Emergenza, la rinuncia al cambiamento
26 Luglio 2017Di sovranismo, produzioni belliche e … inversione morale
24 Ottobre 2017“La maledizione di vivere tempi interessanti‘ (52)
di Michele Nardelli
(17 agosto 2016) Il Cipe ha deciso, non ci sarà il completamento autostradale della Valdastico. Entra in vigore il “piano B“, un collegamento ordinario che si configura come “corridoio di connessione infrastrutturale viaria tra la Valle d’Astico, la Valsugana, la Valle dell’Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come collegamento tra viabilità ordinarie, la SS 47 Valsugana e la SS 12 dell’Abetone e del Brennero‘. Può voler dire tutto o niente, ma presumibilmente una superstrada a quattro corsie e senza pedaggio per congiungere il Veneto al Trentino.
Se questo dovesse essere l’esito di quarant’anni di impegno contro la realizzazione della PiRuBi, varrebbe davvero la pena interrogarsi sul significato del nostro agire nella difesa di un territorio e per affermare una diversa idea di sviluppo.
Di lotte ne abbiamo perse più d’una, sia chiaro. Ma che si faccia passare come vittoria una sconfitta, questo avrebbe a che fare con la nostra intelligenza. Perché se la soluzione fosse quella prospettata, il traffico merci su gomma troverebbe ancora più conveniente raggiungere l’asse del Brennero by-passando l’intermodalità, con l’effetto di rendere ancora più insopportabili i livelli di inquinamento lungo l’asta dell’Adige.
Qualcuno mi dice di stare tranquillo: il no al completamento autostradale rappresenterebbe una pietra tombale non solo rispetto all’ipotesi originaria ma anche ad un percorso alternativo di collegamento per il quale occorre un accordo fra il Trentino e il Veneto. Oltre ai finanziamenti che per un collegamento ordinario (e dunque non strategico) non si troverebbero mai. Altri che una soluzione di questo tipo potrebbe togliere traffico dalla Valsugana. Vecchi argomenti, per nulla convincenti.
E invece tranquillo non lo sono affatto. In primo luogo perché il no espresso negli anni dalla PAT, già oggi un “ni“, potrebbe prima o poi diventare un sì e perché la motivazione economica lascia aperta la porta qualora le risorse – pubbliche o private – si trovassero.
Che cosa ci vuole a dire che questo collegamento, autostradale o no, non ci interessa in quanto portatore di un modello di sviluppo che non vogliamo? Una scelta politica a tutto tondo, per dire che questa scelta va contro l’idea che abbiamo del Trentino.
Credo che, in fondo, il problema sia tutto qui. Se continuiamo a ragionare secondo il paradigma della crescita, secondo il quale più merci e denaro sono in circolazione più aumenta il benessere, rimarremo prigionieri di un pensiero che ci ha portati all’insostenibilità. E la sostenibilità non è un lusso che non ci possiamo permettere ma la condizione per poter guardare negli occhi le generazioni a venire.
“Fare meglio con meno“ non è affatto poesia. Il Trentino in questi anni questo ripensamento lo aveva avviato, tant’è vero che se in passato l’opposizione del Trentino alla PiRuBi era motivata da ragioni che ne mettevano in discussione l’utilità, successivamente il no al completamento della Valdastico ha assunto una valenza politica in senso pieno, rifiutando l’idea di un progetto che faceva di questa terra un luogo di attraversamento, nell’omologazione alle regioni confinanti.
Questo almeno fino alla fine della scorsa legislatura, quando il progetto sembrava morto e sepolto. Poi è cambiato qualcosa ed ha preso corpo una trattativa dalla quale è nata questa sciagurata “ipotesi B“, ragion per cui il fatto che il presidente Rossi affermi che il Trentino avrà l’ultima parola non mi rassicura affatto.
Prendo atto positivamente che il segretario trentino del PD dice che questa soluzione non va bene, ma so anche che dentro il centrosinistra autonomista (e lo stesso PD) non sono in pochi a pensarla diversamente. In fondo, produrrà lavoro, maggiori scambi commerciali con il Veneto… che cosa volete che sia una strada in più…
Il Comitato paritetico (il governo centrale? il Trentino? la Serenissima? …) ora avrà due anni per formulare una proposta per il “tratto trentino“, visto che il Veneto comunque proseguirà nella realizzazione della A31 fino al Lastebasse. Credo che in questo tempo l’impegno di mobilitazione ma soprattutto l’azione di contrasto culturale verso la colonizzazione del Trentino debba proseguire senza tentennamenti.