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Trentino, prima Provincia a monitorare la presenza della criminalità organizzata

Riprendendo dati già noti, il rapporto METRIC – illustrato oggi ai consiglieri provinciali dal direttore di Transcrime Ernesto Savona – conferma che la presenza della criminalità organizzata sul territorio provinciale è legata principalmente a tratta di esseri umani, traffico di droga e contrabbando di tabacchi lavorati, traffici che sono in mano per lo più a organizzazioni di origine extracomunitaria (albanese, russa, nordafricana e cinese), mentre scarsa è la penetrazione nel tessuto economico locale di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Nel rapporto si citano a questo proposito l’operazione Matrioska, un’indagine sul riciclaggio internazionale di tangenti per la vendita di veicoli militari e per acquisire commesse pubbliche partita da movimenti sospetti di denaro nella filiale di Vigo di Fassa della Cassa Rurale Raffeisenkasse, ed ancora il caso della società Aspide srl, legata al clan dei Casalesi, dedita al finanziamento a tassi usurari (fino al 180 %) ad imprese in difficoltà e senza credito dalle banche e che poi, di fronte all’insolvenza dei debitori, ottenevano l’intestazione di parte o di tutte le quote societarie trasferendole a prestanome. Tra le società colpite vi sono alcune immobiliari e imprese alberghiere.
Altri casi di infiltrazione criminale sono quelli, nel luglio 2010, della tentata scalata da parte di società vicine alla ‘ndrangheta della Cosbau, azienda edile di Mezzocorona; dell’attività di alcune aziende di trasporto extraregionali riconducibili a titolari calabresi che, a prezzi molto bassi e fuori mercato, trasportavano verso altri cantieri materiale di scavo proveniente dai cantieri della galleria di Martignano, galleria di Mezzolombardo e circonvallazione di Moena; del coinvolgimento di un imprenditore trentino nell’attività di esponenti mafiosi finalizzata alla gestione di appalti e servizi pubblici nel settore della produzione di energia eolica nella provincia di Trapani.

Gli analisti di Transcrime hanno elaborato un indicatore del rischio di penetrazione criminale per settore e per territorio. Emerge così che i settori più a rischio sono quelli delle attività professionali, scientifiche e tecniche (che includono società di consulenza), delle costruzioni e quello dei trasporti e magazzinaggio, mentre le zone più esposte sono i territori della Val d’Adige, della Comunità Alto Garda e Ledro e della Comunità della Vallagarina. Il fatto che attività professionali e costruzioni siano i settori a maggior rischio di infiltrazione mafiosa spiega perché, nell’analisi di Transcrime, anche lo stesso settore degli appalti pubblici, in particolare appalti di lavori, vada considerato esso stesso un settore a rischio, anche se, per mancanza di dati comparabili, non è stata svolta alcuna attività di analisi specifica su tale settore.

A commento del rapporto, Dellai ha ribadito come il tema sicurezza sia da sempre all’attenzione della Giunta provinciale. "Il Trentino – ha affermato il presidente – è un territorio sostanzialmente sano, ma proprio per questo può entrare nel mirino di attività criminali, ed è questa la ragione per la quale dobbiamo tenere alzate le antenne. Convinti come siamo che sia meglio prevenire anziché curare, pensiamo però che il bene collettivo della sicurezza economica e sociale richieda, accanto alle attività di contrasto svolte dallo Stato – che tra l’altro sosteniamo anche con accordi di tipo logistico ma anche sul piano delle valutazioni e delle analisi sottoscritti con magistratura e forze dell’ordine -, anche un’assunzione di responsabilità relativamente ai doveri di vigilanza e controllo da parte delle pubbliche amministrazioni locali. Per questo, così come stanno facendo governi nazionali ed organizzazioni internazionali quali ad esempio l’Ue e l’Onu, chiediamo la collaborazione di Transcrime".

1 Comment

  1. franco ha detto:

    Come spesso accade gli amministratori trentini fanno scelte innovative ed eccellenti. La valutazione del rischio di infiltrazione criminale come strumento di prevenzione è notevole. Fa anche piacere leggere della scarsa presenza di organizzazioni di stampo mafioso ma non ho ben capito la differenziazione fatta con le cosiddette organizzazioni criminali di origine extracomunitaria (albanese, russa, nordafricana, cinese…), come se non fossero di stampo mafioso anche quelle o fossero crimini “Minori” la tratta di esseri umani, il traffico di droga ed il contrabbando.