La Primavera di Damasco
4 Novembre 2013Pace e dignità per il Mediterraneo
4 Novembre 20132) tutti gli Stati dei paesi alleati dovevano dare il foglio di via ad ambasciatori e consoli libici dal loro territorio in segno di protesta. Molti si sarebbero dissociati dal governo di Tripoli, come peraltro è accaduto.
3) immediato embargo per ogni fornitura d’arma da parte dei paesi alleati. Ci risulta che l’Italia non solo è stato il più importante esportatore europeo ma anche tra le ultime nazioni ad interrompere il flusso.
4) congelare immediatamente tutti i beni – mobili ed immobili – della famiglia Gheddafi e di altri esponenti del suo regime come previsto anche dalla risoluzione 1973.
5) congelare tutti i fondi sovrani del governo libico, finanziati con i petrodollari, a livello internazionale.
6) estromettere tutti i rappresentanti il governo di Tripoli da tutti i Consigli di amministrazione delle compartecipate. Ci risulta che solo alcune aziende delle molte (Unicredit, Fiat, Finmeccanica, Juventus, Eni, Mediobanca, Olcese e Retelit) abbiano operato, tardivamente, in tale direzione..
7) creare un coordinamento internazionale per isolare economicamente, finanziariamente e politicamente il despota. Oggi Gheddafi, domani Mugabe.
8) supportare l’organizzazione regionale di riferimento (Lega Araba) per una pressione diplomatica più insistente non solo in Libia ma in tutta la regione, Bahrein, Arabia Saudita e Yemen compresi.
9) come i dittatori nordafricani con un sol pulsante riescono a spegner internet in modo da impedire la comunicazione verso l’esterno, grazie a software venduti dall’occidente, la Comunità Internazionale deve aver la capacità di render muti i despoti. Anzi. Sovrapponendo alle trasmissioni di regime trasmissioni in lingua locale curate dalla Comunità internazionale.
10) mentre tutti gli alleati rincorrono i bombardamenti l’Italia tenga aperto un canale di dialogo, come auspicato da la Tavola per la Pace, per favorire un cessate il fuoco reale.
Insomma le azioni "