Oltre 70 parlamentari per la Pace: nasce l’intergruppo
16 Luglio 2013Pacher conferma: Laba non può operare in Trentino senza autorizzazione
19 Luglio 2013Appunto quali procedure? E quali sospetti e perché? Di quale corpo di polizia si tratta? Chi lo ha deciso? Con quale statuto e contratto? Abbiamo dunque un apparato dello stato che nottetempo può piombare mascherato da film horror e prelevare una donna, ancorché clandestina (ma non verificata come tale), imbarcarla segretamente su un aereo estero e rispedirla nolente in un paese dove non si sa se e quale reato abbia compiuto? Somigliamo più a un pessimo serial tv che a uno stato democratico.
Non solo; la stampa e i comunicati ufficiosi del governo scrivono che la signora, così brillantemente prelevata al grido di "puttana russa", e la sua bimbetta, sarebbero moglie e figlia d’un dissidente kazako. Quel che però sappiamo di sicuro è che si tratta d’un tale che ha fatto dal niente fortune favolose ed è riparato nel Regno Unito per sfuggire ai tribunali del Kazakistan che lo accusano di varie frodi. Forse a torto, ma è sicuro che l’Italia non ne sa altro. La nostra stampa detta di informazione chiama dissidente qualsiasi affarista del gran giro di liquidazione dei beni pubblici, già sovietici, messo in circolo dal tandem Eltsin-Putin, quando si trattava di demolire l’Urss nella lotta fra oligarchi o baroni ladri, e diventato "dissidente" quando minaccia di denunciare i suoi simili passati al governo della Russia o delle repubbliche restituite alla "democrazia". Tutto questo è di pubblico dominio, ma né il Corrierené Repubblica né i giornali minori se ne occupano, rivestendolo invece di abiti politici. Come se si trattasse di emuli della coraggiosa Politovskaia, anziché dei capi di una guerra per bande. Nella quale i servizi italiani si comportano anch’essi da banditi, beccati in fallo per essersi sbagliati di "nemico".
È stata e continua a essere una resa di conti fra mascalzoni che non permette a un onesto di prendere parte per uno di essi. Non dico Angelino Alfano, ma Emma Bonino su queste concrete figure della "democrazia russa" farebbe bene a riflettere.
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