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Il ministro piazzista se ne deve andare

Che l’Italia si possa permettere di spendere 14 miliardi nei prossimi anni per un sistema d’arma offensivo, mentre non riesce a trovare nemmeno il 10% di quelle risorse per creare nuovi posti di lavoro è assolutamente paradossale. E non è finita: con la legge di stabilità 2014-2016 vengono stanziati più di 2 miliardi per le navi da guerra Freem, mentre con la legge delega di riordino dello strumento militare tutti i soldi «risparmiati» dalla riduzione del personale (o ricavati dalla vendita di caserme e poligoni) verranno investiti nei sistemi d’arma. Mentre per la difesa e le armi si spenderanno nel 2014 ben 23,6 miliardi di euro, nella stessa legge di stabilità viene tagliato un miliardo e 150 milioni alla sanità, bloccato il contratto ai dipendenti pubblici e tagliate le pensioni.

Che un ministro, il quale dovrebbe salvaguardare l’interesse generale si metta a fare il piazzista del business di una multinazionale della guerra è inaccettabile. Si tratta della Lockheed, la stessa multinazionale che distribuì tangenti a partiti e a ministri (che si dimisero) negli anni Settanta. Un po’ di prudenza non guasterebbe. Un ministro non può fare uno spot a favore di una multinazionale con cui il governo ha in ballo un controverso rapporto contrattuale e per il quale il parlamento ha chiesto una sospensione della sua esecuzione. Si presenta in questo contesto una sorta di «conflitto di interessi» che andrebbe sempre evitato.

È una ferita al decoro istituzionale, alla funzione pubblica che quel ministro esercita, al parlamento italiano che solo tre mesi fa aveva votato una mozione (pure modesta e ambigua) che sospendeva l’acquisto di nuovi F35, prima di un nuovo pronunciamento delle camere.

Eppure, nonostante quella mozione votata da Camera e Senato, il ministro Mario Mauro ha proceduto il 27 settembre scorso all’acquisto di 3 nuovi cacciabombardieri F35 e ha motivato alla Camera questa decisione con un obbligo contrattuale inesistente. In sostanza il ministro ha avvalorato una falsità rifacendosi a quanto in modo fantomatico previsto da un contratto che il Parlamento non ha mai potuto visionare. Eppure, non da Mauro, ma proprio dal Dipartimento della Difesa americano sappiamo che questo obbligo contrattuale non c’è. Infatti, in base a un complesso protocollo con il Dipartimento della Difesa americano, l’Italia può decidere al terzo anno della entrata in vigore dall’avvio di ciascun lotto contrattuale se confermare, rinunciare o rinviare l’acquisto. Il ministro Mauro – pur non essendo obbligato e oltretutto cosciente della richiesta di sospensione del Parlamento – al terzo anno di quell’accordo ha proceduto comunque all’acquisto di 3 nuovi F35.

Prima una bugia sul contenuto e sui dettagli del contratto degli F35, poi il mancato rispetto di una mozione parlamentare che ne sospendeva l’acquisto e infine una comparsata in uno spot pubblicitario della multinazionale che li produce. Ce n’è abbastanza per chiedere al ministro di rassegnare le dimissioni.

3 Comments

  1. mauro c ha detto:

    E’ veramente scandaloso. Il Ministro riceve certamente denaro per fare lo spot. E’ una tangente non occulta ma è veramente inaccettabile e parlare di conflitto di interessi è essere veramente gentili. Mandiamoli a casa questi piazzisti.

  2. mauro c. ha detto:

    scusa Michele ma ho letto il tuo profilo ed ho visto che sei del PD. Che senso ha essere dichiarare di “chiedere al Ministro di Rassegnare le Dimissioni”. Ma il resto del Governo, inclusi i tuoi compagni di partito dov’erano ?? Dormivano ?? Guarda che le spese per gli F35 e le navi le hanno sottoscritte tutti. Se una nave và verso una direzione che non è la tua credo si dovrebbe abbandonarla. Se una nave và sugli scogli tu che fai ?? ciao Mauro

  3. Michele Nardelli ha detto:

    Caro Mauro, evidentemente tu non mi conosci e non mi pare il caso di proporti la mia storia politica. Ma considerato che questa domanda che tu mi rivolgi rieccheggia frequentemente provo una risposta sintetica, che potrei sintetizzare così: “abitare il conflitto”. Si può scegliere la testimonianza, ovvero l’autorappresentazione politica delle proprie idee. L’ho fatto per una parte significativa del mio lungo percorso politico, tanto da non esitare a dar vita a movimenti politici locali quando in quelli nazionali non riuscivo più a riconoscermi. Oppure di nuotare in mare aperto, assumendo sulla propria pelle il peso delle contraddizioni per cercare di farle evolvere positivamente. Un lavoro più duro, faticoso, che ti costringe a metterti in gioco, che ti espone a critiche di incoerenza (come quella che è implicita nella tua domanda), ma che cerca di dare cittadinanza ad idee altrimenti destinate ad essere minoritarie. Come credi sia stato possibile che il Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige – Sud Tirol si sia espresso contro gli F35 già nel 2009, allora unica regione italiana a farlo? Ti potrei parlare allo stesso modo di acqua pubblica o d tante altre cose che qui sono diventate l’espressione di una intera comunità. Certo, il corpo a corpo ti espone alla contaminazione, ma sta qui il bello. Non dobbiamo avere paura delle contraddizioni, dobbiamo penderle per mano, scioglierle non tagliarle. Questo ho imparato in una vita.
    PS. Se vuoi ne possiamo parlare a voce, il mio numero è 347 4098578