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Approvato in Commissione il DDL amianto. Un programma di incontri sul territorio.

Di questa preoccupazione già lo scorso anno il consigliere provinciale Michele Nardelli si è fatto interprete – supportato dai suoi colleghi di Gruppo – ed ha presentato il disegno di legge n 193 per apportare "Modificazioni del testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti: protezione dai pericoli derivanti dall’amianto".

L’iter legislativo, dopo gli approfondimenti in Commissione consiliare che hanno portato all’unificazione con un altro e successivo disegno legge del consigliere Eccher, è ora arrivato all’approvazione in Commissione che precede quella definitiva prevista nella tornata consiliare di marzo quando il DDL diverrà a tutti gli effetti legge provinciale.

Esso prevede l’obbligo all’intervento di bonifica secondo un programma in base al grado di pericolosità dei manufatti contenenti amianto, il sostegno pubblico alla bonifica e un serio lavoro di formazione e informazione.

A quasi venti anni dalla legge  257/92 approvata dal Parlamento  che vieta la produzione, l’importazione e la commercializzazione dell’amianto (o di materiali contenenti amianto) occorre dunque una forte un’accelerazione.

I dati di questo killer invisibile sono impressionanti:  i ricercatori dell’Ispesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro) durante la Conferenza Mondiale sull’Amianto svoltasi a Taormina nell’ottobre del 2009 hanno parlato di 4.000 morti per amianto ogni anno solo in Italia, un dato destinato ad aumentare "in maniera esponenziale" con un picco massimo di vittime nel 2015 -2018 (Antonio Moccaldi, Commissario Straordinario dell’ISPESL).

I dati relativi al problema amianto nella Provincia Autonoma di Trento sono piuttosto parziali e fa specie che nel corposo terzo rapporto dell’Ispesl, relativo al Registro nazionale dei Mesoteliomi (2010), la nostra provincia risulta una zona grigia per non aver ancora fornito i dati relativi a questa patologia. Ciò nonostante non è azzardato affermare che il Trentino non si discosta dal contesto nazionale almeno rispetto all’incidenza della presenza di materiali contenenti amianto.

Tutte le nostre valli e i nostri comuni sono interessati al problema e i primi rilievi che emergono dalla mappatura in corso relativa alle coperture in cemento-amianto sul territorio provinciale stimano una superficie di quasi duemilionisettecentomila metri quadrati, senza calcolare che quello che si può monitorare dalle rilevazioni aere, escludendo le piccole superfici (inferiori ai 15 mq).

Le valli dove la presenza è più estesa sono la Vallagarina, la Valle dell’Adige, l’Alto Garda e le Giudicarie.

Senza fare allarmismo, visto che la presenza di superfici in cemento-amianto non sono di per sé motivo di pericolo, vi è comunque la necessità di intraprendere processi di bonifica delle superfici interessate, che nel frattempo, sono state monitorate ed individuate attraverso aerofotogrammetria su gran parte del territorio provinciale.

Per discutere di queste problematiche è stato avviato un programma di incontri sul territorio provinciale. Ieri il primo incontro a San Michele all’Adige.

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