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Don Dante Clauser: una lezione di coerenza e di umanità

Uomo fra gli uomini e povero fra i poveri, dando così concretezza ad un modo universale di intendere la fratellanza, un modo che oltrepassa anche le appartenenze religiose per farsi invece "voce" di un sentire che accomuna.

Rammento oggi, pur nella distanza del tempo, le folle che seguivano le sue prediche nella gotica chiesa di san Pietro. Era, se non erro, la prima metà degli anni settanta ed anche il Trentino avvertiva forte il vento di quella riforma conciliare che ha cambiato il volto del cattolicesimo. Ma erano anche gli anni del dialogo, dell’ incontro, dei preti – operai, del dibattito sociale che si allargava ed investiva tutti gli assetti del vivere incrociando così storie ed esperienze diverse fra loro, ma legate da una medesima speranza, quella cioè di una nuova centralità dell’ uomo, rispetto al profitto ed al capitale.

Don Dante fu interprete coraggioso e consapevole di quell’ epoca, attraverso parole forti ed atti conseguenti, che lo portarono, infine, a quella straordinaria esperienza di solidarietà trasversale e di generosità senza confini che fu ed è il "Punto d’ Incontro". Come sindacalista ho avuto modo di incrociare il passo più volte, in questi anni, con don Dante, ricavandone sempre una "normalmente eccezionale" lezione di coerenza e di umanità.

Adesso che don Dante non è più, mi chiedo se la sua esistenza lascerà una traccia. Guardo questo tempo multietnico e coltivo una speranza. Quella di un mondo migliore e più umano. Quella di don Dante che è, in fondo, anche la mia.

1 Comments

  1. stefano fait ha detto:

    “I conservatori ti diranno che, se non dai più soldi ai ricchi, non saranno incentivati ad investire. Per quanto riguarda i poveri, ti diranno che hanno perso ogni incentivo, perché gli sono stati dati troppi soldi”.
    George Carlin