poter complimentarmi di eventuali e penso certi sviluppi delle problematiche che sopra ho espresso. O per chiedere perchè non ha fatto nulla se non solamente contro l’attività del Softair.

  19. michele ha detto:

    Rubo qualche minuto agli impegni per rispondere al signor Giovanni, in primo luogo sulla qualità della politica. Mi sta tanto a cuore questo problema che dedico una parte importante della mia indennità alla formazione e al progetto “Politica è responsabilità”. Prima di essere eletto in Consiglio l’attività formativa era al centro del mio impegno professionale, in Trentino ma anche in Italia e in altri paesi.
    Ovviamente non tutti la devono pensare come me. Nel corso degli anni non mi ha mai preoccupato più di tanto essere minoranza. E, infine, temo quando la politica è pensata in bianco e nero.
    Altro è il rispetto delle leggi. Ed oggi l’ho ribadito in Consiglio provinciale quando si è discusso sulla “question time”: non ho chiesto di proibire il softair ma semplicemente il rispetto delle regole, fermo restando che per me la politica (quella alta) deve avere anche un ruolo pedagogico e formativo.
    Un’ultima cosa, a proposito del mio sito. Quanti consiglieri curano il rapporto con la propria comunità (non solo con le persone che l’hanno votato) da tenere un diario aggiornato quotidianamente? Può pensare che tutto questo sia propaganda, libero di farlo, ma le assicuro che non è affatto così.
    Grazie comunque.

  20. Michele ha detto:

    Vedo solo ora l’intervento del signor Luca che mi sollecita un maggior impegno sulle questioni ambientali. Chi pensa abbia contribuito in forma determinante a salvare il Colbricon dopo che la giunta aveva già deliberato? O l’impianto Garda – Altissimo che avrebbe avuto un impatto devastante sul territorio? Grazie comunque per la sollecitazione.

  21. Luca ha detto:

    Gentile Consigliere,
    la mia lettera non è un sollecito, alla sua dinamica e operatività ambientalistica ne una richiesta di quanto lei faccia per tale causa si sa che tale cultura è insita anche nel suo schieramento politico e questo è molto apprezzato da parte mia, infatti non le espongo mancanze sul tema, ma le chiedo da cittadino di attivarsi su problematiche che esistono e alcune le ho citate, con una celerità che ho visto in suo possesso di qualità umana e amministrativa e che ha dimostrato con la pratica del softair, con il Sindaco di Zambana. Se si sporca tutti e alcuni con possibili danni alla salute o erosione e inquinamento del territorio, non vedo perchè altri non possano farlo e vengano segnalati per inquinatori. Non trovo equità nel trattamento. Non sò Lei!
    Luca

  22. Vincenzo ha detto:

    Cortese Consigliere Nardelli,
    ho seguito con apprensione il suo intervento in Consiglio e ascoltato, poi letto la trascrizione, la risposta del Presidente Dellai riguardo i “giochi di guerra”. Ora so, dopo 18 anni che pratico il soft air che appartengo alla categoria degli inquinatori ambientali e che le mie “fantasie” devono essere estremamente pericolose.
    Rivedrò completamente i miei atteggiamenti anche nei miei impegno sociali, per adeguarli alla sua descrizione.

    Come Lei, nonostante le mie inclinazioni, certi simboli non solo mi infastidiscono ma, anche, mi fanno considerare i miei colleghi che li adottano nei loro giochi, superficiali ed insensibili.
    Al proposito, quindi, vorrei sollecitare la sua attenzione su altri simboli utilizzati da altre persone che si abbigliano in maniera particolare: gli Schutzen.

    Loro usano un abbigliamento anacronistico, ma pur sempre replicante una “divisa”.
    Da qualche anno, gli Schutzen hanno l’autorizzazione ad imbracciare ed usare (sparando a salve, s’intende) armi coreografiche.
    Il fatto è che io, da conoscitore di armi quale sono, ho notato che gli Schutzen hanno scelto di adottare un vecchio fucile si, ma non per questo privo di significato storico: il Mauser KAR 98 K.
    Pur trattandosi di un progetto del 1898, la versione ora utilizzata dagli Schutzen è quella in dotazione ai militari nazisti della Seconda Guerra Mondiale.
    Ce ne sono molte versioni la cui differenza sostanziale sta nei marchi impressi vicino alle matricole, secondo l’esercito che l’ha adottati.
    Molti, i più diffusi qui da noi, riportano ancora le Waffenhamt.

    Quindi, le chiedo: in una delle prossime interrogazioni in Consiglio, potrebbe chiedere delucidazioni su quale tipo di arma imbracciano gli Schutzen nelle loro manifestazioni?
    E’ tale arma in sintonia storica con la reale dotazione degli Schutzen del tempo che celebrano?
    Che sappia io, utilizzavano archibugi ad avancarica e, più recentemente, qualche doppietta.

    La prego di prendere sul serio la mia richiesta.

  23. Giovanni ha detto:

    Risulta evidente la strumentalizzazione di questa disciplina e l’uso di questa interrogazione.
    Al consigliere Nardelli non piacciono le armi .
    Punto e basta.
    Non importano le altre finalità.
    Solo le bandiere arcobaleno si possono usare nei giochi, e speriamo che la giunta si adoperi per mettere al bando tutte le altre!

    Riporto per completezza la risposta tratta dal sito del consiglio che trovo molto significativa .

    Intensificati i controlli contro i giochi di guerra a Zambana Vecchia
    Rispondendo all’interrogazione del consigliere Michele Nardelli, preoccupato per la presenza di -squadre di finti militari-, agghindati di tutto punto, come veri soldati” impegnati in cosiddetti -giochi di guerra- nei boschi di Zambana Vecchia, il presidente della Giunta Lorenzo Dellai, pur precisando che la competenza in materia è del Comune di Zambana, ha assicurato che la Provincia attiverà i propri uffici per verificare che i comportamenti segnalati siano conformi alle leggi. Da parte sua il Comune di Zambana continuerà a far rispettare l’ordinanza di divieto di accesso all’area della frana del 1953 ai piedi della val Manara e intensificherà i controlli su tutto il territorio comunale soprattutto di domenica e nei giorni di festa. Il sindaco di Zambana, come ha aggiunto il consigliere Nardelli, ha anche chiesto che gli organizzatori di tali –giochi- provvedano alla pulizia dei boschi rimuovendo i bossoli. Pur soddisfatto della risposta, il consigliere si è detto preoccupato dal dilagare di tali passatempi in tutto il territorio provinciale, dove le aree -di gioco- vengono anche escluse al pubblico passaggio da cartelli appositi.

    Come potete notare il consigliere è rimasto refrattario a tutto quanto avete indicato e ciò mi sembra molto indicativo.

    Vi consiglio di aprire discussioni nei vari blog trentini e trattare l’argomento in sedi meno sterili di questa.

    Il mio contributo l’ho dato facendo aprire un articolo sul sito dosstrento.net.

    Ciao e alla prossima appassionante discussione nella speranza non si trasformi in un dialogo tra sordi.

  24. Luca ha detto:

    Gentile Consigliere,
    vedo ora una lettera del Signor Giovanni, che è molto chiara e vagamente autoritaria almeno a mio modesto parere si può sempre sbagliare, cito questa lettera di risposta perchè sembra che parli a suo titolo e al plurale. Ma io non ho chiesto e scritto di armi, bandiere, o altro visto che la politica se di quello si tratta la lascio fare a chi ne sa più di me come ho citato nella mia prima missiva inviatale su questo blog. Ma ho espressamente fatto presente e denunciato possibili fonti di degrado e pericolo ambientale e di salute per i cittadini date da attività sportive, folcloristiche e di gestione del territorio da parte di gruppi e associazioni e enti territoriali che possono nuocere alla salute pubblica.
    Ho cercato tramite Lei di trasmettere questo messaggio anche al Sindaco di Zambana essendo stato il primo a dire su un quotidiano che chi sporca e inquina in queste attività deve pagare, avete sposato una causa comune e che io personalmente appoggio.
    Riprendo dalla lettera del Signor Giovanni, che a Lei le armi non piacciono e approvo in pieno, e visto che inquinano vietiamone l’uso se non per esigenze di ordine pubblico, in sintonia di pace e un ambiente pulito. Resto fiducioso in una sua risposta e presa di posizione possibilmente non affidata ad altri visto che io non le scrivo tramite terze o quarte persone. Parlare di sterilità quando in discussione ce la salute pubblica se questa affermazione era indirizzata al mio intervento mi sembra molto limitante e faccio fatica a comprendere. Spero di non rimanere solo o con dei sordi attorno a me.
    Luca

    Riprendo la sua citazione che mi sembra molto attinente al momento.
    Che cos’è fare politica se non dire al prossimo tuo che non è solo?

