in attesa, nel porto di Gaza
Il più grave atto militare contro un convoglio umanitario
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Tra i giornalisti italiani la direttrice di Infopal.it, Angela Lano, che nei giorni precedenti l’attacco scrive un diario del viaggio, riferendo di un "clima allegro, collaborativo e internazionale" creatosi tra le persone a bordo, provenienti da decine di Paesi del mondo, in viaggio per solidarietà, impegno professionale, testimonianza e documentazione: "una trentina di giornalisti, un ex ambasciatore Usa in Iraq, un gruppo transnazionale di Ebrei contro l’Occupazione, due medici, attivisti, responsabili della European Campaign to end the siege on Gaza, una delle organizzazioni promotrici della missione."
La reazione aggressiva di Israele, skywind, vento dal cielo, è già preannunciata il 26 maggio, ma il clima rimane tranquillo, poiché – testimonia Angela Lano – "di certo i passeggeri a bordo sono pacifici e nonviolenti."

Il 29 maggio aerei israeliani sferrano una serie di attacchi missilistici sulla Striscia di Gaza. Il 31 il gravissimo assalto alle navi della missione, ancora in acque internazionali. Si parla di 9 morti e circa 40 feriti, di cui alcuni gravi.

L’azione aggressiva pianificata dal governo israeliano contro una missione umanitaria, contro persone inermi e disarmate, è un atto criminale. Questo ennesimo fatto suscita indignazione e rabbia, accresciute dalla consapevolezza che ormai la misura è colma. È ora di dire basta; è ora che si ponga fine alle prevaricazioni dello Stato di Israele. È ora che i governi ascoltino la voce di tanti, italiani ed europei, israeliani e palestinesi, che sono stanchi di una situazione sempre più grave, senza via d’uscita, che non può ormai essere chiamata in altro modo che pulizia etnica.

Ed è anche ora che si faccia distinzione tra le cose. Basta tirare in ballo l’antisemitismo! Un conto è riconoscere il sacrificio degli Ebrei nella tragica vicenda dell’olocausto ed esserne profondamente inorriditi. Un conto è comprendere e conoscere quello che sta accadendo dal 1948 ad oggi in Palestina, sulla base non di ideologie, ma di ricerche storiche ormai acclarate. Nessuno vuole negare il diritto di Israele ad esistere. Lo stato di Israele esiste ed è una potenza riconosciuta a livello internazionale che difficilmente qualcuno può contrastare.

Quello che Israele deve capire è che l’unica sicurezza e pace possibile deriva dal riconoscimento del popolo palestinese e dei suoi diritti fondamentali e inalienabili ad uno stato, ad un’autonomia, ad una vita dignitosa e libera. È ora e tempo che questo si riconosca e vi si metta riparo.

Chiediamo a tutte le persone, alle associazioni, agli organi istituzionali che si pronuncino con una ferma e netta condanna dell’atto illegale e criminale. Per questo aspettiamo tutti venerdì 4 giugno alle ore 17.00 in piazza d’Arogno, a Trento, dove era già in programma l’esposizione del vestito palestinese più grande del mondo.

Associazione onlus Pace per Gerusalemme – Il Trentino e la Palestina

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