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C’è sempre l’alternativa!

Per produrre merci bisogna utilizzare energia umana, forza energetica animale o energia prodotta da macchine. L’economia finanziaria è il prodotto della dissipazione dell’economia reale, cioè prodotto della dissipazione del lavoro: essa si presenta come evoluzione verso il disordine, cioè si presenta come entropia. Quello che stiamo assistendo non è altro che l’inizio della crisi e non la sua conclusione. Certamente ci saranno fluttuazioni, come in ogni sistema complesso, qualche paese avrà qualche vantaggio temporaneo, ma se non abbiamo chiaro quello che sta succedendo non possiamo pensare a nuova riorganizzazione del sistema.

2. Il passo sopra riportato c’entra forse anche con il giornalista Rai Bruno Vespa?

Si può dire di sì, dato che Bruno Vespa è l’espressione più alta dell’entropia nell’informazione. Con i suoi dibattiti quasi maniacali, in cui sono invitate sempre le stesse persone, la trasmissione “Porta a porta” non produce informazione, ma pura dissipazione e disordine concettuale. Noi sappiamo che nei sistemi termodinamici l’informazione è un elemento essenziale. Negli scaffali di una biblioteca ci possono essere molti libri anche ben ordinati, ma quei libri non sono da soli cultura. Diventano cultura quando il libro viene aperto e letto ed è messo in relazione con un altro libro aperto e letto, oppure viene messo in relazione con esperienze umane reali. La rete internet, i giornali, i libri producono cultura solo se si costruisce ordine concettuale: allora diventano anche economia reale. Molte notizie e informazioni non organizzate sono pura evoluzione verso il disordine cioè verso l’entropia. S poi passiamo all’organizzazione del sistema Rai con tutti i suoi canali possiamo constatare che non esiste il minimo di organizzazione della programmazione del palinsesto. Si seguono le pure mode e le spinte della concorrenza al ribasso. Abbiamo giornalisti che si auto-incensano che si danno i voti, ma il sistema non produce alcuna informazione reale.

3. Il passo citato ha che vedere con l’avvocato Niccolò Ghedini?

L’avvocato Niccolò Ghedini pratica la dissipazione del diritto. L’Italia si vanta di aver la Costituzione migliore, le leggi migliori, ma tutte queste non vengono applicate. In Italia si segue il principio delle “molte leggi, nessuna legge”, così che la certezza del diritto diventa una pura parola vuota. Una riforma della giustizia, che voglia essere davvero tale, dovrebbe aggredire il principio delle “molte leggi, nessuna legge” con una vera attività delegislativa, che costruisca Testi unici, leggi chiare, non soggette all’influenza delle lobbies. Purtroppo invece si è sempre scelta la strada opposta.

4. Che cosa c’entra il passo sopra riportato con Beppe Grillo?

Il passo sopra riportato c’entra con Beppe Grillo, perché, pensando di costruire il nuovo, ha formato un sistema sostanzialmente chiuso, che non scambia con l’ambiente informazione, energia e materia. E’ un sistema che scarica nell’ambiente entropia: l’esatto contrario di quello che pensava di realizzare. Questo sistema produce inquinamento. L’inquinamento è reale, e non allegorico, forse superiore a quello dell’Ilva di Taranto. Dal punto di vista della riorganizzazione d’un sistema non serve certo il grillismo, che fossilizza energia all’interno di una “Società segreta”: l’energia utilizzata non è disponibile per costruire lavoro e può produrre solo catastrofi.

5. Che cosa centra il passo sopra citato con i sindaci di Napoli e di Palermo?

I sindaci suddetti sono il prodotto del falso ambientalismo, che non parte dal concetto di entropia e della dissipazione dell’energia e della materia, che è anche inquinamento. Per arrivare a una raccolta differenziata in grandi città occorre molto tempo e molta informazione corretta e invece si sta scegliendo la strada della esportazione dei rifiuti e della non scelta. Non ci si rende conto che la raccolta differenziata è un sistema termico complesso, che segue le regole della termodinamica di non equilibrio che dice che la minima variazione nelle condizioni iniziali nell’evoluzione di un sistema, crea variazioni significative nell’evoluzione del sistema stesso. La linea che si deve tenere in simile frangente è quella della minima produzione di entropia. Le scelte politiche non vanno fatte su spinte immediate e corporative, ma su una grande diversificazione del sistema di smaltimento, partendo dalle differenziazioni più elementari.

6. Che c’entra il governatore della Puglia col passo soprascritto?

Il passo soprascritto c’entra con l’Ilva di Taranto. L’Ilva di Taranto ha visto la contrapposizione di lavoro e salute, ma nessuna risposta è venuta in forma positiva dagli attori del dibattito. La prima cosa da affermare è che siamo in presenza di un processo irreversibile. Solo attraverso questa consapevolezza possiamo affrontare il problema. Un sistema non può mai tornare allo stato iniziale, perché per tornare allo stato iniziale occorre più energia di quella che si è utilizzata per produrre l’inquinamento. Un sistema può evolvere solo verso un altro sistema; se si agisce con intelligenza e nel modo più appropriato si può forse risparmiare energia e materia e di conseguenza cancri e malattie, ecc. Finora si è dissipata energia e materia, che si è immessa in atmosfera o in mare sotto forma di calore, di monossido di carbonio (gas città), di biossido di carbonio (anidride carbonica), di ossidi di zolfo, di ossidi d’azoto, e in presenza di cloro, se si sono usate cloropiriti, diossina, ecc. La prima cosa da fare per ridurre l’inquinamento è pretendere che nella cokeria venga usata antracite, che è carbonio con poca presenza di zolfo e di altri metalli, e non litantrace. Poi si deve pensare ad abbattere le polveri e al recupero del monossido di carbonio (gas città) e del calore per rimetterli nel processo produttivo. Infine avviare la ristrutturazione della fabbrica. Anche gli ossidi di ferro immessi in atmosfera o nel mare si potrebbero recuperare attraverso i batteri. Basta pensare al ferro di palude. Tutto questo è possibile con un sindacato unito, che riprenda la lotta sulla salute in fabbrica, e di un ambientalismo che sappia e voglia pensare. A Linz in Austria queste cose sono state fatte.

7. Che c’entra Matteo Renzi con il passo soprascritto?

Matteo Renzi si trova nella città di Firenze, dove anni fa si è discusso con grandi convegni della complessità e della termodinamica di non equilibrio, ma oggi sembra che sia stato dimenticato tutto. Negli scantinati della Galleria degli Uffizi ci sono tesori immensi, che non sono disponibili: anche questa è entropia. L’ottimizzazione del patrimonio culturale produce economia reale: si tratta di trovare le formule per la sua valorizzazione. Non valorizzarlo è come se non esistesse. Il luogo dove è maggiore l’entropia è la Biblioteca Nazionale, dove cultura e saperi non sono disponibili. Eppure esiste un esempio di un uso moderno della cultura: la Biblioteca Nazionale di Francia, che è digitalizzata e gratuita. Anche se non di sua competenza, un sindaco che vuole candidarsi a premier dovrebbe spingere perché se ne attivi la digitalizzazione. Esistono i microfilm, che sono facilmente digitalizzabili. La cosa più costosa è il portale.

Questo è un programma di riforme vere, che si potrebbero fare, tali da rimettere in moto l’economia, basandosi su una teoria non facilmente spiegabile al grande pubblico, ma che ci indica la strada da percorrere. I signori che hanno formato il governo sappiano che c’è sempre una possibile alternativa, purché si faccia una vera lotta politica.

Ma si dirà: E… Berlusconi? Berlusconi non conta nulla e lui lo sa!

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