  25. Daniele ha detto:

    Buongiorno.

    Sono incuriosito dall’interrogazione in oggetto ed in particolare dal senso profondo che rappresenta.

    Il Partito Democratico a cui lei appartiene è promotore, cito il Manifesto dei Valori, di:
    “Noi vogliamo una società aperta che consideri le persone in base alle loro qualità, rimuovendo
    gli ostacoli economici e sociali, e premiando il merito e non i privilegi. Vogliamo che a ciascuno sia
    garantita la libertà di realizzarsi secondo i suoi talenti e le sue inclinazioni, senza distinzioni di genere o
    di provenienza sociale, di opinioni politiche o religiose.”

    Ora, mi chiedo se tale Manifesto sia compatibile con una tale presa di posizione tout court avverso queste tipologie di attività o se sia maggiormente compatibile con un confronto serio e costruttivo, mirato al rispetto reciproco piuttosto che alla ghettizzazione di chi, evidentemente, ha inclinazioni differenti dalle nostre.

    Confidando in un gentile riscontro, rispettosamente saluto.

  26. Giovanni ha detto:

    Buona sera!
    Prima di tutto sgombriamo il campo da equivoci.
    Egregio Signor Luca, il mio non voleva essere un intervento autoritario, ma voleva solo aver lo scopo di dire pane al pane e vino al vino oppure parlare come si mangia.
    Lei dice che la politica la lascia fare a chi ne sa più di lei. Ma sta portando l’argomento su un piano squisitamente politico.
    E fa bene… Le ricordo che l etimologia greca della parola politica –polis- e cioè –città- la stessa è intesa come l’ arte di governare le società.
    E lei va parte della società!
    Ma di chi ci governa pretendo ed esigo chiarezza.
    Il Consigliere Nardelli ha incentrato l’interrogazione sul rispetto ambientale e sul – rispetto per la pace- .
    Io vorrei che prima di – criminalizzare qualcuno – seppur la pensa diversamente da noi ci si informasse.
    Questo per una questione di rispetto.
    E’ palese che la cosa che più da fastidio al consigliere Nardelli sono l’uso delle armi , seppur giocatolo.
    Piccola puntualizzazione… non amo le armi, ma trovo affascinante questa disciplina che conosco solo grazie all interrogazione del consigliere. Amo i film d azione eppure non mi sento drogato di violenza.
    Odio il calcio ma per questo non mi sognerei mai di metterlo al bando.
    Eppure questo sport genera ( non sempre per fortuna) violenza fisica e verbale.
    Croci uncinate, saluti romani sono all ordine del giorno durante le partite di calcio.

    Cosa voglio dire con questa premessa.?
    Che da un politico mi aspetto correttezza.
    Diverso sarebbe stato se l interrogazione fossa stata diretta e magari più approvondita.
    Il caso Zambana vecchia e dagli anni 50 che sta andando avanti , pic nic, cacciatori, ciclisti, coppiette frequentano la Val Manara da oltre mezzo secolo.

    Trovo incredibile che un rappresentante della sinistra ( di cui faccio parte) abbia fatto una simile interrogazione adducendo l’ambiguità dell’impatto ambientale.

    Detto ciò, ringrazio il consigliere per aver dato a tutti noi la possibilità di esprimersi e sicuramente, amando la politica vera avrà in me un lettore seppur alle volte critico.

    Voglio infine ricordare come scritto da Luca che ghettizzare delle persone solo perché fanno uno sport che non piace è ingiusto e che il proibizionismo ottiene sempre l effetto contrario.
    Sono sicuro che questa interrogazione porterà nuovi adepti a questa disciplina in cui ripeto, non ci trovo nulla di male pur non esercitandola.
    Consiglio di visionare il filmato youtube dal titolo grizzly team stagione 2009 dove dei ragazzi della val di Non presentano questa disciplina, un modo come un altro per stare in compagnia, senza per forza essere dei guerrafondai o dei nazisti.

    Cordiali saluti.

  27. Vincenzo ha detto:

    Sig. Giovanni,
    da Soft Gunner La ringrazio per il contributo alla discussione e il sostegno morale ed apprezzo la sua obiettività.
    Ho visitato il suo Blog e presto La contatterò a nome di un discreto numero di praticanti il Soft Air.

    Segnalo che in altra discussione, che ha per oggetto la dipartita di Silvius Magnago, il Consigliere Nardelli ha inserito, a mio avviso in maniera inopportuna, la questione Giochi di Guerra e le sue preoccupazioni.
    Lo ho invitato, in quel topic, a rispondere ai quesiti che gli sono stati posti qui e per tutta risposta, il mio intervento è stato “censurato”.
    Mi pare che vi siano delle critiche recenti riguardo casi di censura, proprio qui.

    Da questo momento in avanti, per precauzione salverò ogni singolo intervento, per sicurezza… .

  28. vincenzo ha detto:

    Il Consigliere Michele Nardelli ha, nuovamente censurato due miei interventi e quello di un certo “Francesco” a commento del “Diario di bordo”.

    Il consigliere Nardelli insiste nell’insultare l’intelligenza e la coerenza di persone che, evidentemente, l’hanno sorpreso non tanto per il fatto che praticano i Giochi di Guerra, ma per il fatto di dimostrare con interventi chiari, circostanziati, seri, di non essere degli invasati e incivili insensibili.

    Se il Consigliere Nardelli, dall’alto della sua carica istituzionale, i cui emolumenti derivano anche dal contributo fiscale di molti giocatori di guerra – e anche degli Schutzen, perchè no – non se la sente di affrontare il dibattito che lui stesso ha alimentato, forse sarebbe meglio se chiudesse del tutto questo Blog, evitando di insultare le persone.

  29. Luca ha detto:

    Ringrazio il Signor Giovanni, per il chiarimento e approfondimento sul suo intervento, molto chiaro e pieno di significato sociale. Comunque rimane aperta la questione ambientale che è stata generata dall\\\’intervento del Consigliere Nardelli. Che va a colpire moltissime attività del territorio. Aspetto una sua cortese risposta e presa di posizione. Sperando di non finire cestinato come leggo.
    Luca

  30. Riccardo ha detto:

    Gentile Sig. Nardelli.

    Ho avuto modo di vedere martedì 25/05/2010 in diretta sul web, la seduta della giunta Provinciale, e in particolar modo il Suo intervento riguardante la questione del soft air.

    Non avrei mai preteso che da una Suo profondo convincimento sul tema dibattuto cambiasse idea, ma per lo meno che avesse tenuto conto di ciò che è stato scritto sul Suo Blog, e in particolare, dei temi “tecnici” trattati per informarLa un po’ più approfonditamente su tale sport.

    Invece, mi sono reso conto dal Suo intervento che tutto ciò che Le è stato esposto non ha avuto alcun minimo riscontro. Questo mi ha profondamente rammaricato, giacché più e più volte ha parlato di dialogo e della Sua volontà di non offendere nessuno.

    Le cito testualmente, perché possa prendere visione di quello che scrive, ma che a mio avviso male interpreta: “Ho cercato di rispondere in maniera pacata e colloquiale proprio perché non è mia intenzione criminalizzare nessuno. E però il dialogo non si fa tra sordi. Ci si deve davvero ascoltare”

    Vorrei sapere dal Suo intervento di martedì, cosa ci può far capire che ci ha ascoltati realmente e dove sta la Sua intenzione di non criminalizzare nessuno, visto che in consiglio ha ribadito con forza le Sue affermazioni e ancora una volta ci ha paragonato ai veri guerrieri e con quello che succedeva in Bosnia. E’ questo l’esempio dato dalla Vostra politica?

    La prego sinceramente di sedersi due minuti e di pensare seriamente e onestamente se ha svolto il suo importante ruolo in coerenza con quanto, ha scritto sul Suo Blog oppure se sta usando tutto questo solo per “pubblicizzare” qualche altro Suo fine politico…

    Le porgo i miei saluti.

    Riccardo.

  31. michele nardelli ha detto:

    Gentile Riccardo, Le rispondo perché trovo il suo intervento lecito, anche se da me non condiviso. Se le può interessare, ho riflettuto molto sulle cose scritte nel blog, che mi hanno fatto capire alcune cose. Pensavo che il fenomeno fosse molto contenuto e invece mi sono reso conto che così non è. Mi sono anche reso conto che molte delle persone che praticano tale attività, lo fanno come si trattasse di uno sport come un altro, senza particolari inclinazioni ideologiche. Ho capito che dette inclinazioni sono comunque presenti in molte “legioni”, come del resto ammesso in diversi interventi. Ho anche colto, nella veemenza di chi difende queste pratiche, un fervore talvolta quasi religioso, come se non fosse ammissibile dissentire. Tutto questo, non lo nascondo affatto e l’ho detto nel mio breve intervento in Consiglio (non in Giunta), non è per me meno preoccupante. Guardi, per me la politica non è, l’ho ripetuto più volte, ricerca del consenso. Non sono una cassetta delle lettere dove raccogliere gli umori. Ci sono altri partiti o persone che sono maestri nel far questo. Si chiama lobbysmo, ma personalemente è un modo di far politica che sento lontano e che ritengo pericoloso (per quanto diffuso in maniera trasversale).
    Porto avanti in questo come in altri luoghi le mie idee. So bene che la politica viene intesa in tutt’altra maniera, ma pazienza.

