
mercoledì, 29 giugno 2011
29 Giugno 2011
lunedì, 11 luglio 2011
11 Luglio 2011Sono le 23.48. Mentre scrivo queste note di fine giornata, siamo ancora nel palazzo della Provincia per ultimare gli ultimi dettagli sulla firma della "lettera di intenti" fra la PAT e l’Autorità Nazionale Palestinese sullo sviluppo rurale e credito. A queste cose con Ali siamo abituati, ma vedere persone dello staff provinciale assecondarci in questa nostra pazzia mi sorprende piacevolmente. Il che mi porta a dire che la motivazioni personali sono decisive, che i rapporti umani la stessa cosa.
Devo dire che questo vale per ogni passo di questi giorni. Anche i luoghi più ingessati, e vi assicuro che ce ne sono non pochi, alla fine si sciolgono nel prendere corpo delle relazioni. Per altri invece viene spontaneo essere così, come quando andiamo nell’azienda agricola di Gustavo a Telve di Sopra, ciliegie grosse come albicocche e tanta passione per il suo lavoro, ma anche il piacere di raccontarne e di parlare di quando in quella valle non c’era lavoro e la destinazione era la Libia, terra d’emigrazione dall’Italia. Accadeva alla fine degli anni ’60, non nel quaternario.
Se mettiamo insieme tutti i soggetti incontrati in questi giorni ne esce un quadro di relazioni davvero importante, rilevante anche sul piano dell’economia trentina e palestinese. Ma non vi dico lo stress… La giornata è segnata da continui cambiamenti di programma, a partire dai ritardi di aerei, di coincidenze perse, di notti perse, di protocolli da rispettare e burocrati da accontentare… Ma alla fine tutto va per il meglio, l’incontro con i responsabili di Mandacarù nel centro di Trento, la visita a Dolomiti Fruits di Nanno con il ministro Ismail Daiq che nel frattempo ci ha raggiunti, l’incontro con i responsabili della Cooperativa Sant’Orsola di Pergine Valsugana, azienda leader in Italia nella produzione e commercializzazione dei piccoli frutti.
Si prendono accordi, si stabiliscono delegazioni, ci si annusa… Ovviamente ci sono contraddizioni, le filiere corte e le logiche di mercato spesso fanno a pugni, ma di tutto questo si discute apertamente, senza fondamentalismi, consapevoli del fatto che la realtà va presa per mano.
Al Castello di Pergine dove la giornata si conclude (per gli altri) anche la cena diventa l’occasione per trarre già delle prime conclusioni. E la cosa che appare in tutta la sua rilevanza è che forse per la prima volta a rappresentare uno stato, per quanto sgangherato, sia un ministro insieme ai rappresentanti della società civile e della cooperazione. Spero davvero che queste persone si portino via, oltre al calore dell’accoglienza, anche tante idee. Fra queste, insisto sulla necessità che il loro sguardo non sia quello che promana dal loro ruolo di figure "nazionali" ma quello del territorio, l’unica dimensione oggi adeguata ad abitare i flussi globali o in ogni caso sovranazionali. Non è facile, come non lo è qui, acquisire una visione che supera i confini tradizionali, quelli mentali in primo luogo, che segnano le nostre categorie. Ma questa è la sfida.
Con il ministro Daiq si è instaurato un rapporto di amicizia che ci permette di entrare con facilità nel confronto su quel che accade nel Mediterraneo e in Palestina, il suo punto di vista niente affatto banale. Ed anche questo sono le relazioni, la capacità di guardare da vicino quel che accade intorno a noi. E’ questo, del resto, il significato delle relazioni.
Quando scendiamo da Pergine Valsugana ci attendono ancora due ore di lavoro.
1 Comment
Consigliere Nardelli, quali sono i contenuti di questa “lettera di intenti”? Quali sono gli obiettivi?
Non è chiaro dal suo resoconto. Grazie e buon lavoro.