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Dal municipio si vede il mondo

Se questo è il nostro tempo, può un territorio realizzare la sua vocazione da solo? E’ possibile nel mondo attuale dirsi autosufficienti, e pensare che i problemi e le ricchezze del mio Comune si mantengano all’interno dei suoi confini geografici? O non occorre piuttosto assumere un’ottica strabica, che guardi da un lato alla dimensione molto concreta del governo locale, ma dall’altro a quella – ugualmente molto realistica – dei fenomeni globali? Perché nel tempo dell’interdipendenza i due piani si intersecano sempre più rapidamente.

E la guerra in un altro continente non è più solo una notizia dei telegiornali, ma storia vissuta per chi abita sul mio pianerottolo, o per quei compaesani in viaggio turistico, o per quell’imprenditore che aveva avviato lì un’attività…

Ugualmente la crisi globale rende comune ad ogni società il problema della giustizia sociale, che significa per molte persone perdita del lavoro e della dignità. Gli sconquassi della finanza mondiale si avvertono alla City di Londra come nella Cassa rurale di paese. Mentre i cambiamenti climatici si osservano con rapidità impressionante tanto sulle coste del Bangladesh quanto sui ghiacciai delle Alpi.

Ripensare il modello di sviluppo in termini equi e sostenibili, ad esempio chiedendo al Governo di investire di più nella difesa del suolo e meno nelle spese militari, cessa allora di essere un pensiero da sognatori. E diventa una necessità per chi vuole ascoltare veramente i bisogni dei propri concittadini, a New York come nelle valli trentine.

Ecco dunque il nostro appello, affinché nel dibattito elettorale che ci porterà al prossimo voto si sappia guardare ai bisogni locali dei nostri paesi con occhi non localistici. I temi della pace, dei diritti umani, della solidarietà internazionale non sono belle parole, ma chiavi importanti per capire e agire nel nostro tempo.

Come può un ente locale rispondere alle sfide della globalizzazione, se non assume il compito di mettersi in rete con i territori vicini e con il contesto mondo?

Guardando al proprio interno, spetta al Comune in primo luogo favorire buoni rapporti nella comunità civica, e ciò comporta anche conoscere e accogliere i nuovi cittadini e le loro culture. In questo si può attingere e valorizzare lo straordinario patrimonio di associazioni e gruppi impegnati nella pace e nella solidarietà internazionale, che già incontrano l’altro in paesi lontani e oggi potrebbero aiutare a farlo nei nostri borghi.

Il Forum Trentino per la pace e i diritti umani, organo del Consiglio provinciale che raggruppa istituzioni e associazioni impegnate in questo settore, ed il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale, sorto per rafforzare le conoscenze e le competenze di chi vi opera, sono a disposizione di ogni amministrazione che voglia impegnarsi ad accrescere la cultura della convivenza e della partecipazione.

Che non significa solo promuovere appelli e campagne – sono centinaia i Comuni trentini aderenti agli Enti locali per la pace, ma forse alcuni nemmeno più lo sanno… – bensì educare in modo concreto alla cittadinanza globale, e ripensare ognuna delle proprie politiche con uno sguardo locale e globale insieme. Perché le sorti di ogni territorio sono interdipendenti, e per questo esigono impegni solidali.

Qualunque sia l’esito del prossimo voto, ci piacerebbe ne uscissero Municipi con fondamenta ben salde nella propria comunità. E porte e finestre aperte sul mondo.

 

* Mauro Cereghini – Presidente Centro per la formazione alla solidarietà Internazionale

** Massimiliano Pilati – Presidente Forum trentino per la pace e i diritti umani

 

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