  32. vincenzo ha detto:

    Consigliere Nardelli,
    la “veemenza” con la quale l’argomento viene trattato da chi pratica questa attività, forse per qualcuno – le garantisco io, una sparuta minoranza … – potrebbe avere un carattere quasi “religioso”.
    Da anni pratico i giochi di guerra e in certi momenti, forse quando ero molto più giovane e da poco lo praticavo, è possibile che mi sia io stesso fatto trascinare.
    Ma si matura, ed io sono maturato come persona e come professionista anche grazie ai giochi di guerra.
    Eppure, oggi, presiedo due associazioni radicate nel contesto culturale trentino, operando in maniera chiara, limpida e costruttiva.

    Se da un giorno all’altro qualcuno mettesse in dubbio la Sua rispettabilità o il suo “equilibrio” in virtù di una delle sue attività domenicali – magari il ciclismo, che oggi mi ha tenuto fermo in una rotatoria per due ore e mezza… – non si offenderebbe? Non si sentirebbe sminuito? Non avrebbe voglia di ribellarsi all’idea di essere ghettizzato come un idiota?

    Ha più volte scritto di non avere avuto, fino ad ora, idea della portata e della diffusione dei giochi di guerra. E’ vero!
    Allora, qualche dato approssimativo glielo do io ora.
    Qui in Trentino siamo in non meno di seicento, tra professionisti, operai, studenti, di ogni estrazione sociale e di ogni colore politico.
    In tutt’Italia, non meno di 25.000, organizzati in gruppi, iscritti ad enti di promozione sportiva la maggior parte, (Csen, ACSI, AICS e molti altri).
    Per me che lo pratico, non è uno sport. Lo considero un modo di sfidare me stesso e i miei “avversari”.
    Non è un surrogato alla vita militare o alla “guerra” combattuta (quella dichiarata dai Politici).

    Con la Sua interrogazione non ha solo reso pubblico un fatto di cronaca che, io stesso dopo avere letto ed essermi documentato su natura e circostanze trovo deprecabile e che, quindi, merita le giuste conseguenze amministrative, ma ha gettato un’mbra di “illegalità” su un’attività che di illegale non ha proprio nulla e che è disciplinata da una circolare del 1999 a firma dell’allora Ministro degli Interni, ora Presidente della Repubblica, Napolitano.
    Questo, Lei, lo sapeva? NO!
    Io mi auguro che i miei ex “colleghi” che non hanno osservato l’ordinanza di divieto di accesso alla zona interessata dalla frana della Val Manara, paghino per l’errore fatto.
    Dal nostro punto di vista, quello dei praticanti questa attività, è giusto che ciò avvenga, in virtù, anche, di regole non scritte che accomunano la maggior parte dei praticanti i giochi di guerra e che rientrano nel buon senso.
    Lei sa quante sono le amministrazioni comunali e le Stazione Carabinieri, piuttosto che i Comandi di Polizia Locale, piuttosto che gli agenti della vigilanza forestale che ci conoscono da decenni qui in Trentino?
    Si è informato sul perchè, tutti questi enti non hanno trovato motivazioni per impedire che le attività di cui l’allora Ministro Napolitano ha trattato in una circolare ministeriale?
    La risposta è semplice: perché è lecita. Altro che illegale. E la sua liceità trova forza nel diritto Costituzionale per il cittadino di esprimersi, anche nel tempo libero.
    E la cosa più grave è che ora, molte di queste amministrazioni trovano “imbarazzante” rapportarsi con persone normali, come me, che partecipano attivamente alla loro vita.

    Vincenzo

  33. Riccardo ha detto:

    Gentile Sig. Nardelli, noto con piacere che ha comunque risposto alla mia osservazione qui sul Suo blog.
    Oltre a questo ho notato una “presa di coscienza” su alcuni temi dibattuti, a volte con fervore.
    Credo che tutti quelli che come me, cioè che da parecchi anni praticano e cercano di legittimare questo sport, possa essere passibile un certo “fervore” nel difendere la propria causa, non sicuramente però con fanatismo ma con equità.
    Se fosse di Suo interesse fissare un incontro con qualche associazione SoftAir di Trento per discutere personalmente e dibattere su questo argomento, sarò felice di incontrarLa di persona.
    Cordialmente.
    Riccardo.

  34. HAMMER ha detto:

    Caro sig. Nardelli mi rattrista molto il fatto di vedere dove sono sprecati i soldi di noi ” ONESTI CONTRIBUENTI ed ELETTORI ” che lavorano duramente tutta la settimana e tutti i giorni di ogni mese mantenendo anche gente come Lei !Mi è stato insegnato molto tempo fà che per poter giudicare le cose bisogna avere INFORMAZIONI e PRATICA delle stesse!Io, a differenza sua , non la giudico un criminale come lei vuol fare apparire il mondo del soft-air .Mi dispiace vedere che c’è gente come Lei che non ha coerenza. Magari ha buttato anche Lei un pezzo di carta o una sigaretta a terra una volta in vita e per questo non è un criminale!Sbagli ne commettiamo tutti nella vita ! Lei ha fatto un attacco ingiustificato a della gente che per quanto ha un passatempo giudicato da alcuni, particolare o addirittura bellicoso, non è per questo nulla di criminale o violento!!! Per noi E’ e RIMARRA’ SEMPRE UNO SPORT !NON SI NASCONDE NULLA DI OCCULTO DIETRO A QUESTO , come qualcun altro si è permesso di scrivere passando così nella calunnia ! Noi softgunner siamo gente semplice che proviene da TUTTI i ceti sociali e mi creda si stupirebbe ! Non abbiamo MAI fatto nulla di nascosto perchè nulla abbiamo da celare caro signore mio. Lei sig. Nardelli non ha dato un bel esempio di DEMOCRAZIA di questo paese che nonostante gente come Lei io amo ancora !Il suo atto di portare avanti una cosa di questa portata politica mi fà pensare che forse Lei presta poca attenzione ai VERI problemi che abbiamo in questo paese! I softgunner sono i primi che allontanano o isolano gente che allarma con ideologie estremiste e pericolose perchè per NOI VERI SOFTGUNNER RESTA SOLO UNO SPORT e NULLA DI PIU’ ! E’ un passatempo divertente della domenica che ci toglie il vero nervosismo delle difficoltà quotidiane! Ci vuole togliere DEMOCRATICAMENTE anche questo caro signore ? Si rende conto che se fosse per Lei in qualsiasi posto ci sarebbero divieti ? Ha la minima idea delle IMMONDIZIE che tiriamo fuori dai boschi lasciate da escursionisti, famiglie,bikers cacciatori…..e chi più ne ha più ne metta ! Eh si caro sig Nardelli perchè visto che Lei sembra così informato sono proprio i cacciatori che lasciano i BOSSOLI, che Lei ha citato, nei boschi ! Sono loro coi BOTTI di vere ARMI SPARANTI che spaventano la fauna !Noi possiamo non piacere a tutti e questo è inequivocabile però abbiamo ancora l’intelligenza di non commentare o ATTACCARE , come Lei ha fatto, quello che non conosciamo ! Le auguro vivamente che il potere politico che Le è stato consegnato da NOI ELETTORI sia impiegato in modo migliore e più profiquo per la collettività ! Le auguro buon lavoro e magari un bel esame di coscienza !

