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Un disegno di legge sull’assegnazione dei fondi rustici

CONFERENZA STAMPA

Venerdì 7 maggio, alle ore 12, presso l’Agritur Maso Toldin* di Pressano (Lavis), il Gruppo consiliare del Partito Democratico presenterà alla stampa un disegno di legge, di cui è primo firmatario il consigliere Michele Nardelli, dal titolo:  "Modificazioni della legge sui contratti e sui beni provinciali: assegnazione dei fondi rustici".

Dopo le vicende di San Michele e di Roverè della Luna, dove si è innescato uno scontro tra affittuari e amministrazioni comunali per l’assegnazione di fondi rustici di proprietà pubblica, è apparsa evidente la necessità di regolamentare in maniera innovativa la materia.

Il disegno di legge propone l’adozione di elementi oggettivi nell’individuazione degli affittuari, superando il mero elemento dell’offerta economicamente più vantaggiosa per favorire i giovani agricoltori e premiare le coltivazioni di qualità.

Saranno presenti alla conferenza stampa alcuni candidati del Partito Democratico di Lavis, presente nella coalizione di centrosinistra a sostegno del candidato Sindaco Giancarlo Rosa, che illustreranno alcune idee e proposte per il territorio rurale e l’agricoltura lavisana.

Segue buffet con assaggi di specialità locali.

* L’Agritur Maso Toldin è raggiungibile seguendo la Strada del Vino e dei Sapori delle Colline Avisiane che inizia a Lavis in prossimità del bivio per Pressano e prosegue fino verso San Michele all’Adige. Superato di circa 500 metri il paese di Pressano si imbocca una strada in salita con l’indicazione "Maso Spon -Maso Toldin", seguendo questa strada, dopo circa 1 Km, si incontra il Maso. Per ulteriori informazioni si veda  http://www.agriturmasotoldin.it/ita/dovesiamo.htm

2 Comments

  1. Ruggero ha detto:

    Ciao Michele, ti allego una modifica al DDL (mi prendo questa libertà
    anche se non so se questa era la tua intenzione).
    Piccola spiegazione.Nel concordare su quanto detto in relazione e quanto ribadito in termi di articolato sottolineo come il territorio rurale, comprendente
    dimensioni fisico strutturali (paesaggio), qualificazione delle
    colture, identificazione dei soggetti agricoltori, possa essere,
    stando la situazione di pressione urbanizzativa, identificato nel suo
    complesso come “bene comune”. Non potendo pensare però alla automatica
    traduzione di bene comune in bene pubblico (bene preordinato
    all’esproprio, di proprietà pubblica, standard dotazione territoriale)noi ci aimo spesso interrogati su quali elementi selezionare per poterli far diventare oggetto di scambio tra pubblico/privato nelle azioni di trasformazione territoriale con fini agricoli. Ora la presenza di proprietà pubbliche in ambito rurale semplifica la questione e ritengo che tali beni debbano essere inseiriti come molto rilevanti nella gestione e della pianificazione urbanistica (che per evitare fraintendimenti urbano e non potremmo chiamare territoriale) e
    nella programmazione finanziaria di settore (PSR).

    Chiudo.
    Un saluto e a presto
    Ruggero

  2. Luca ha detto:

    ciao michele,una nota al volo:

    – si favoriscono le grosse aziende – prima priorità – indipendentemente da provenienza e coltivi previsti. C’è il grosso rischio di invasione da parte di grosse aziende della pianura che hannpo interesse solo a cumulare superfici a fini contributivi, indipendentemente da qualità di coltura e da qualità di coltivazione. E’ quello che succede spesso per molte malghe

    – non si prevede (ammesso che questo sia il contesto) la vigilanza sulla qualità della coltivazione ovvero la verifica dell’effettiva applicazione di colture adatte e gestione attiva e corretta (non strumentale ai soli contributi UE).

    Vi sono vari casi di “lasciti” o “fondazioni” di beni agricoli gestiti direttamente dai comuni; forse potrebbero essere inseriti anche questi nell’anagrafe.

    ciao e buona giornata

    luca