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3 Comments

  1. Nuvolarossa ha detto:

    Tutto vero, ma non pensi che anche io PD del Trentino, proponendo l\\\’astensionismo al referendum sulle comunità di valle, ci stia mettendo molto del suo?
    Su una cosa sono sicuramente d\\\’accordo con Monti, in politica devono essere retribuite solo le cariche previste dalla Costituzione. pertanto le comunità vanno abolite e sostituite con strumenti che non aggravino le finanze pubbliche. Esempio unificazine dei comuni. Capisco che ridurre del 50 o 70 % i sindaci, i vice, e gli assessori per qualcuno potrebbe essere una bella batosta, ma per il resto degli italiani sarebbe una manna, ed inoltre riducendosi le cariche, forse, la selezione sarebbe maggiore la qualità a tutto vantaggio del servizio ai cittadini.

  2. franco ha detto:

    Proporre l’astensione può sembrare scorretto ma quando lo ha fatto il centrodestra nel referendum nazionale non risulta aver provocato tanto scalpore .

  3. Michele Nardelli ha detto:

    Cara/o Nuvolarossa, proprio non sono d’accordo. Continuiamo a dirci che l’apparato provinciale va smagrito attravreso il passaggio di funzioni dalla PAT al territorio. Al tempo stesso sappiamo bene che la scala di grandezza dei 217 Comuni è largamente inadeguata per assumere tali competenze. E che occorre quindi fare sistema fra i Comuni nella gestione integrata di servizi o della pianificazione territoriale.
    La nascita delle Comunità di Valle aveva e ha esattamente lo scopo di rispondere a questo ordine di problemi. Associare questa riforma ai costi della politica è pura e semplice demagogia. La riforma delle Comunità può essere certo perfettibile, ma onestà intellettuale vorrebbe che si potesse sperimentare concretamente la sua efficacia nel tempo. Sapendo che se si sono incontrati ostacoli, questi sono venuti da un apparato burocratico provinciale conservatore che non vuole cedere poteri e da un analogo atteggiamento presente nei Comuni. L’alternativa poteva essere l’unificazione forzosa dei Comuni ma questa sarebbe stata un’operazione autoritaria e mi permetto di dire sbagliata. Perché i nostri comuni sono stati e continuano ad essere un fattore di identità culturale e di coesione sociale. Quanto poi ad immaginare che la macelleria istituzionale che si sta facendo in questo clima di antipolitica, penso all’abolizione della Provincia di Belluno, possa portare maggiore democrazia e partecipazione, è una grande sciocchezza. Vorrei inoltre ricordare che un trasferimento di funzioni oggi in capo alla PAT sul territorio avrebbe importanti ricadute sul piano dell’impronta ecologica (e della mobilità) della nostra provincia.
    Respingere pertanto questa operazione demagogica e strumentale della Lega è quanto mai necessario.