La banalità del male
L'Adige pubblica come fondo un mio commento dedicato al complesso lavoro di costruzione di un soggetto politico in grado di dare rappresentanza politica ad un'area moderata che non si riconosce nel PD. Non so quanto l'Unione per il Trentino corrisponda sul piano nazionale all'Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli, non vedo pensiero federalista nei nomi dei big che vi hanno aderito, né tanto meno esperienze locali capaci di pensare/agire localmente/globalmente. Scrivo nel pezzo che un obiettivo tanto ambizioso dovrebbe corrispondere alla rigorosa ricerca di pensieri innovativi e di espressioni territoriali delle qualità che oggi la politica non riesce ad intercettare, e dunque di tempi diversi da quelli imposti da un quadro politico in rapida (quanto presunta) evoluzione. La cosa interessante è che nel corso della mattinata incontro persone di area UpT che si complimentano per un'interlocuzione che avvertono sincera e stimolante, non propagandistica né gridata. O amici che mi fanno un cenno d'intesa. Fra le altre, particolarmente gradita la telefonata di Mario che mi dice di aver detto a Dellai qualche settimana fa le stesse cose che scrivo nel pezzo su L'Adige. Evidentemente inascoltati. Ho la sensazione che le cose che ho scritto (trovate l'articolo nella home) abbia colpito nel segno. Ci immergiamo in una giornata di Consiglio, prevalentemente dedicata ad interrogazioni e ad una proposta di legge del centro destra sulla gratuità dei trasporti nella "periferia" della provincia. Questo mi permette di lavorare su altre cose, in primo luogo sulla mozione che presenterò a fine giornata sul tema della privatizzazione dell'acqua. Oggi in fatti il Parlamento Italiano recepisce in legge il decreto governativo che impone entro la fine del 2011 il passaggio alla gestione privata del servizio. Come Trentino abbiamo competenze primarie in materia di acquedotti e di servizi idrici e dunque la normativa nazionale ci riguarda molto indirettamente, ma il segnale che si vuole dare è che l'acqua rappresenta un bene comune inalienabile, che non può essere soggetto alle leggi di mercato e che, a prescindere dalla forma che può assumere l'assetto societario dell'ente gestore, l'indirizzo pubblico è fuori discussione.
Una veloce pausa pranzo con Mauro Cereghini, al quale mi lega un'amicizia tutta particolare, fatta di stima e di profonda sintonia culturale, pur essendo noi persone tanto diverse. Parliamo della conferenza internazionale di OBC, della giornata sul Kosovo, delle prospettive di lavoro e di impegno, a cominciare dal fatto che venerdì andiamo a presentare il nostro "Darsi il tempo", io a Torino e Mauro a Bruxelles. E poi rientro in Consiglio fino a tarda serata quando in aula inizia una bagarre tanto violenta nei toni quanto futile nelle motivazioni. Protagonisti gli esponenti della Lega che, privi di qualsiasi senso di responsabilità, offrono un'anticipazione di quel che metteranno in scena il giorno successivo attorno alle proposte di modifica della legge sulle Comunità di Valle.
Intanto il Governo italiano ha messo la fiducia sul decreto che contiene le norme sulla privatizzazione dell'acqua. Così intorno alle 18 presento la mozione che con Michele Ghezzer e Roberto Pinter abbiamo predisposto, firmata da tutti i capogruppo della maggioranza. Un atto politico al quale faremo corrispondere impegni concreti in sede di esame della finanziaria, nonché altre iniziative di cui parleremo martedì prossimo quando incontrerò in Trentino i rappresentanti del "Contratto mondiale per il diritto all'acqua" e, successivamente, il prossimo 10 dicembre quando verrà presentato a Trento il libro "La rivoluzione dell'acqua".
I giornali locali dedicano un grande spazio alla visita in Trentino del Dalai Lama e alla tavola rotonda "Le Autonomie per il Tibet". Sarebbe importante che le nostre comunità cogliessero lo stretto legame fra il diritto alla libertà e quello ad un uso sobrio e responsabile delle risorse della terra. Il sorridente grido di dolore che il capo spirituale del buddismo tibetano ci ha portato in questi giorni va esattamente in questa direzione.