mercoledì, 29 giugno 2011

Devo ringraziare Yousef, Majed, Mohammed, Ribhi, Saleem, Siham, i componenti della delegazione palestinese che in questi giorni stanno visitando il Trentino. Non solo perché sono persone care che rappresentano quella terra così bella ma in primo luogo perché il loro sguardo e le loro parole ci aiutano a guardare con occhi diversi a questa nostra terra, ad amarla, ad apprezzare quel che qui nel tempo si è costruito. Vengono da un paese che può vantare senza modestia di rappresentare la culla della civiltà, da città che più di altre hanno fatto la storia. Eppure guardano quasi stupiti quel che vedono negli incontri, appuntano e fotografano ogni cosa. Sarà forse la loro sensibilità di uomini della terra, sarà che la loro terra è così poca, contesa e malandata, violata dalla guerra e da un’insana idea di sviluppo, sarà il verde così rigoglioso nonostante l’estate, ma sono proprio felici di essere qui.

Arrivano alla Malga Brigolina (sulle pendici del Bondone) che è ormai l’imbrunire. Siamo ben lontani dai paesaggi dolomitici più belli delle nostre valli. Eppure più ancora di assaporare i cibi che Graziella ci preparerà hanno voglia di fermare queste immagini per loro inconsuete. Quelle stesse immagini che troviamo spesso appese alle pareti delle loro case, luoghi di montagna, prati verdi, ruscelli rigogliosi d’acqua. Nonostante siano in giro fin dal mattino, ognuno a conoscere realtà con le quali sviluppare relazioni e scambi, a tarda notte hanno ancora voglia di discutere, di parlare di quel che hanno visto e delle persone che hanno incontrato. Con noi stasera c’è anche Mauro Fezzi, dirigente del servizio agricoltura della PAT, persona di poche parole ma che entra subito in sintonia con queste persone, diverse fra loro ma accomunate da una grande attenzione e voglia di riportarsi indietro tutto il possibile.

C’è chi è stato a visitare i luoghi della ricerca presso l’Istituto agrario di San Michele, altri che hanno potuto conoscere i sistemi vivaistici in Trentino e nel veronese, altri il sistema del credito. Insomma una giornata carica di incontri, ma alle 11 di sera dobbiamo dirgli che per oggi finiamo qui. Ali Rashid, che con me ha organizzato tutto questo, è molto soddisfatto. E’ anche contento che dalle ultime analisi fatte all’ospedale di Brescia nei giorni scorsi le cose si stanno mettendo per il meglio e questo ci rasserena.

E quel che stiamo realizzando – e che venerdì verrà siglato in protocollo d’intesa fra il Trentino e l’Autorità Nazionale Palestinese – ci porta a dire che stiamo mettendo le basi per qualcosa di importante.  Non solo per l’agricoltura ed il credito rurale in Palestina, ma anche per il Trentino, per quella combinazione di sguardi che ci permette di guardare da fuori e criticamente alla nostra agricoltura, alle sensibilità da riscoprire,  a quel che dobbiamo cambiare. Perché di cambiare c’è grande bisogno in questo Trentino dove – nonostante la nostra diversità – ci si è spesso seduti, talvolta corrotti dallo smarrire dei valori e dal prevalere delle furbizie e delle meschinità.

Ne parlerò l’indomani con Mario Pojer, contitolare della cantina Pojer & Sandri. Gli dico la mia opinione sull’agricoltura trentina, sulla cooperazione, sulla politica che ne dovrebbe fornire la cornice. Parliamo dell’urgenza di formare nuove classi dirigenti, in questi settori come sul piano generale e ci troviamo molto d’accordo. Quando la delegazione arriva a Faedo, il fluire delle sue parole nello spiegare i processi produttivi incanta gli amici palestinesi, che pure non consumano prodotti alcolici. Ma quello che ascoltano e vedono racconta loro della passione di persone come Mario che hanno costruito questo piccolo gioiello in questa nostra terra che pure oggi è in sofferenza nel settore vitivinicolo.

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