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Dellai incontra le comunità arabe del Trentino

E’ stato proprio Nardelli, nell’introdurre l’incontro, a ricordare come poco arrivi in Occidente delle violenze e delle tensioni che si stanno consumando in Egitto, ma a quanto pare anche in Tunisia, stando alle documentazioni inviate tramite facebook, o attraverso video e foto scattate con i telefoni cellulari. Queste testimonianze saranno proposte all’opinione pubblica trentina attraverso due monitor televisivi che saranno installati in Via Oss Mazzurana a Trento, nella vecchia sede di Mandacarù. "Uno dei nemici della rivoluzione democratica in atto – è stato detto ricordando come ultimo episodio l’oscuramento di Al Jazeera in Egitto e l’arresto dei suoi giornalisti – è proprio la mancata libertà di stampa". Ecco perché tra le richieste avanzate a titolo di proposta per rendere concreta la solidarietà richiesta al Trentino c’è anche l’ipotesi di invitare nella nostra città alcuni testimoni diretti di quanto sta accadendo ad Al Cairo.
"Seguiamo con grande attenzione l’evolversi dei fatti – ha risposto il presidente Dellai – ed anche l’assessore Beltrami può testimoniare come il nostro territorio abbia sempre cercato di guardare al di là dei propri confini e di essere partecipi dei processi dove veramente si cerca di costruire la pace". (…)

(Ufficio stampa PAT)

2 Comments

  1. Jacopo ha detto:

    Caro Michele,
    spero che tutto vada bene. Mi ha fatto molto piacere apprendere dai miei genitori che anche in Trentino é stata organizzata un’iniziativa di solidarità per l’Egitto e la Tunisia. Come ti avevo raccontato ho lavorato per quasi un anno per una ONG francese al Cairo che si occupa di microfinanza ed é stata su tutti i punti di vista un’esperienza eccezionale che mi ha permesso di cominciare a comprendere l’Egitto. Tra l’altro ero al Cairo, dove ho mantenuto molti contatti, la settimana scorsa quindi ho vissuto in diretta l’inizio della “rivoluzione” del popolo egiziano. Fino a venerdi 28 gennaio nessuno si poteva immaginare che il movimento di protesta avrebbe avuto una tale forza. Ho avuto la fortuna di assistere alla fine della preghiera del venerdi nella moschea in cui pregava Mohammed El Baradei. Purtroppo nei giorni seguenti, il regime ha seminato nel paese un’ondata di paura che aveva l’obiettivo de destabilizzare la forza del movimento di protesta. Da quando sono ritornato a Parigi (domenica scorsa) passo gran parte del mio tempo a seguire i continui aggiornamenti su Al-Jazeera e telefono regolarmente ai miei amici egiziani e non che sono ancora in Egitto. Inoltre leggo quotidianamente alcuni giornali nella versione araba ed inglese dell’opposizione egiziana, ma anche quelli ufficiali (questi ultimi non sono per niente oggettivi…)
    Mi é dispiaciuto che molti stranieri abbiano deciso di partire: a mio avviso non c’erano le condizioni per un rimpatrio: é il regime di Moubarak che avrebbe voluto trasformare questa rivoluzione in guerra civile, attaccando i giornalisti, incendiando dei negozi, seminando la paura nei diversi quartieri del Cairo. Per fortuna, la piazza Tahrir non si é ancora svuotata e ammiro la forza del popolo egiziano. Queste sono le parole di un’amica egiziana su facebook:

    “People in Tahrir sqr are eating, drinking, singing and making jokes..It does not mean that they left their homes because they have nothing better to do .it means they’re keeping a positive attitude and high spirits..and it’s that spirit that made it all happen..so please, if you can’t help them, don’t attack them.”
    Spero di ritornare al Cairo in febbraio o in marzo e sicuramente passerò l’estate in Egitto: ho trovato uno stage alla delegazione dell’Unione Europea al Cairo, nel settore della riforma economica.
    Non esitare a chiedere il mio aiuto per le iniziative in sostegno dell’Egitto che state organizzando. Mi farebbe molto piacere essere utile in qualche modo! Penso di conoscere abbastanza bene l’Egitto e i diversi aspetti della vita sociale, politica ed economica che caratterizzano questo paese.
    Ancora una volta la vergogna di avere un tale presidente del consiglio in Italia si fa sentire soprattutto all’estero: perché mai Berlusconi ha dichiarato che Mubarak é una persona saggia?
    Un saluto a te e Gabriella ed a presto,
    Jacopo
    ps ti invio il link youtube di una canzone “helwa ya baladi” (Il mio bel paese) cantata oggi a Place Tahrir che mostra bene la solidarietà tra i manifestanti qualunque sia la loro religione (venerdi i cristiani hanno protetto i loro fratelli musulmani mentre facevano la preghiera; oggi i musulmani hanno recitato il padre nostro con i loro fratelli cristiani).

  2. Michele ha detto:

    Ciao Jacopo, mi fa piacere sentirti. Certo che potrai darci una mano,
    attraverso corrispondenze e sguardi sulla situazione e forse anche con altre cose. Nei giorni scorsi abbiamo organizzato una manifestazione a sostegno della rivoluzione democratica in Egitto e Tunisia ma anche un incontro con
    il presidente Dellai, un po’ per fargli conoscere la situazione dalla
    diretta voce dei cittadini trentini di origine araba, un po’ per vedere quel che il Trentino può fare (ad esempio curare persone ferite nei nostri ospedali). Ma credo che la cosa più importante sia quella di far arrivare una corretta informazione su quel che accade nella sponda meridionale del
    Mediterraneo e per questo abbiamo deciso che per tutta questa settimana ci sarà in centro a Trento uno schermo che proietta le informazioni che vengono da Al Jazeera e quelle che arrivano qui attraverso telefonini, facebook ecc.
    In questo senso ogni cosa che ricevi e che ti sembra interessante, girala
    che la mettiamo on line. Il portale di Unimondo si è messo a disposizione per raccogliere le voci che le televisioni non riprendono. Anche la tua (mi sono permesso di mettere la tua lettera sul mio blog). Teniamoci in contatto.
    Michele