  35. deg@ ha detto:

    Cari amici, da ultimo mi permetto di dire anche io la mia.
    Innanzitutto il personaggio che ha scatenato questo putiferio. Sappiamo tutti che appartiene a quella frangia politica che divide il mondo in BUONI (quelli che la pensano come lui) e CATTIVI (tutti gli altri). Per questi ultimi nella sua società perfetta non c’e’ spazio: o ci si lascia rieducare o si viene eliminati. Dei buoni peraltro fanno parte quelli che (anche dalle nostre parti) occupano con la violenza spazi che non gli appartengono (centro bruno) e amano organizzare cortei che mettono “pacificamente” a fuoco la città.
    Nel merito:
    1) la questione dell’abbigliamento è ridicola. Ovviamente non si deve tollerare (cosa che mi pare noi abbiamo sempre fatto) la presenza di idioti con simboli (svastiche, fasci…) che possano ricondurre al reato di apologia o a “sbadati” che con fregi, stellette, distintivi, mostrine possano in qualche modo far allarmare le forze dell’ordine; in questo caso comunque trattandosi di reato penale la responsabilità rimane individuale e quindi se i vigili urbani ne hanno voglia possono tranquillamente intervenire (penso anche con il nostro plauso).
    2) la questione dell’inquinamento: si tratta della nota dolente. Il nostro lo usa come il cavallo di troia. Dei pallni non gli interessa nulla, altrimenti prima che prendersela con noi se la sarebbe dovuta prendere con altri (cacciatori che seminano ovunque pallini e cartucce per esempio) ma i pallini gli forniscono l’unico appiglio per non rendersi ridicolo. Io soluzioni non ne ho ma possiamo trovarle insieme.
    3) certo che reagire come stiamo reagendo noi mi pare significhi dare la partita vinta a un ipocrita che sui giornali se la prende con noi e in consiglio comunale vota a favore della caccia in tutte le stagioni e sostiene un assessore e un presidente della provincia che amano finanziare e passare in rassegna organizzazioni paramilitari schierate, vestite in divisa (pagata da noi) e dotate di repliche di armi (pure pagate da noi).
    Perché non costituirci anche noi come compagnia di bersaglieri tirolesi?
    comprendo l’amarezza di vinc ma ritengo che questo sia il momento di venire allo scoperto e far sentire le nostre ragioni in maniera civile e ragionata.
    Visto che questo consigliere rappresenta anche noi, visto che è cosi attento alla problematica, perché non chiedergli di trovare insieme un luogo che ci permetta di esercitare le nostre attività ludiche senza importunare volpi, caprioli e fagiani (che si sa, devono essere lasciati tranquilli perché possano essere impallinati dai cacciatori)?
    POtremmo impegnarci, entro limiti ragionevoli, a tenere pulita l’area, facendo un giro ogni tanto a raccogliere i pallini visibili. C’e’ chi gira a raccogliere mirtilli…

  36. deg@ ha detto:

    dimenticavo… le foto “rubate” sono una vera chicca.
    Si capisce che chi le ha scattate non sa nemmeno con chi aveva a che fare.
    Io non ho mai giocato a zambana ma invece di rimanere nascosto come un topo dietro un cespuglio il paparazzo avrebbe potuto risparmiarsi la levataccia mattutina e fare una elementare ricerca su internet. Avrebbe trovato foto, nomi, volti di cittadini onesti che si divertono in compagnia. Tutto alla luce del sole.

  37. Luca ha detto:

    Gentile Consigliere,
    vedendo i tanti interventi che si susseguono, mi chiedo se forse si è dimenticato di me, che sono ancora in attesa di una Sua risposta a temi e domande che le ho posto, vedendo però alcuni interventi di altri cittadini capisco che se veri, una presa di posizione su alcuni temi la porterebbero forse in una zona di conflitto personale, come fa ad appoggiare certe pratiche come la caccia e le parate folcloristiche armate, per poi occuparsi di ecologia e salvaguardia dell\\\’ambiente e moralizzare se qualcuno non è in sintonia con Lei. Si può fare è vero, visto che lo fa.. ma mi sembra un controsenso ideologico e morale.
    Luca
    Resto fiducioso in una sua risposta (vera non di circostanza come l’ultima, cortese ma fuori contesto).
    Altrimenti non potrà dire un giorno che non lo sapeva.

  38. Chiara Ghetta ha detto:

    Mi inserisco in questa discussione aperta su un tema che vede posizioni differenti qui, da alcuni giorni, ampiamente confrontate. Ciò mi ha sollecitato nel dare uno sguardo attraverso internet alla rappresentazione di questa attività, cosa che non mi era mai capitato di fare. Esercizio curioso per ciò che suscita.
    Occasioni di aggregazione per allenarsi , per vivere un altro spazio, un altro tempo in cui chi partecipa si rappresenta in un ruolo e per fare ciò mette una maschera. In questo caso , in vero, una maschera inquietante per ciò che rappresenta. E si sa la maschera nasconde e nello stesso tempo libera.

    Le parole degli appassionati sembra valorizzino la sensazione di libertà delle occasioni domenicali di incontro. Le regole del gioco/sport esaltano lo spirito di aggregazione, la lealtà ed emerge forte la dimensione del gruppo, di cooperazione di chi condivide questa esperienza. Le regole sono ferree e precise, è richiesto l’utilizzo e lo sviluppo di competenze quali problem solving, tenacia, equilibrio… Insomma leggendo queste note in effetti , sembra si possano valorizzare competenze sociali utili. E sappiamo che lo sport è occasione privilegiata per lo sviluppo di qualità individuali positive.

    Certo il soft air è uno sport riconosciuto dal Coni. Ma davvero i valori che sopra citavo sono indifferentemente sviluppati all’interno di una squadra diciamo di calcio, pallavolo o in un gruppo che ha bisogno, per svilupparli, di utilizzare la “maschera” della guerra? Ho scorso le regole del gioco/sport che prevede rigidi divieti che sono simbolo delle regole sportive ma anche, pare, l’inevitabile richiamo alla prevenzione del rischio di …“farsi prendere la mano”, nascosti dalla maschera.

    Il tema della guerra è troppo serio e tragico per essere trasformato in gioco o sport. Il tema della pace è troppo importante per non essere testimoniato con coerenza rifiutando le rappresentazioni e i simboli che sono espressione di morte. Anche nel lessico di questo gioco/sport ho colto pesantemente questo aspetto.

    Ringrazio quindi Michele Nardelli per aver posto l’attenzione su questa pratica ( anch’essa libera espressione della nostra società), per aver dato spazio qui al confronto, per aver sollecitato la riflessione critica, esercizio indispensabile per cercare / interrogare/ trovare il senso delle scelte di ciascuno.
    Chiara Ghetta

  39. vincenzo ha detto:

    Cortese Chiara Ghetta, ho dovuto rileggere il suo intervento due o tre volte per comprenderne il contenuto e il significato. Mi perdoni sa, ma sono persona semplice e come i miei colleghi mascherati, parlo e scrivo come mangio.

    Si tranquillizzi: a parte qualche facinoroso, che si incontra anche in molte altre attività, pseudosportive o socciali, i praticanti il soft air non mettono usano la “maschera” guerriera per compensare chissà che o chissà cosa.

    E’ gente normalissima, come Lei. Oppure, ciò che scrive e il modo in cui lo scrive lo devo considerare una “maschera” che copre un chissà quale disagio?

    Siamo in prossimità del termine delle scuole e la scadenza non la sentono solo i bambini, ma anche molti insegnanti. Tant’è che nella scuola che frequentano i miei figlioli, già sono iniziate le giornate di noia, anche per la mancanza di alcuni insegnanti.
    Il più grande dei miei figli mi ha chiesto di rientrare a casa dopo mezzogiorno poichè l’insegnante delle attività pomeridiane manca. MA viene sostituito da altro insegnante che già ha fatto sapere che impegnerà la classe in attività di svago.
    Ho spiegato a mio figlio che qualsiasi sia l’attività che dovrà fare oggi pomeriggio, c’è un insegnante presente il quale, gioco, attività ludica, o qualsiasi altra cosa gli farà fare, è lì per lavorare e rappresenta l’istituzione scolastica che merita rispetto, nonostante tutto.

    Mi dica, Chiara Ghetta: quale maschera ho indossato questa mattina?

  40. Massimiliano Pilati - Lav ha detto:

    Cari tutti,
    l’argomento posto da Michele Nardelli mi sollecita un intervento.

    Michele, da buon amico della nonviolenza, è andato a toccare un tema che a molti sembrava di poco conto ma che invece ha scoperchiato numerose reazioni. Si è aperto un terreno in cui confrontarsi e questo sicuramente è buono.

    Io ho conosciuto la pratica del softair in Bosnia in uno dei miei viaggi in quelle terre. Devo dire che in quel contesto mi aveva fatto una pessima impressione. Un ragazzo ci aveva accompagnato tutto orgoglioso a farci vedere il loro bel capanno e il bosco in cui si incontravano a spararsi. Devo dire che ero rimasto sconcertato: poco più di 10 anni prima in quelle zone la gente si ammazzava, in quei luoghi le ferite sono ancora aperte e questi si trovavano a “giocare alla guerra” con tanto di copie perfette dei fucili usati in quei contesti, di stemmi e ex divise delle milizie; divise che hanno avuto un ruolo orribile in quei posti e che lasciavano pochi dubbi sulle ideologie che “dominavano” la testa di quelle persone. Pessimo approccio e da allora ho archiviato nella mia testa la pratica del softair come “filo guerrafondaia e filonazista”.

