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Un impegno e un progetto per la ferrovia della Valsugana

In Trentino abbiamo oltre ad una elevata mobilità interna, una forte mobilità turistica ed una mobilità legata al trasporto merci, che è soprattutto di attraversamento. Un attraversamento che ci mette in affanno, congestionando l’autostrada e le statali e riducendo la sicurezza (si pensi al trasporto di sostanze pericolose ed inquinanti).
La mobilità non è governabile da un solo territorio, ma questo territorio ha il diritto di chiedere che il sacrificio sia contenuto, applicando pedaggi selettivi e sfruttando le alternative per ridurre il traffico inutile o per indirizzarlo su altri vettori.
Negli ultimi decenni si sono costruite strade e chiuse ferrovie, dimesse linee di autocorriere… il tutto per favorire il trasporto su gomma e l’industria dell’auto. Solo ora si punta al trasporto pubblico e si riparla di ferrovia, ma mentre si parla molto di ferrovia del Brennero non si parla affatto della ferrovia della Valsugana.

La ferrovia della Valsugana

1.    Hanno detto che la ferrovia della Valsugana non ha sviluppo, che non rientra nelle strategie delle ferrovie, che non ha senso trasportare merci, che costerebbe troppo ammodernarla.
Sbagliato. Le FFSS non hanno mai avuto una vera strategia in quest’ambito, rinunciando da tempo al trasporto merci. Il costo di una nuova linea è comunque inferiore ad ogni soluzione stradale e le ferrovie riaperte hanno successo, come dimostra l’esperienza della val Venosta.

2.    Ci hanno detto che sotto certe percorrenze il trasporto merci deve per forza stare su strada e che se non vogliamo soffocare la Valsugana dovremo fare la Valdastico. Per convincerci ci hanno impedito di fare  le 4 corsie per la sicurezza della  Valsugana.
      Ma non è vero, il problema è che oggi il trasporto su gomma è più veloce, e talora meno     costoso della ferrovia (perché non si rilevano i veri costi), ma soprattutto non c’è la logistica     necessaria affinché la ferrovia costituisca una vera alternativa. Perché non bastano i binari     se le merci non possono essere caricate sui treni!

3.    L’investimento dell’A22 sul trasporto merci su ferrovia ha dimostrato che pure la ferrovia è competitiva e l’investimento della Provincia sul trasporto persone sulla ferrovia della Valsugana è stato un successo malgrado i limiti attuali.
            

Il capogruppo consiliare della Sinistra democratica, consigliere Roberto Pinter, ha recentemente illustrato i risultati di un approfondito studio per la ferrovia della Valsugana commissionato all’ing. Baccega.
Uno studio che si è misurato con tutti i problemi, i tempi di percorrenza, la velocità e dunque il tracciato, la pendenza, la funzionalità del trasporto persone e le connessioni con la linea del Brennero. Si è così dimostrata una negligente  trascuratezza delle possibilità di sviluppo della ferrovia della Valsugana, sia nel trasporto persone che in quello delle merci. Ma anche che è possibile elevare la velocità e ridurre i tempi percorrenza e il tutto ad un costo ragionevole nettamente inferiore a nuove autostrade. Sobrietà ed efficacia che riguardano le ragioni di chi vive in Valsugana, come quelle del futuro del nostro pianeta.
Se crediamo nella mobilità pubblica e nella ferrovia dobbiamo cogliere subito la grande possibilità che ci è data dall’attuale rete ferroviaria.
Puntare sulla Valsugana vuol dire cambiare da subito, vuol dire ridurre i tempi del trasporto passeggeri rendendolo competitivo e conveniente rispetto all’automobile e vuol dire offrire un’alternativa al trasporto delle merci che oggi rischia di rendere invivibile il Trentino.
Lo studio è stato consegnato alla Giunta Provinciale come contributo ad un piano della mobilità che rimane ancora nei cassetti, mentre il futuro di questa terra ha proprio bisogno di un Piano della mobilità che punti dalla ferrovia e alla mobilità pubblica.
Se verrò eletto consigliere provinciale sarà mio impegno garantire che la mobilità in Valsugana e la ferrovia della Valsugana costituiscano priorità per il governo provinciale.

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