Tunisi
Impressioni sul *prima e il **dopo
2 Marzo 2011
L’incontro con il custode del Santo Sepolcro alla Biblioteca del Convento dei frati Francescani a Trento
Quale modello di convivenza?
5 Marzo 2011
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Questa legge prevede il coordinamento di tutte le politiche settoriali già esistenti per le famiglie in Trentino (itea e sostegni sociali) ma introduce anche nuovi importanti interventi. Mira a semplificare il quadro attuale, riunendo in un unico assegno familiare tutti gli interventi oggi dispersi tra i vari settori di competenza: trasporti, mensa, posticipo e anticipo scolastico, (etc.) e istituendo uno sportello unico per il cittadino e la famiglia, dove sono fornite le informazioni di orientamento su tutte le realtà certificate e sui servizi previsti, nonché un aiuto per ciascuna famiglia a definire il proprio progetto di conciliazione.

Con questa legge si integrano i tempi del territorio con i tempi di vita, si istituisce il "distretto famiglia" con cui si riconoscono i servizi resi dalle organizzazioni private alle famiglie con figli, ma soprattutto si erogano interventi di sostegno economico per sostenere il ruolo sociale delle famiglie. Viene previsto un prestito senza interessi per le spese che si sostengono quando nascono figli, inoltre verrà erogato un contributo mensile a quel genitore (madre o padre) che chiede il congedo parentale, che cioè vuole stare a casa con il proprio figlio nel suo primo anno di vita.

Un elemento fortemente innovativo e all’avanguardia in questa legge è l’impegno al completo soddisfacimento della domanda di conciliazione riguardo ai servizi 0-3, cioè oltre a riconoscerlo come un diritto universale, si creano le condizioni per esercitarlo al 100%. Oggi siamo in presenza di liste d’attesa per gli asili nido, per cui alcuni bambini non accedono al servizio e abbiamo zone del nostro territorio totalmente scoperte da offerta per l’assistenza ai bambini più piccoli. Oggi la domanda non è pienamente soddisfatta: non ci sono posti sufficienti e non ci sono strutture, ma questa legge prevede invece che l’ente pubblico sia obbligato a dare risposta ad ogni famiglia, attraverso i servizi socio-educativi per la prima infanzia (asilo nido, micronidi, nidi aziendali, nidi privati convenzionati), le tages mutter, i buoni di servizio per acquistare servizi convenzionati, l’autorganizzazione di servizi da parte dell’associazionismo familiare. In ultima istanza, "se il progetto di conciliazione famiglia-lavoro, non assicura alla famiglia richiedente il godimento di uno degli strumenti previsti, in ragione dell’indisponibilità del servizio sul territorio, è erogato un assegno economico mensile per dare alle famiglie la possibilità di conseguire servizi di conciliazione alternativi".

Viene altresì previsto il potenziamento dei servizi che favoriscono la conciliazione anche per famiglie con bambini oltre i tre anni, perché non si finga che il problema non sussista anche negli anni successivi al terzo, rischiando di procrastinare semplicemente l’uscita delle mamme dal mondo del lavoro, e lo si fa potenziando lo strumento dei buoni di servizio che servono per l’acquisto di servizi e favorendo il telelavoro.

La Provincia aiuta i datori di lavoro a mettere a disposizione dei propri dipendenti servizi di prossimità (nido aziendale) o facilitazioni logistiche per l’acquisizione di servizi da soggetti terzi.  A mio avviso serve però una sensibilità diffusa sul fatto che il benessere delle famiglie e dei lavoratori è un elemento di forza e ricchezza, e se è un costo per l’immediato, un’azienda lungimirante sa vederne il vantaggio sul lungo periodo.  Il coordinamento provinciale degli imprenditori ha scritto nel suo documento:  "va riconosciuto che la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è un problema cruciale che interessa tutta la società: donne, uomini, organizzazioni di lavoro". Non è un problema privato, ma rappresenta una questione sociale, un sistema intrecciato ed articolato dove molti soggetti pubblici e privati interagiscono", salvo poi proseguire "si deve però anche essere consapevoli del fatto che le scelte organizzative che le imprese potranno liberamente fare per favorire la conciliazione possono avere un impatto non trascurabile in termini di costi aggiuntivi, e che pertanto le stesse possono concretamente tradursi in un fattore si svantaggio competitivo, se non sono sostenute dall’ente pubblico con un adeguato sistema di incentivazione".

In sintesi: se volete che facciamo conciliazione, dateci i soldi per farla! Io sono invece convinta che se l’ente pubblico fa uno sforzo notevole per sostenere le famiglie, anche i datori di lavoro del nostro territorio debbano fare la loro parte. Con questa legge la Provincia si fa carico di coordinare tempi e orari del territorio, attraverso la mobilità sostenibile, il coordinamento tra gli orari dei servizi sanitari, scolastici, e uffici amministrativi (etc.), la riqualificazione degli spazi urbani per facilitarne la vivibilità, la disponibilità di spazi e strutture pubbliche per favorire incontri e socializzazione. Si ragiona in termini di "distretto famiglia", cioè il territorio come luogo organizzato di soggetti pubblici e privati che lavorano tutti con l’obiettivo di rispondere alle aspettative delle famiglie. Questi soggetti sono iscritti in un registro e possono ricevere agevolazioni in nome di questo obiettivo che si assumono. La legge prevede inoltre lo "standard di qualità familiare infrastrutturale", come criterio importante anche nella concessione delle agevolazioni per la costruzione e l’ammodernamento degli edifici, perché tutte le discipline dei settori economici siano coerenti con lo spirito che questa legge va introducendo. La "certificazione territoriale familiare" è uno strumento al quale aderiscono volontariamente le organizzazioni pubbliche e private, che intendono adottare standard di qualità famigliare dei servizi erogati o aumentare la qualità gestionale per il benessere delle famiglie e del territorio, ai quali viene assegnato il marchio "Family in Trentino". Secondo lo spirito della "valutazione di impatto familiare", verranno considerati la composizione del nucleo familiare (numero figli e anziani a carico) e la sua condizione economica (reddito e patrimonio) per orientare le tariffe pubbliche e le politiche tributarie del nostro territorio nei confronti delle famiglie.

Il passaggio legislativo di oggi è un momento fondamentale della nostra amministrazione che, con le proprie risorse finanziarie, ma anche con la propria capacità organizzativa, vota oggi una legge che ci invidieranno in molti. Mi sento di ringraziare tutti i colleghi del Consiglio per lo sforzo che abbiamo fatto di arrivare ad una proposta bipartisan, che risente ovviamente nel suo taglio del passo indietro fatto dalla maggioranza e anche da parte dell’opposizione, per arrivare ad un testo che serva semplicemente a risolvere i problemi delle persone e a garantire il "benessere familiare".

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