Mistero napoletano

"La Romania, fra arretratezza e post modernità". E' questo il titolo della conferenza che devo tenere nel pomeriggio ad Alessandria su invito dell'Istituto per la cooperazione allo sviluppo e la Provincia di Alessandria. Si tratta del terzo ed ultimo incontro di un ciclo di conferenze dedicate alla Romania, in relazione al gemellaggio in corso fra la città piemontese e Alba Julia, antica città di origine romana.

Sono stato in più occasioni a visitare questo paese, ne ho seguito nel corso degli anni le vicende seguite alla deposizione di Ceasescu, ho cercato di approfondire i legami economici fra il nostro paese e la Romania nelle forme della delocalizzazione di molte imprese italiane, grazie ai suoi corrispondenti OB fornisce un quadro sempre aggiornato della situazione politica, sociale e culturale della Romania. Ho passato la tarda serata di ieri a rimettere in ordine le idee, raccolgo articoli e pubblicazioni, metto in borsa "Ad est di Bucarest" film straordinario che può venirmi in soccorso qualora manchino le parole.

Mi piacerebbe utilizzare "Generazione ‘89", un cortometraggio realizzato dall'Osservatorio e presentato proprio qualche giorno fa a Trento in occasione della conferenza sul ventennale della caduta del muro di Berlino: si riferisce ai giovani rumeni che oggi hanno più o meno vent'anni e che descrivono con parole semplici il loro rapporto con il passato, il presente e il futuro. In realtà potrebbe essere questa la mia relazione, ma l'organizzazione tecnologica è un po' carente e allora dobbiamo ricorrere alla tradizione orale.

Le persone che si sono iscritte al percorso (una trentina) sono quasi tutte donne. E' più o meno sempre così, quasi che i maschi fossero estranei a questi temi o non avessero nulla da imparare. Fra le presenti , alcune sono donne romene e mentre parlo osservo con attenzione il loro sguardo e le loro reazioni. E' sempre delicato parlare di luoghi che rappresentano radici e anima di una persona, nel cercare di descriverle in maniera obiettiva ma anche con la necessaria criticità. Ma vedo segni di condivisione ed anche di stupore nel loro sguardo, quando ad esempio parlo dei "Luxuri show", le fiere del lusso che si svolgono a Bucarest e in altre capitali "post comuniste" dove va per la maggiore la Hummer con gli accessori dorati.

Parliamo ovviamente anche di cooperazione, della fatica a mettere in moto relazioni di comunità. E mi fa piacere vedere che alcune di loro hanno con sé una copia di "Darsi il tempo" zeppa di bigliettini gialli e di appunti. Finiamo verso le 18.00 e mi metto in auto verso Torino.

Chiamo i miei compagni di gruppo che ho abbandonato verso mezzogiorno in un aula che dava segni di forte nervosismo. L'invito che avevo ricevuto qualche mese fa per la conferenza di Alessandria si è sovrapposto infatti ad una riunione piuttosto delicata del Consiglio Provinciale. Si discute delle modifiche proposte alla legge istitutiva delle Comunità di Valle e la minoranza annuncia l'ostruzionismo se non si accoglieranno le loro richieste. La cosa si risolverà solo in tarda serata, accettando la proposta del centro destra di separare la data delle elezioni comunali della prossima primavera con quella dell'elezione diretta di una quota (3/5) dei componenti le assemblee delle Comunità.

A Torino cercare una via dove mi hanno prenotato l'albergo, fra ingorghi di traffico e divieti d'accesso, è un'impresa. Finalmente ci riesco e, a questo punto, devo solo decidere se saltare anche la cena oltre al pranzo oppure andare per i fatti miei a prendere qualcosa nella prima trattoria che incrocio. Non amo andare a mangiare da solo ed è troppo tardi per chiamare gli amici. Annoto solo che il pasto che faccio non rimarrà nei miei ricordi. Domani mi attende una giornata tutta torinese: incontri con Slow Food, la presentazione del libro con Luca Rastello e gli amici di "Paralleli", il vecchio amico Alberto Tridente che sento al telefono e che trovo più impegnato che mai. Un vero leone.