Bekim Fehmiu: le piume e il sangue
23 Marzo 2014F 35: ancora acquisti senza avvisi
28 Marzo 2014Invitiamo i cittadini d’Europa a negare il loro voto a questo attacco politico suicida. Ma è assolutamente necessario prendere sul serio lo scetticismo dei cittadini. Per la rinascita dell’Europa è indispensabile mettere pubblicamente in luce i difetti congeniti dell’Ue. Noi siamo contrari a una politica europea capace di mobilitare 700 miliardi di euro per stabilizzare il sistema bancario, ma che vuole spendere soltanto 6 miliardi per contrastare la disoccupazione giovanile. Molti, e tra di loro anche tanti giovani europei, hanno la sensazione che esista un mondo parallelo anonimo chiamato “Bruxelles”, e che esso minacci la loro identità, la loro lingua e la loro cultura. È sorta un’Europa delle élites, senza un’Europa dei cittadini. Per guadagnare i cittadini all’Europa, la politica deve affrontare i temi che stanno a cuore alle persone.
L’Europa si trova in un moment of decision. Dipenderà essenzialmente dall’esperienza, dagli orientamenti di fondo, dal coraggio e dall’abilità del prossimo presidente della Commissione europea se riusciremo a superare in Europa il “dispotismo benintenzionato” (Jacques Delors) e a far acquisire al vecchio continente una posizione energica e una voce che parli del futuro in un mondo globalizzato.
Zygmunt Bauman, Elisabeth Beck-Gernsheim, Daniel Birnbaum, AngeloBolaffi, Jacques Delors, Chris Dercon, Slavenka Drakulic, ÓlafurElíasson, Péter Esterházy, Iván Fischer, Anthony Giddens, LarsGustafsson,Jürgen Habermas, Ágnes Heller, Harold James, MaryKaldor, Navid Kermani, Ivan Krastev, Michael Krüger, Pascal Lamy,Bruno Latour, Antonín Jaroslav Liehm, Robert Menasse, ChristophMöllers, Henrietta L. Moore, Edgar Morin, Adolf Muschg, CeesNooteboom, Andrei Plesu, Ilma Rakusa, Volker Schlöndorff, PeterSchneider, Gesine Schwan, Hanna Schygulla, Tomáš Sedlácek, KostasSimitis, Klaus Staeck, Richard Swartz, Michael M. Thoss, LilianThuram, Alain Touraine, António Vitorino, Christina Weiss, MichelWieviorka
2 Comments
Martin Schulz ha pensato bene di difendere pubblicamente la gestione merkeliana dell’eurocrisi.
L’ha fatto per non creare crepe nel governo tedesco, ma alla fine l’opinione pubblica europea vedrà solo un euroburocrate che parla parla ma nei fatti quando gli si chiede di allinearsi lo fa.
L’ha sempre fatto ed è la ragione per cui è il candidato socialista.
E’ anche la ragione per cui il PSE non vincerà le elezioni.
Chi ha sottoscritto l’appello? Gli stessi che tifavano per Tony Blair e la terza via.
Cambiamento per chi non vuole cambiare nulla.
sbadiglio…
Beh, intanto Toni Blair era una cosa e la terza via un’altra. In ogni caso non ho considerato questo appello come un sostegno a qualcuno, quanto piuttosto alla necessità di una diversa idea di Europa che, peraltro, fatica ad emergere tanto in questo appello quanto in altri a sostegno di candidature più radicali. A maggio dovremo fare i conti con chi vorrà affossare il progetto europeo, con coloro che pensano che l’ossatura di tale progetto debbano ancora essere gli stati nazionali e con chi ancora non si rende conto che la crisi è strutturale e che ne potremo uscire solo attraverso un grande progetto di austerità (altro che rilancio dei consumi). Ma avremo modo di confrontarci.