    Recentemente ho conosciuto un ragazzo che pratica il softair e ho ricominciato a pormi alcuni interrogativi. Lui è tutto fuorché un fanatico guerrafondaio e considera questa pratica uno sport distensivo e rilassante. Il pensiero di questo amico ha creato un buon conflitto in me, amico della nonviolenza, antimilitarista e sognante un mondo libero dalle armi.

    Capisco sinceramente che il Trentino non sia la Bosnia, capisco che spararsi per gioco non necessariamente significhi aver veramente voglia di uccidere qualcuno, sono felice che praticare questo sport non significhi essere un fanatico guerrafondaio ma non posso comunque essere d’accordo su questa pratica. Certo, la conoscenza del ragazzo di cui sopra e vari commenti letti in questo sito mi aiutano a formare un diverso pensiero su questa pratica che, sinceramente, non vedo più così oscura e “perfida”.

    Chiudo toccando un ultimo argomento che trovo centrale sulla questione. Credo che per arrivare ad avere un Mondo dove i conflitti tra le persone e i popoli si possano risolvere con il dialogo e non con le armi ci sia un immenso sforzo culturale ed educativo da fare a cominciare da noi stessi. La colpa delle guerre nel mondo non è certo di chi pratica il softair e forse non cambierebbe una virgola il vietarlo. La colpa sta in ognuno di noi e per porvi rimedio dovremmo attivarci singolarmente a cominciare dai nostri comportamenti quotidiani. Forse però un Mondo in cui per distendersi i nervi e praticare dello sport all’aria aperta si gioca alla guerra non può che essere l’inevitabile specchio del Mondo reale, l’uno trova forza nell’altro, l’uno alimenta inevitabilmente l’altro.

    Massimiliano Pilati – Lavis

  41. Luca ha detto:

    Signora Chiara,
    leggo la sua lettera, e mi sorge spontaneo fare una riflessione, lo sa che ci sono molti tipi di maschere, quelle che coprono il viso, per non farsi male, quelle in forma di caschi e sciarpe sotto una bandiera per non farsi riconoscere ma queste sono maschere che si vedono e quello che si vede forse e meno pericoloso di quelle maschere che non si vedono, ma sono presenti dentro determinate persone, e che provocano dolore e sofferenza a molti, e strani fenomeni di doppia vita e scelte.. si sostiene una causa da una parte ma poi per magia o cambio di maschera non la si sostiene più in altra sede.
    Queste sono le cose che uccidono la Democrazia. Mi ricollego al tema a me caro, dove ho esposto forme di inquinamento e forte usura del territorio, un dato di fatto palpabile, realistico e verificabile sul campo anche da tutti noi, invece vedo un forte silenzio o un non trattarne anche da parte sua, dato che entra nell\\\’argomento essendo stato usato come una primaria motivazione dell\\\’interrogazione del nostro Consigliere che gentilmente ci ospita sul suo blog.
    Luca
    Domanda:
    Che maschera a oggi oltre quella ideologica, che si esprime in modo pacato ed educato ma che non conosce un tipo di ambiente formato le ricordo da persone molto comuni e semplici e non vuol forse parlare del problema inquinamento.

  42. Luca ha detto:

    “ma ha gettato un\\\’ombra di “illegalità” su un\\\’attività che di illegale non ha proprio nulla e che è disciplinata da una circolare del 1999 a firma dell\\\’allora Ministro degli Interni, ora Presidente della Repubblica, Napolitano.
    Questo, Lei, lo sapeva? NO!”

    Scusate, ma volevo far notare questo passo di una lettera scritta dal Signor Vincenzo che mi sembra molto importante sia per il contenuto e per la firma di questa circolare, penso persona super parte e molto attenta anche allora a possibili pericoli e dubbi esposti da alcuni di voi, e sembra quasi abbiate lasciato passare un pò in sordina.. Penso che qui non si tratti di teoria o di non capire, qualcuno forse a guardato o fatto guardare queste attività come altre e ha firmato. Ricordo per tutti ex menbro della Resistenza.. e non penso debbo pubblicare un Suo Profilo. Mi sentirei banale e forse mancherei di rispetto a una persona che ammiro per l\\\’alto senso di Salvaguardia della Costituzione Italiana.

  43. HAMMER ha detto:

    Cara signora Chiara Ghetta ma si rende conto di quello che dice ? Si rende conto che non ci Sarà mai la pace senza qualcuno disposto a fare la guerra per mantenerla ? Ma Lei si rende conto che con la sua teoria, Lei, dovrebbe attaccare lo Stato Italiano che manda i nostri soldati nel mondo in missione di pace ? Ma lo sà , cara signora , che in quei posti si spara per uccidere?….Si esplode…! Abbia un pò di rispetto per i nostri soldati signora mia; che muoiono e cercano di portare giustizia e tranquillità in posti che troppo spesso diventano le loro tombe !….Abbia rispetto ! Lo sà che anche per il benessere del quale Lei stà godendo molti anni or sono della gente è andata in guerra senza più tornare dalla sua famiglia….a casa sua ? Le guerre sono una brutta cosa , signora mia , e su questo non ci piove però mi sembra fuori luogo paragonare il nostro SPORT alla guerra ! Eh si, cara signora , vede , noi lo chiamiamo sempre SPORT xchè per noi è solo questo ! E’ solo per gente come Lei che tutto sembra una guerra ! Qualche giorno fà sono morti altri nostri giovani soldati , signora mia, si è fermata un attimo per rispetto alle loro anime ? ……potevano essere i figli di chiunque….sà ? E per concludere NOI non abbiamo da nasconderci da gente come Lei e da nessuno e le Maschere sono solo protettive-antifortunistiche! Buona giornata cara signora mia e impari il rispetto per coloro che ci rendono degni di vedere il tricolore Italiano sventolare nel cielo !

  44. HAMMER ha detto:

    Caro Massimiliano Pilati mi fà piacere quello che hai scritto ! Sei, a differenza di altri, così intelligente che , per quanto non ti piaccia il soft air, non lo attacchi come invece fatto da qualcun altro ! Vedi, Massimiliano, io mi inbufalisco xchè non capisco il senso di tutte queste polemiche che son venute fuori. Io son convinto che a tutti non può piacere la stessa cosa però non capisco il perchè qualcuno con un pò di potere tra le mani prima di attaccare pubblicamente non prova la via del dialogo ! Sai quante volte mi son portato a casa la pelle sana per certi lavori che facevo in passato solo per il fatto che prima di passare alle maniere forti sono riuscito a instaurare un dialogo ? Io ho imparato che il dialogo pacato alle volte è l’unica soluzione per un punto d’incontro….un confronto ! Io leggendo gli articoli scritti dal caro Nardelli , anche se non ho mai giocato a Zanbana, mi sono sentito un criminale ! E quando la signora Carla Casetti scrive : – Mi domando : E’ solo un gioco, o c’è sotto dell’altro ? Ti rendi conto , Massimiliano , che noi softgunner siamo solo figli, fratelli e padri di qualcuno! Siamo gente comune e semplice e che non siamo terroristi!!! Quando qualcuno ci vuole far apparire così mi viene da urlare xche tutto questo non è giusto ! Noi non abbiamo Mai messo divieti di passaggio nei posti di gioco ma solo avvertimenti che in quel momento si praticava il soft air ! Siamo stati sempre cortesi coi passanti rispondendo gentilmente alle loro domande curiose ! Perchè noi siamo sempre gentili a differenza magari di gruppi anarchici che con la violenza ottengono sempre quello che vogliono !Noi chiediamo solo un pò di rispetto perchè siamo sempre stati nella legalità e nel totale rispetto delle leggi ! E mi ritengo fortunato comunque di poter aver la possibilità di confronto con qualcuno che , anche se non condivide, non si permette di callunniare una cosa, solo per il fatto che non gli piace ! Ciao Massimiliano e grazie del tuo intervento e credimi se ti dico che a me la guerra, quella vera, non piace e men che meno vedere che dei giovani soldati muoiono per essa ! Una guerra non è Mai bella ! Purtroppo , Massimiliano, viviamo in un mondo dove sembra che per essere ascoltati bisogna alzar la voce….o ancor peggio fare una guerra !

