Un’Autonomia più condivisa
21 Marzo 2011Guerra di Libia. Così non si difendono i diritti umani
21 Marzo 2011Sono pure tra quelli che pensano che armare per decenni Gheddafi non sia stata una grande idea, che oggi si pagano le conseguenze di politiche volte ad ottenere petrolio e gas libico e profitti con l’industria militare, che sia folle subordinare a ragioni di politica interna francese la strategia di intervento, che la decisione di intervento è legata agli interessi energetici e di controllo sull’area più che a ragioni umanitarie.
Eppure sono tra quelli che sperava in un intervento per la no fly zone molto prima, che sarebbe stato più efficace nell’impedire la ripresa militare del regime e nell’evitare i bombardamenti. Perché è difficile accettare che Gheddafi usi le armi, purtroppo da noi stessi fornite, contro il proprio popolo insorto contro il regime.
Non ci sono differenti giudizi, oggi! sul regime libico, ma ci si divide a sinistra, e non è una novità, tra chi sostiene l’intervento militare e chi no. E’ vero che questa situazione non l’hanno creata i pacifisti né i difensori dei diritti umani, ma dire che si preferiva solo l’azione diplomatica, oggi, è come dire di non intervenire.
Certo che si può essere contro Gheddafi e per la pace, ed è vero che la situazione in Libia manco la conosciamo per poter fare gli strateghi, ma dire che l’Onu doveva far pressione oggi non vuol dire più niente e quindi alla fine come nell’ex Jugoslavia, ti ritrovi disperato ad assistere al massacro e altrettanto disperato a sperare che qualcuno fermi il massacro.
La domanda è se questo intervento, tardivo, possa essere efficace, perché i dubbi sono tanti, perché vedere Sarkozy animato da ragioni elettorali e La Russa animato da furori fascisti non ci rassicura, vedere le potenze petrolifere preoccuparsi di mantenere o di spartirsi il bottino è una fotografia impietosa ma reale, ma anche vedere la Lega fare di conto sui possibili profughi o vedere chi pensa che tutto sommato Gheddafi… non ci piace, così come vedere i politici, anche a sinistra, senza dubbi sul nucleare come sull’Afganistan come ora in Libia, non ci conforta.
La verità è che è un disastro, questo mondo, queste nazioni unite, questa Europa e questa Italia, e che schierarsi comunque sbagli ma comunque lo fai.
Allora rispetto i dubbi, rispetto chi pensa che è meglio comunque non intervenire, perché il ricorso alle armi non va bene, perché allora si dovrebbe evitare che Israele faccia quello che fa in Palestina, che l’Arabia faccia quello che fa a casa sua, che la Russia faccia quello che fa in Cecenia… che la Cina faccia quello che fa in Tibet… ma sono troppo forti per fermarli militarmente e comunque è una spirale come in Iraq che non porta niente. Ma rispetto anche chi, come me, non sopporta che si bombardi il popolo che insorge, anche se in Libia non è tutto semplice e c’è comunque un altro popolo che sostiene il dittatore, che spera sia distrutto tutto il potenziale di guerra, che sparisca Gheddafi… che non si ripeta ciò che è accaduto in Ruanda…
Appartengo ad uno strano popolo. Siamo disperatamente impotenti e disperati, non condividiamo l’imperialismo né il nazionalismo aggressivo, non condividiamo il riarmo né chi ha assistito e assiste alla pulizia etnica senza opporsi, ci siamo ribellati alla guerra in Iraq anche se Saddam era un feroce dittatore e all’intervento in Afganistan, siamo follemente convinti che ci possano essere delle Nazioni unite per la difesa dei diritti umani pur vedendo che nelle Nazioni Unite comandano Cina, Russia e Stati Uniti che non possono parlare di diritti umani ed essere, purtroppo, creduti. Vediamo quanto poco pesano le ragioni di un’umanità offesa e quanto pesano i profitti e vediamo che si usano i pesi e le bilance che convengono, ma siamo anche per distruggere le armi della Libia, che non sparino contro i civili e contro gli insorti. Ci sbagliamo?