L’industria bellica non si ferma
27 Marzo 2020La guerra, i giovani, i vecchi.
29 Marzo 2020Perché il “lambicar”, anche in Valle dei Laghi, ha un duplice importante significato: fatica e sollievo, caparbietà e lungimiranza. Che i Poli, a Santa Massenza, hanno sempre interpretato al meglio. Giulio e Mauro hanno avuto – e continuano a farlo – pure l’intuizione di abbinare la grappa all’arte. Con una micro produzione di Schiava, un cru voluto da un loro stretto parente, Pierguido Poli, imprenditore nel settore dell’impiantistica elettrica. Che ogni anno, inizio luglio, riunisce “dal Giulio” un variegato convivio artistico, sotto la direzione di Mauro Cappelletti, l’artista sospeso tra il neo astrattismo, l’informale cromatismo e una spazialità essenziale davvero a tutto campo. Con tensioni cromatiche pienamente in sintonia con quegli stimoli eno/grappistici. Con “el Giulio” che dispensa pillole di saggezza, aneddoti e tanti sorsi di sapere che ogni anno suscitano curiosità tra gli artisti che giungono “in caveva”, per una goduriosa mangiata e altrettante dissertazioni pittoriche.
Giulio Poli se n’è andato alla soglia della sua 87esima vendemmia. Un cultore della tradizione, viticola anzitutto. Curava i suoi vigneti con ritmi ancestrali, usando legare le viti con le “strope”, per rispettare l’habitat, per non disperdere la gestualità rurale e pure per non inquinare con qualche legaccio sintetico. Era contro lo spreco. In tutto. Del resto distillare è anche sinonimo di pacatezza e sfida al futuro. Recuperava il suo passato, dove la tradizione è slancio per tradire tutto quello che non vale la pena conservare, custodire. Il suo alambicco e i marchingegni in rame, il piccolo duomo sopra le serpentine, sono archetipi di una artigianalità davvero a rischio d’estinzione. Che “el Giulio” conservava, tramandandole.
Che gli spiriti ti siano soavi. Lassù, tra la quota degli angeli. Quella che i mastri distillatori riservano ai fumi carichi di sentori (e sentimento) che s’innalzano al cielo.
* da www.ildolomiti.it
1 Comment
Ho scoperto questo bel inserto oggi a circa un anno dalla perdita di Giulio mio cugino e amico, la sua tranquillità, la sua saggezza la sua simpatia garbata, mi manca, mi mancano i suoi consigli di uomo saggio, e per fortuna la sua tradizione nella cura dei particolari è rimasta nel figlio Mauro che da anni ormai lo aiutava a portare avanti l’azienda. E vero assieme all’amico Mauro Cappelletti abbiamo inventato la festa della schiava con etichetta d’autore per la passione che mi porta all’arte e per la passione che mi porta al bere bene Giulio ha sempre approvato le iniziative che portavo in cantina ovviamente di questo tipo, e nonostante la tipologia di arte molto difficile da inquadrare per un Vecchio Contadino come lo era Lui andava bene ed era contento di aiutare a preparare la festa di Luglio in prima persona. Giulio ti sarò sempre grato e ti devo ringraziare anche per gli amici che venivano da te che ci Hanno preceduto come il Marcello, l’Alcide, due amici che mi vengono in mente che utilizzavano Te come Guru. Scusatemi ma questo lo dovevo a Giulio oltre a Nereo Pederzolli vorrei ringraziare l’amico Angelo Rossi che ha ricordato bei momenti con Giulio. Grazie