  45. Annalisa Tomasi ha detto:

    Salve a tutti,
    vorrei dare un mio contributo al dibattito avviato da Michele Nardelli.
    Durante i miei quattro anni di permanenza in Bosnia Erzegovina ho avuto modo di conoscere persone della mia stessa generazione per i quali una passeggiata nel bosco non era un’occasione di relax ma un incubo perché ricordava loro la guerra vera, gli appostamenti, la paura vera, gli spari veri, le urla vere dei compagni, il sangue ed i morti.
    Vorrei dire che ho capito allora quale fortuna avevo nel riuscire ad apprezzare il meraviglioso fruscio di un bosco verde.
    Ho conosciuto madri i cui figli ventenni, soldati di leva, erano stati fatti prigionieri e non erano più tornati a casa perché il loro battaglione li aveva abbandonati nel bosco, la notte, nella nebbia, in vedetta a coprire ignari la loro ritirata: sacrifici umani per il bene del “gruppo”.
    Ho saputo che in una battaglia si può morire uccisi dal fuoco amico perché il “gruppo” ti ritiene non sufficientemente forte da un punto di vista emotivo.
    Vorrei dire a chi pratica i giochi di guerra che in guerra non c’è spazio per “lo spirito di aggregazione, la lealtà, la dimensione del gruppo, di cooperazione”.
    Ho saputo che da sempre nella Yugoslavia, ora ex, gruppi di persone si esercitavano alla difesa del territorio e sapevano usare le armi e le tecniche del combattimento. Si trovavano la domenica nel bosco. Competenze ed abilità che hanno favorito io credo, in un contesto reso molto difficile da una forte crisi economica e politica e da un atteggiamento irresponsabile di Europa prima di tutto e di altre organizzazioni internazionali, la degenerazione verso un conflitto che ha avuto forte caratteristiche di guerra civile e cioè di guerra tra vicini di casa, tra compagni di scuola, tra colleghi di lavoro, tra membri della stessa famiglia. Un conflitto a causa del quale soffriranno coloro che la hanno combattuta, i loro figli ed i loro nipoti.
    Vorrei dire a chi pratica giochi di guerra che l’esercitarsi alla guerra io credo possa avere delle conseguenze gravi per intere generazioni.
    Concludo dicendo che ritengo sia importante questo spazio di confronto nel quale abbiamo espresso civilmente le diversità del nostro sentire e pensare.
    Ringrazio Michele Nardelli per questa opportunità.

  46. Vincenzo ha detto:

    Cortese Signora Tomasi, anche Lei, come Michele Nardelli non entra nel merito di cosa sono i cosiddetti “giochi di guerra”, cosa che invece, a suo tempo, ha fatto il Ministro degli Interni Napolitano.
    La grande maggioranza di pratica questa attività non ha alcuna intenzione di sottovalutare la parte cruenta di una guerra vera che, Lei stessa sa, non è solo l’azione compiuta da due o più soggetti che si affrontano armi in pugno ma è l’esito di un confronto politico in cui tutti hanno ragione e nessuno torto.

    Lo si sa benissimo che nello scontro armato, la pelle la porta a casa chi non si fa scrupoli. Si chiama spirito di sopravvivenza ed è probabile che Lei stessa, in una situazione critica, lo userebbe per difendersi.

    In questo momento, rispetto all’attacco gratuito a questa attività da parte del Consigliere Nardelli, lo spirito di sopravvivenza di chi pratica questi giochi è stato risvegliato.
    MA, come vede, non siamo sotto casa del Nardelli ad aspettarlo come, evidentemente, vi sareste attesi da noi.
    Stiamo discutendo (a dire il vero, solo noi, dato che Michele Nardelli pare essersi eclissato) per venirne a capo perchè, le piacciano o no, i cosidtii giochi di guerra sono una realtà e come tale va osservata, valutata e, a meno che non se ne dimostri l’illegalità, tollerata.

    La invito, per ultimo, a non svilire argomenti importanti come quelli di guerre vere.
    Purtroppo, quelle, si combatteranno ancora, sicuramente fino a che ci saranno politici non disponibili al dialogo.

  47. Nicola ha detto:

    Avete finito di tirare in ballo la guerra???? Volete capirlo che il softair non è guerra??? Finitela, le vostre accuse non stanno per niente in piedi!

  48. Marco ha detto:

    anch’io mi sento in dovere di dire la mia, su questa attività, in quanto presidente di un’associazione sportiva dilettantistica, che promuove il softair…

    il softair è uno sport, riconosciuto dal CSEN, ma nonostante questo, i giornalisti ostinano a chiamarli “giochi di guerra”…
    ma vabbè, poco male… io sono d’accordo con l’amministrazione che DEVE salvaguardare l’inquinamento dei boschi, falde acquifere ecc, certo i pallini che abbiamo riversato in giro, non faranno molto bene alla natura, ma sono comunque a “basso impatto ambientale”, diciamo che la ceramica, è molto meno invadente di qualsiasi metallo e purtroppo i nostri boschi, in realtà, sono tutt’altro che puliti…
    non dico che siamo santi, ci divertiamo a modo nostro, ci uniamo come gruppo di persone, ci trattiamo “come fratelli”, cosa che nella gioventù moderna, sembra un’utopia… oltre al fatto che, vi sfido a trovare un gruppo di giovani (nella mia squadra non c’è nessuno che supera i 22 anni, ma ce ne sono anche altre con un’età media molto superiore) o meno giovani, che si ritrovano alle 7.00-7.30, di domenica, a passare un’allegra mattinata con i propri “commilitoni, compagni” o che dir si voglia…
    ci divertiamo così, si potete criticarci, è un vostro diritto, ma non potete inventare stupidaggini… da quando i nostri cartelli impediscono alle persone di giare per i sentieri? mai e poi mai! se solo (il giornalista redattore dell’articolo, o il sig.Nardelli) ne avesse letto uno di quei cartelli, si renderebbe conto, che questi, invitano solo la gente a fare attenzione e a farsi NOTARE da eventuali softgunner incontrati sul cammino, così da SOSPENDERE la giocata e garantire la sicurezza dei passanti…
    è giusto usare pallini biodegradabili, non c’è dubbio, forse doveva esserci imposto qualche anno fà, così si evitava tutto questo polverone… ma comunque sia siamo in trentino, si sà che qui facciamo le cose prima di tutto il resto d’italia, è giusto che ci “riprendano” e ci obblighino all’uso di pallini a “impatto ambientale pari a 0”, ma, sinceramente, non serviva tutta questa polemica; anche perchè, da quando sono usciti gli articoli sui giornali, c’è sempre più gente che parla della “finta guerra”, li sento sugli autobus, nei corridoi della scuola, gente che è PERICOLOSA, loro sì, perchè non hanno la “cultura” di questo sport; potrebbero arrivare a giocare senza protezioni, perchè come viene descritto dai giornali, il nostro è uno sport per pazzi e paramilitari e la cosa attrae molto l’attenzione di ragazzini deviati…
    bene, NON è così, il nostro è uno sport serio, con tanto di regole e che per assurdità, si basa sulla fiducia, del proprio compagno di squadra, ma sopratutto del “nemico” o rivale che sia… non sò se esista qualche altro sport che sia così “pacifico”, penso che di violenza, ne procuri milione di volte di più il calcio… ma tanto siam tutti tifosi e ci và bene così, no?

    il softair non ha nulla a che fare con la guerra, una persona che gioca a softair, si rende conto del rischio della guerra, ogni pallino che ti “soffia” vicino, potrebbe essere un colpo vero, e sicuramente non ti basterebbe un albero per salvarti. non scherziamo, non offendiamo i componenti del nostro esercito nazionale, noi in comune con loro abbiamo solo le mimetiche.

  49. Ilaria ha detto:

    Scrivo al Consigliere Nardelli per complimentarmi: in genere le interrogazioni risultano un po’ formali, suscitano qualche garbata reazione del governo a cui sono dirette, raramente l’attenzione dei quotidiani, forse qualche riga sui periodici del settore. La sua ha avuto il merito di avviare una discussione intensa, coinvolgendo un sacco di persone, assommando commenti e punti di vista che hanno aggiunto argomenti alla conoscenza del fenomeno. Confesso: era la prima volta che ne sentivo parlare! Confesso: ho una naturale repulsione per tutto ciò che richiama la guerra, soffro alla vista di moltissimi cartoni animati imbastiti sull’attrazione delle armi, non riesco a stare in certi bar mentre qualcuno gioca con certi videogames, … e mi sono cadute le braccia stamani quando ho visto il mio vicino di casa recarsi al cimitero (per rassettare la tomba dei suoi cari, immagino) con un piccone e la tuta mimetica.
    Non sono riuscita a leggere tutti i commenti sul suo blog. Ma, per i molti che ho letto, devo dire che la lettura è stata interessante. Credo molto nella democrazia intesa come dialogo, come capacità di oltrepassare l’uno, attraverso il due e per arrivare al tre. Forse non in tutti i commenti questo è accaduto, ma ho ricevuto speranza e coraggio al pensiero che se così tanti hanno scritto è per questo motivo, per incontrare l’altro, non per impallinarlo, e – dopo averlo incontrato – per lasciarsi modificare da esso, anche per lasciarsi “ferire” nel senso di accettare di soffrire pur di realizzare con l’altro una cosa nuova: il noi.
    Perdoni se, scrivendo di getto, mi sono lasciata prendere la mano. Prometto: la prossima volta che il mio vicino passerà sotto casa per andare al cimitero con la tuta mimetica lo seguirò con un mazzolino di fiori.
    Auguri a tutti!
    Ops, dimenticavo: buona festa della Trinità!

