
martedì, 31 maggio 2011
31 Maggio 2011
giovedì, 2 giugno 2011
2 Giugno 2011Siamo a metà della legislatura. Con oggi, simbolicamente, il Consiglio Regionale si svolge a Bolzano. Sessanta chilometri, un niente. Eppure siamo in un altro mondo. Terra contesa il Sud Tirolo, come tante. Qui non ci sono muri a separare i tedeschi dagli italiani, ma la divisione la puoi cogliere in ogni cosa. I quartieri sono divisi, le scuole sono divise, il modo d’essere delle persone, le loro storie personali come terreno identitario di una cittadinanza che la politica continua a non volere multietnica.
Anche in questa circostanza il Consiglio Regionale non perde occasione per dare prova della sua sostanziale inutilità. Nella disputa sulle cariche degli organismi di rappresentanza consiliare, dove ci si azzuffa per quattro denari. Nell’intervento del presidente uscente del consiglio che semplicemente ringrazia come nel saluto nella nuova presidente che gli subentra per la seconda metà della legislatura: nemmeno una parola di bilancio, ad onor del vero difficile da trarre tanto è stato incolore. Ma anche nella relazione del candidato presidente Dellai, di solito stimolante, oggi invece all’insegna dell’idea che non si debba toccare nulla.
Dice Dellai «… Le vicende storiche, con il loro portato di rotture e di ricuciture, si sono poi incaricate di restituirci l’assetto attuale della nostra autonomia che a noi è dato di custodire e, se possibile, di migliorare, puntando a far crescere la collaborazione tra i gruppi linguistici e le comunità e non a riproporre schemi e forzature che rischierebbero di compromettere queste importanti conquiste, che hanno trovato nel secondo Statuto di autonomia la loro efficace traduzione. Per queste ragioni è giusto dire che il secondo Statuto e tutta la lunga fase della sua attuazione non hanno tradito, come a volte si sostiene, ma ripristinato lo spirito dell’accordo di Parigi. In prospettiva, ci vorranno nuovi passaggi statutari, ma essi potranno essere formalizzati, lo abbiamo detto più volte, quando le idee saranno definitivamente chiarite, anche attraverso l’esperienza sul campo e quando il quadro parlamentare nazionale sarà più idoneo per affrontare tale argomento. Nel frattempo occorre lavorare con gli strumenti istituzionali esistenti, con pazienza, flessibilità e sensibilità reciproca…». Vorrei almeno che in questa legislatura si potesse avviare la strada del terzo statuto, incardinato sulla prospettiva euro regionale.
Nell’intervallo mi intriga l’idea di un piatto sudtirolese ma non sarà così, evidentemente il rompere le righe non fa parte della cultura della sinistra altoatesina. Il dibattito sulla relazione di Dellai e sulla formazione della nuova giunta viene rimandato di quindici gironi e quindi ce ne torniamo a Trento, un po’ sconsolati, nella convinzione di non aver fatto nulla di che per uscire da un rituale che sin dal primo istante ho avvertito come residuale.
Passo in ufficio per sistemare un po’ di cose e poi vado nella Basilica di San Lorenzo dove si celebra la cerimonia in ricordo di Giovanni Battista Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea, i trentini scomparsi due anni fa nelle acque dell’Oceano Atlantico che li riportava dal Brasile dov’erano stati con la Trentini nel mondo. Il tempio civico è uno dei più belli della nostra città, i presenti si stringono nella cerimonia religiosa alla quale seguirà un momento laico a Palazzo Trentini, sede del Consiglio Provinciale. La scatola nera dell’aereo dell’Air France (da poco ritrovata) non ha ancora dato un responso definitivo, ma è sempre più accreditata la tesi dell’errore umano. Il che rende forse ancora più grande l’amarezza per la perdita di tante vite.
Alla cerimonia "laica" non posso partecipare perché in serata sono a Volano, per un’iniziativa sui referendum. La saletta non è gremita ma l’incontro risulta molto stimolante. Avverto che le persone presenti hanno voglia di capire, di sapere e di discutere, anche al di là dei referendum. Partecipo volentieri a questi momenti perché in effetti sono occasioni importanti non tanto per convincere qualcuno ad andare a votare o a votare sì (i presenti già lo sanno) ma per entrare nel merito dei nodi di fondo che il nucleare, l’acqua e il legittimo impedimento pongono rispetto al nostro modello di sviluppo. Tanto che dai temi referendari passiamo a discutere anche di sostenibilità, di cultura del limite, ma anche di metroland, di territorio, di comunità di valle. Le persone del circolo del PD che organizza la serata mi incalzano con le loro domande, tanto che devo promettere di ritornare a breve per proseguire la nostra conversazione.
Questa cosa mi conforta. A pensarci bene, quello del contatto diretto con i circoli e le realtà locali del PD del Trentino è uno degli aspetti più interessanti di questa prima parte della legislatura. Ricostruire una trama di pensiero e di merito attorno alle scelte amministrative dà un significato diverso anche all’impegno istituzionale. E il fatto che ci sia ancora voglia di uscire di casa e parlarne è un piccolo segno di speranza. Anche se la scarsa presenza di giovani (se escludiamo il giovane segretario del Circolo Davide Nicolussi Moz) ci dice che questa modalità d’incontro andrebbe velocemente ripensata per favorire modalità partecipative diverse ed efficaci. Il vento che viene dal Mediterraneo ci dovrà aiutare anche in questo.