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La grazia del vostro cuore…

Così il matrimonio di questi cari amici avrebbe potuto assumere il fascino dei racconti mediterranei di Fatima Mernissi o le parole di Robert Musil dedicate alla valle incantata, di un intimo racconto di Luce Irigaray o il ritmo orientale della "sevdalinke" (la canzone d’amore) della Bosnia Erzegovina.

Poi invece, come sempre più spesso mi accade, è venuta in mio soccorso la poesia, quel nutrimento del pensiero di cui – in mezzo a tanta barbarie – abbiamo davvero bisogno. In questo caso i versi di Georges Brassens tradotti e magistralmente interpretati negli anni ’60 da Fabrizio De Andrè. Non solo un vecchio vinile, ma il mio primo disco, quel volume che raccoglieva altre poesie come "Via del campo" o "Preghiera di gennaio", "Si chiamava Gesù" o "Barbara", testi che allora vennero censurati dalla Rai e dal Vaticano.

Parlo del brano intitolato "Marcia nuziale", "le povere nozze di mio padre e mia madre", per dire ai piccoli Sofia e Nicolò che anche negli anni sessanta accadeva che i figli assistessero al matrimonio dei propri genitori, anche se allora venivano messi all’indice dal bigottismo del tempo, e di andarne orgogliosi.

Per dire anche che ci manca lo sguardo intelligente di Fabrizio, sempre così attento e sensibile nel raccontare il proprio tempo. Pensieri e parole… oltre il delirio del fare che segna il nostro presente. E proprio grazie alla poesia e alla letteratura è nata l’amicizia con un altro poeta, Vinicio Capossela, nella riflessione sulla figura dell’Ulisse e di quella dell’artista che diede un volto al personaggio dell’Odissea.

"Ovunque proteggi" è un messaggio d’amore di rara intensità, i cui ultimi versi ho scelto di dedicare a questa unione, accompagnato al pianoforte dal genio artistico di Antonio Colangelo:

In ricchezza e in fortuna,

in pena e in povertà,

nella gioia e nel clamore,

nel lutto e nel dolore,

nel freddo e nel sole,

nel sonno e nell’amore…

ovunque proteggi la grazia del mio cuore,

ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.

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