  50. eugenio ha detto:

    Salve a tutti.

    Riallacciandomi a quanto scritto da Ilaria vorrei porre l’attenzione su ciò che in questa discussione è stato omesso, il “non detto” che a mio modo di vedere rappresenta il vero cuore della questione: il ruolo della politica.
    Compito della politica è in primo luogo stimolare la nascita di sfere pubbliche, spazi di discussione – e conflitto – nelle quali istanze, problemi ed attori acquistano visibilità pubblica dando luogo a processi generativi di nuove idee e significati condivisi. Scriveva Hannah Arendt: “quando la realtà sociale è negata, i cittadini e le istituzioni sono mondi lontani, gli individui non possono realizzarsi pubblicamente attraverso la parola e l’azione”. Michele Nardelli, in quanto consigliere provinciale, ha semplicemente interpretato nel migliore dei modi il proprio ruolo politico – solo per questo, lo stimo e ringrazio.
    Venendo poi al tema di questa discussione, se durante una gita nei boschi attorno al mio paese – magari con mio figlio – dovessi per caso imbattermi in queste simulazioni di guerra, per quanto “ludiche” e “pacifiche” (strano ossimoro), la sola vista di mimetiche e armi mi inquieterebbe parecchio. E dal momento che lo spazio utilizzato è pubblico – è un bene comune appartenente alla collettività di cui faccio parte -, probabilmente mi attiverei subito per far emergere questa mia preoccupazione e insofferenza all’interno di spazi di confronto politici. Anche per questo dunque, ringrazio il consigliere Michele Nardelli.

    eugenio

  51. HAMMER ha detto:

    Cara Ilaria mi sono piaciute le tue battutine sulla ” mimetica ” però devi capire che non si vive in un mondo dove non esiste solo quello che ci piace ! Bisogna anche accettare le cose scomode alle volte! Mi sai spiegare perche si stà parlando così del nostro ” sport ” e nessuno , e ripeto NESSUNO , accenna di altri ” detti sport ” che sono veramente violenti ?…….Se bastasse il vestito per fare un monaco ! Vedi , Ilaria, se tu segui la storia dello sport da molti anni addietro ti accorgi di quanto questo è cambiato ! Mi dispiace molto dirlo ma non ci sono più i veri atleti di una volta! Quelli di cui si andava orgogliosi tutti quanti. Adesso ci sono troppi interessi di miliardi e per arrivare a essere i numeri uno ci si deve drogare ! Questo è il doping ! …..Dio come mi piace questo genere di sport ! Il soft air per gran fortuna è molto diverso da tutto questo e credimi che è molto meglio quello che facciamo noi che andare a farsi droga, alcool o investire qualcuno amazzandolo come un cane ! Ma forse quelli come te non ci pensano a queste cose…… Io personalmente molti anni or sono ho perso un’amica di overdose e peccato che allora non giocavo a soft air, magari sarebbe con me a giocare ora ! Ciao.

  52. Vincenzo ha detto:

    Egregio Sig. Eugenio, colgo anche io spunto dal suo intervento.
    Come avrà letto nei precedenti interventi, il softair, o giochi di guerra che dir si voglia, in Trentino non sono cosa dell’altro ieri.
    Insomma, il Consigliere Nardelli sicuramente sollecitato da persone che gli si sono rivolte, ha semplicemente portato in Consiglio Provinciale un argomento che negli ultimi 18 anni (almeno, da quando io pratico il Soft Air) è stato comunque valutato da diverse amministrazioni comunali trentine, dalla Questura di Trento e dai Comandi Carabinieri competenti per territorio ove queste attività si svolgono con discreta regolarità (nel senso di successione di tempo, sia mai venisse mal interpretato…).
    Fino alla interrogazione consiliare, il movimento softairstico trentino che conta, come ho già scritto, non meno di seicento praticanti (non adepti, mica siamo una setta…) aveva scelto l’atteggiamento del “basso profilo” rispetto all’opinione pubblica (non rispetto alle amministrazioni locali) nel rispetto della sensibilità di coloro i quali, non comprendendone la natura ovvero non condividendone lo scopo e la forma, avrebbero sicuramente di che risentire.

    La novità è che in questi giorni, gran parte dei rappresentati i gruppi di praticanti il soft air, in Trentino, alla luce dell’ombra (scusi il gioco di parole) di illegalità che l’interrogazioni di Michele Nardelli ha gettato sia sull’attività che sulle persone che la praticano, hanno avviato un dialogo il cui scopo sarà quello di uscire dal basso profilo e rendere definitivamente pubbliche consistenza, natura, e zone interessate alle attività.

    Sig. Eugenio: ora, se Lei incontrasse persone in mimetica nei boschi (io ci vado, con mio figlio di dieci anni) non ha più motivo di allarmarsi nè di spaventarsi perchè sa che siamo persone del tutto normali che, come lei, fruiscono del bosco.
    Io e Lei, almeno sul piano dei diritti, siamo perfettamente uguali.
    O no?

  53. HAMMER ha detto:

    Ciao Eugenio mi devi innanzitutto far capire in che modo il signor Nardelli ha, come dici tu,” interpretato il suo ruolo politico “! Poi, come sempre dici tu, i boschi sono di tutti e non mi risulta che noi ne vietiamo l’accesso a qualcuno !Il fatto poi che siamo in mimetica con armi giocattolo vedremo di andare magari in giacca e cravatta con mazzi di fiori ! ….Ma per cortesia siamo seri ! ….Ma son veramente questi i vostri problemi? In un mondo dove centinaia di persone perdono il posto di lavoro e dove una ragazza dopo una certa ora non può andare in giro da sola, xchè corre il rischio di esere stuprata, VOI riuscite solo a pensare a queste problematiche? Ma Vi rendete conto che se è più di vent’anni che c’è la realtà del soft air in regione e non ci sono stati problemi fin ora, forse siete Voi che avete grossi problemi ? Il Vostro accanimento contro di noi mi fà venire solo il dubbio che non siate in grado di risolvere i ” veri problemi ” che ha la nostra società e quindi vi scagliate su una notiziola che vi dà un pò di popolarità !Noi ci sfoghiamo sui campi di gioco e non sulle strade o nei locali a far risse o assumere sostanze ! O ci preferiresti come molte nuove generazioni di adesso ? Hai mai fatto un giretto nelle discoteche o nei locali notturni a vedere un pò di quella vita giovanile ? …..Bè ,caro mio, io ci ho lavorato parecchi anni a fare security e sò molto bene di cosa parlo, credimi !Nei nostri campi di gioco non c’è nessuno che muore schiantato su un palo x ubriachezza, o che fà stragi di innocenti causa droghe !…..Pensaci !….Non c’è nessuno che si accoltella per uno sguardo a una ragazza!!!!! Forse a VOI è questo il mondo che piace ?…Perche questa si chiama solo realtà di vita ! E credimi che se VOI foste coerenti vi accorgereste che noi non siamo il male! Il male è solo quella cosa che và oltre la vostra illogica convinzione !

  54. giovanni ha detto:

    Buongiorno a tutti….

    Riassunto di tutto?

    Senza voler offendere nessuno su questa interrogazione forse la frase più appropriata è -mai come questa volta è stata fatta fuori dal vaso!-.

    Qualcuno dovrebbe interrogarsi su quale sia il ruolo della politica.
    Ho come l’impressione che negli ambiti provinciali, dove non spiccano più da molti anni -cavalli di razza- e lo spessore di alcune risposte, più che di talune interrogazioni, lo dimostra.

    Il consigliere Nardelli per sua stessa ammissione non conosceva la portata di questa –disciplina-, di quanti fossero interessati a tale attività.
    Ma non è questo che importa… quello che importa è che l’interrogazione ( che penso non volesse criminalizzare nessuno) è sta presentata senza informarsi e senza analizzare le conseguenze facendo trasparire quello che molti italiani pensano di una certa classe politica e cioè che parlavano senza conoscere.
    In un paese di lavoratori la sinistra vera ( quella a cui apparteneva agli albori il consigliere Nardelli) è sparita.
    E’ sparita perché si è allontanata dalla gente, perché non capiva la gente, perche faceva politica parolaia e da salotto.

