La montagna fra speranza e disincanto
24 Gennaio 2012Quattro no alla Valdastico
24 Gennaio 2012Un’inchiesta analoga è stata aperta a Padova nel gennaio del 2010 dopo la morte di oltre 500 militari in servizio nelle basi di Monfalcone, La Spezia e Taranto. Il processo, ancora in corso, ha già ottenuto un primo effetto: il pagamento da parte del Ministero della Difesa di un indennizzo rispettivamente di 800.000 e 850.000 euro alle famiglie di due ufficiali morti per effetto dell’esposizione ad amianto.
Questo materiale è stato usato per decenni. Nell’industria come isolante termico nei cicli industriali con alte e basse temperature, come barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici e come materiale fonoassorbente. Nell’edilizia come materiale spruzzato per il rivestimento per aumentare la resistenza al fuoco, nelle coperture sotto forma di lastre piane o ondulate, tubazioni e serbatoi, canne fumarie, ecc.. in cui l’amianto è stato inglobato nel cemento per formare il cemento-amianto (eternit), nella preparazione e posa in opera di intonaci con impasti spruzzati e/o applicati a cazzuola, nei pannelli per controsoffittature, nei pavimenti costituiti da vinil-amianto in cui tale materiale è mescolato a polimeri o come sottofondo di pavimenti in linoleum. In ambito domestico in vari elettrodomestici (ad es. asciuga-capelli, forni e stufe, ferri da stiro), nelle prese e guanti da forno e nei teli da stiro, nei cartoni posti in genere a protezione degli impianti di riscaldamento come stufe, caldaie, termosifoni, tubi di evacuazione fumi. E nei mezzi di trasporto (freni, frizioni, schermi parafiamma, guarnizioni, vernici e mastici "antirombo", coibentazione di treni, navi e autobus).
Per comprendere la diffusione di questo materiale si pensi che perfino i sacchi della posta utilizzati dalle Poste Italiane fino al 2002 erano realizzati con fibre di amianto.
Come evidenziato nella relazione al Disegno di legge sulla bonifica dell’amianto in provincia di Trento (della quale sono primo firmatario) si tratta di una tragica eredità i cui effetti continueranno a manifestarsi a distanza di anni dal divieto di utilizzo (1992), sia perché l’insorgere della malattia avviene dopo molto tempo e per la diffusa presenza sul territorio. (m.n.)