Lawrence d’Arabia
lunedì, 21 marzo 2011
21 Marzo 2011
bambini contro la guerra
mercoledì, 23 marzo 2011
23 Marzo 2011
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martedì, 22 marzo 2011

Riprende la sessione del Consiglio provinciale. Mi chiedo se proporre all’inizio dei lavori un atto formale del Consiglio sull’escalation di guerra che coinvolge anche il nostro paese in Libia. Ma vedo la maggioranza incerta, anche se i più guardano agli avvenimenti con grande perplessità.

In questi giorni sono intervenuto personalmente ma sento la necessità di non tacere sul piano politico. Per questo propongo al Gruppo consiliare di assumere un documento critico verso la guerra e la partecipazione italiana. So bene che questa cosa, nei fatti, va in direzione opposta alla posizione assunta dal PD sul piano nazionale, che invece ha appoggiato l’intervento. Ma trovo tutti d’accordo e allora ci mettiamo a scrivere. Uso il plurale perché ci lavoriamo in più d’una persona, una volta tanto un lavoro collettivo nel quale alla fine tutti i consiglieri si riconoscono.

Dire no alla guerra in corso come Gruppo consiliare provinciale ha per me un doppio valore. Per i contenuti che esprime, perché vuol dire non solo che c’è posto per un pensiero diverso ma che questo può diventare comune e non solo testimonianza di qualcuno. E poi perché anche in questo si pratica un’idea federalista del partito, che esprime un proprio orientamento a prescindere dalla posizione del PD nazionale. Ne vado fiero e il documento lo trovate nella home page.

Oggi è la giornata internazionale sull’acqua. Vedo affollarsi l’agenda di appuntamenti su questo tema: Pomarolo, Villalagarina, Oltrefersina, Zambana, Brentonico, Lavis. Mi chiamano gli studenti del liceo Da Vinci per un dibattito sul tema dell’acqua bene comune che si svolgerà sabato mattina. Vuol dire che con l’avvicinarsi del referendum il tema diventa cruciale e potrebbe rappresentare una prima significativa sconfitta sui contenuti del governo e di tutti quelli che hanno pensato che l’acqua potesse venir sottoposta alle leggi del mercato e della finanza globale. Non sarà facile portare almeno metà del paese alle urne e per questo occorre una mobilitazione porta a porta, comune per comune. Ampia e unitaria. Ne ho parlato nei giorni scorsi con un po’ di soggetti, con il Comitato promotore dell’acqua come bene comune innanzitutto e poi con il sindacato e le associazioni ambientaliste, allo scopo di trovare un minimo comun denominatore: che la gestione dell’acqua sia in mano pubblica e vincere il referendum.

E, per quanto riguarda il Trentino, proseguire sulla strada della gestione diretta da parte dei Comuni e di ripubblicizzare quella parte che è finita in Dolomiti Energia, usando le prerogative dell’autonomia. In questa direzione va tutto il lavoro fatto in questi mesi, nella finanziaria e con gli ordini del giorno presentati in Provincia. C’è una clausola di scorporo del ramo acqua da DE che va agita entro il 31 marzo da parte dei Comuni di Trento e di Rovereto e non vorrei sorprese.

Di acque parliamo anche in Consiglio. Termali in questo caso. Una legge che promuove il termalismo, che raccoglie tre diversi testi presentati dai consiglieri Anderle, Bombarda e Dorigatti, unificati in un unico testo che viene approvato a larga maggioranza. Vorrei partecipare alla discussione ma non si può star dietro a tutto e va bene così.

Infine la giornata si conclude alla sede del Partito Democratico del Trentino, dove abbiamo appuntamento con il presidente Dellai per discutere della proposta di legge della Giunta (in realtà sono stati presentati ben sette testi da parte delle varie forze politiche) sulla protezione civile. Un tema di grande rilievo e sul quale il Trentino è punto di riferimento a livello nazionale per effetto di un sistema che si basa su una fittissima rete di volontariato. Ed è proprio questo il punto, come mettere a sistema il volontariato e le professionalità dei corpi permanenti, in un’unica regia provinciale. Ci sono resistenze, com’è naturale quando si introducono cambiamenti. Ma la filosofia proposta è condivisa. Ricordo quando l’amico Tonino Perna, impegnato come Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, venne in Trentino a studiare il nostro sistema di difesa territoriale anti-incendi: in quei cinque anni di diversa sperimentazione, grazie al coinvolgimento attivo delle comunità locali, gli incendi – in quel vasto territorio spesso dolosi – diminuirono dell’80%.

Ma protezione civile significa in primo luogo attenzione al territorio e prevenzione. E per questo nella riunione insisto sulla formazione nella cultura del territorio. Di fronte ai cambiamenti climatici e ai fenomeni di concentrazione delle precipitazioni, occorre un’attenzione particolare e una rinnovata capacità di intervento di cura del territorio, tema che investe le amministrazioni come chi il territorio lo deve monitorare.

E in ogni caso un sistema di partecipazione che coinvolge fra una cosa e l’altra in Trentino non meno di undicimila persone mi sembra uno straordinario contributo non solo alla sicurezza ma anche alla coesione sociale. E a fare diversa questa terra.

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