    Penso che il consigliere, che continuerò a ringraziare per averci dato l’opportunità di conoscerci virtualmente tra persone tanto diverse tra loro da questa interrogazione possa apprendere qualcosa.
    Sicuramente ha contribuito ad aumentare i fan e l’interesse per questo sport.

    Vi lascio con il paginone del quotidiano l’Adige di oggi.
    E’ la cosa che più fa onore a chi pratica questo sport, il resto sembra più che altro un dialogo fra sordi.

    Cordiali saluti

    Giovanni

    ENZO BASSO Armati di tutto punto, con mimetica, giubbotti militari, anfibi ed elmetto, trascorrono la domenica mattina ricreando scenari di combattimento simulato tra i boschi. A vederli intimoriscono, ma le armi che usano sono poco più che dei giocattoli ad aria compressa, anche se riproducono fedelmente i modelli originali. Sono gli appassionati del –softair-, il gioco di guerra che ha scatenato un acceso dibattito nel mondo politico trentino. Salito alla ribalta delle cronache la scorsa settimana, a seguito dell’ordinanza proibitiva emessa dal sindaco di Zambana, il –softair- è un gioco compreso nel vasto universo delle attività para-sportive, quelle che, non potendo essere ammesse come discipline olimpiche, si basano su enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. In particolare, è il Centro sportivo educativo nazionale (Csen) a promuovere questa particolare attività, che combina vere e proprie tattiche militari con l’orientamento sul territorio ed alcuni accorgimenti propri dell’escursione in montagna. In Trentino le associazioni che promuovono il –softair- sono circa una decina, tra queste vi è la -XIII legione-, una squadra di quasi sessanta appassionati che ogni domenica si ritrova per trascorrere una mattinata di gioco nei boschi. Se le altre associazioni hanno la stessa adesione, si sta parlando di un fenomeno sommerso che coinvolge un numero considerevole di persone. Per cercare di capire le motivazioni che li portano a questo tipo di attività, ci siamo uniti per un giorno ai –legionari-, e li abbiamo seguiti sul -campo di battaglia-. L’appuntamento è fissato per le 8.30 al piazzale ex Zuffo, primo punto di ritrovo della squadra che, qui, riceve le istruzioni per raggiungere il teatro di gioco, un terreno del demanio pubblico scelto per la sua lontananza dai centri abitati. Questa volta tocca ad una località di montagna sopra il paese di Garniga, ma gli scenari cambiano spesso. Già alla partenza, la maggior parte dei –legionari- veste la mimetica, e qualcuno, più accalorato, addirittura un basco amaranto che ricorda quello dei corpi militari italiani. A differenza di quanto previsto, tuttavia, la reazione dei passanti non è di sconcerto: molti si dimostrano interessati e si fermano a chiedere informazioni sul gioco. Il temporale che li accoglie sul terreno di gioco stabilito non abbatte il morale dei partecipanti che, pioggia o no, iniziano a vestire le protezioni (gli occhialini sono obbligatori) e a montare le proprie armi. Nonostante queste siano dei giocattoli, infatti, sono riproduzioni esatte di quelle reali e sparano piccoli pallini ad una velocità non considerata pericolosa. Prima di cominciare, c’è la distribuzione delle munizioni, fornite dalla stessa associazione per le loro caratteristiche di leggerezza e per il fatto di essere completamente biodegradabili: i pallini di plastica non sono ammessi. Infine, si prendono le disposizioni per l’inizio della partita, dividendosi in squadre, stabilendo la durata e circoscrivendo il terreno di gioco attraverso cartelli di avviso per i passanti. D’ora in poi, ogni giocatore non è più conosciuto con il suo nome, ma con uno pseudonimo vagamente cameratesco. Di per sé, la partita, assomiglia al più noto -ruba bandiera-, con una squadra che difende un drappo colorato e una che cerca di rubarlo. Chi viene colpito, alza la mano ed esce dal gioco. Per nulla spaventati, poi, i rari escursionisti si soffermano ad osservare lo svolgimento del gioco, provando anche a scherzare con i giocatori appostati tra gli alberi. Ogni turno dura circa mezz’ora, poi ci si ritrova e si stabiliscono nuove regole. Insomma, più che un’attività paramilitare, sembra una scampagnata tra amici. Poco dopo pranzo, la fine dei giochi, ognuno raccoglie le proprie cose, saluta i compagni e fa ritorno a casa

    CHI CI ACCUSA VENGA A GIOCARE

    Dopo la presa di posizione di Michele Moser, sindaco di Zambana, contro il –softair-, c’è stato un forte interesse per questo fenomeno quasi conosciuto. Si tratta di un’attività singolare, fatta da persone agghindate come veri soldati, che prevede la simulazione di combattimenti attraverso l’uso di armi ad aria compressa. Solo la scorsa settimana, in un’interrogazione presentata in Consiglio provinciale, Michele Nardelli, consigliere provinciale del Pd, si chiedeva -quanto tali pratiche siano ammissibili in un territorio che si propone l’educazione alla pace-, ed auspicava l’introduzione di un divieto specifico. Per far luce su questa attività, ci siamo rivolti a Lucio Coccarelli, promotore del –softair- e vicepresidente dell’associazione trentina -XIII legione-. Innanzitutto, di cosa stiamo parlando? Il –softair- è principalmente un gioco, dove si figurano delle situazioni reali o fantastiche. Ogni scenario ha un obbiettivo, che non è eliminare più persone possibili dal gioco sparandogli, ma che necessita di alcune cognizioni strategiche. Si tratta di uno sport riconosciuto ed autorizzato a livello nazionale? Non è riconosciuto come sport ma è autorizzato in quanto gioco. Ad ogni modo, noi avvertiamo sempre le forze dell’ordine, per evitare che si crei allarme tra la popolazione. Inoltre, dopo gli ultimi eventi, abbiamo iniziato a chiedere le autorizzazioni comunali, anche se non sarebbero necessarie. Come si entra nella squadra, quanto costa e quali sono i rischi? Per associarsi basta partecipare alle nostre uscite in titolo di prova. Ci riserviamo di selezionare le persone in base al comportamento: l’intento è quello di divertirci, nessuno deve farsi male e non ammettiamo condotte che mettano in pericolo le persone. Il pericolo maggiore è rappresentato dal correre nel bosco, perché le armi sono inoffensive, anche se in tanti anni non si è mai sentito di qualcuno che si è ferito giocando a –softair-. Il costo per l’attrezzatura è di circa 200 euro totali (mimetica ed arma). Come rispondete all’interrogazione di Nardelli? Bisogna dire che, in primo luogo, non inquiniamo. Anzi, alla fine di ogni giornata ripuliamo la zona di gioco, anche da ciò che non abbiamo lasciato noi. Inoltre i pallini usati sono interamente biodegradabili. Per quanto riguarda, invece, la pace, bisogna dire che il nostro divertimento non differisce affatto da una battaglia con le pistole ad acqua. Ci sono sport ben più violenti del nostro. Invitiamo il signor Nardelli a partecipare ad una nostra partita

  55. Lucio Coccarelli ha detto:

    Penso sia superfluo continuare il discorso che non ha fine…le idee, i pensieri, sentimenti, vissuto ecc portano a modificare quella che è la verità e la reale discussione.
    Giochiamo a Soft Air, è un gioco e dietro non c’è altro, un gran rispetto della natura e dell’uomo in quanto tale.
    Rispetto il Sig.Nardelli e lo ammiro per il suo operato,lo invito anche a un dialogo o addirittura a una domenica di gioco.

  56. cester ha detto:

    saluto l’amico max pilati per il commento equilibrato e lo ringrazio per questo. sono cester ti ricorderai di sicuro! Lavoro ho una famiglia e non sono un guerrafondaio. Per me il softair è un po’ sport, movimento in mezzo alla natura e un po’ divertimento, tipo guardia e ladri da ragazzi.. tutto li. Non c’è nulla sotto come qualcuno ha buttato li. non c’entra nulla con la guerra, proprio nulla. e nemmeno con la violenza, anzi ai ragazzi insegnamo regole di rispetto, onestà e zero violenza, nessun contatto fisico. Davvero ragazzi a noi ci fa sparire lo stress della vita quotidiana così come si fa uno sport, passione, divertimento e socializzazione! Max ti invito una domenica a giocare, sono certo che capiresti perchè facciamo softair!
    Spero di vederti, ciao!!!

  57. filippo ha detto:

    niente da dire sulla caccia e sulle sue conseguenze? Che ne so, un’interrogazione per bloccare il calendario venatorio, per vietare l’utilizzo delle mimetiche da parte dei cacciatori o per vietare la caccia dato che inquina i boschi (i pallini non sono biodegradabili)