Centrale nucleare di Fukushima
lunedì, 14 marzo 2011
14 Marzo 2011
17 marzo 2011, le Gallerie di Piedicastello
giovedì, 17 marzo 2011
17 Marzo 2011
Centrale nucleare di Fukushima
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17 marzo 2011, le Gallerie di Piedicastello
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martedì, 15 marzo 2011

Ho parlato più volte in questo blog dell’inutilità del Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige Sud Tirolo. Nella sua riunione di oggi non solo ne abbiamo l’ennesima conferma, ma c’è qualcosa di più. Fa emergere cioè il peggio della politica. Tanto sul piano delle mozioni che vengono presentate e discusse, quanto a conferma che la Regione è ormai diventata un luogo vuoto e residuale, ma ancora utile come camera di compensazione per piccoli ruoli di potere. Un’istituzione da ripensare radicalmente.

Non ne vorrei parlare, per non portare linfa all’antipolitica. Ma discutere per un pomeriggio intero sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, "l’assedio dal quale è necessario difendersi per non far soccombere la nostra civiltà" (perché questo è il tono degli interventi), vuol dire dar fiato alle trombe dei nuovi crociati. E’ lo scontro di civiltà, la malefica profezia di Samuel Huntington che si autoavvera qui, in un occidente sazio, impaurito ed ignorante. Così come discutere della mozione sulle "spose bambine", quasi che le culture altre, anche quando ai nostri occhi deprecabili, le potessimo affrontare a colpi di clava. Se poi la clava è il crocefisso o l’identità etnica per segnare superiorità o territori, siamo davvero incamminati in un tunnel pericoloso.

Potremmo certo dire che la maggioranza in Consiglio Regionale non è così, ma poi chi se la sente di votare contro una mozione che denuncia la persecuzione dei cristiani? E così, potenza dei richiami ideologici (e della paura di perdere un facile consenso costruito su identità sempre più deboli), la maggioranza si sfarina.

L’altra parte della giornata se ne era andata a discutere su chi deve sostituire il dimissionario Bruno Dorigatti dall’ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Le minoranze (in questo caso quelle politiche, non linguistiche) rivendicano, a ragione, di esservi rappresentate, ma noi – almeno per il momento – rispondiamo picche. E si apre così una bagarre dove volano – come accadrà nel pomeriggio parlando di cristianità – parole pesanti come pietre. Un gioco forse, ma che avverto pericoloso e che mi mette addosso un profondo disagio. Che poi ha a che fare anche con la distanza fra quel che accade fuori di qui e questa rappresentazione politica "fuori dal mondo".

All’inizio dei lavori consiliari avevo provato a chiedere l’anticipazione della mozione – voto rivolta al governo italiano su quanto accade in Libia, ma niente da fare, nella riunione dei capigruppo le opposizioni si oppongono e qualcuno nella stessa maggioranza manifesta perplessità. Discuteremo di Libia quando avremo già contato i morti schiacciati dalla repressione di Gheddafi che ormai sembra avere partita vinta su una ribellione dai tratti vecchi e che con il regime ha troppe cose in comune. Una rivoluzione segnata dall’ombra del militarismo e tutta dentro al passato. Gheddafi andava esiliato, certo, ma questa sollevazione ha ben poco a che fare con il sorriso della rivoluzione dei gelsomini.

Nell’intervallo c’è una breve riunione della Terza Commissione Legislativa, si aprono alcuni DDL sulla protezione civile che vanno ad aggiungersi a quelli già presentati, lasciando prefigurare una partita consiliare tutt’altro che serena.

Di seguito, l’incontro con gli anziani del Circolo di Cembra in visita al Consiglio Provinciale. Parlo loro del valore della partecipazione, della responsabilità, di quel che dovrebbe essere l’impegno politico. Gli parlo del mio lavoro sull’educazione alla pace e sui temi ambientali ed è l’occasione per una prima presentazione del Disegno di Legge sull’amianto. Vedo subito una grande attenzione, perché di fronte a me c’è una generazione di persone che ci ha avuto a che fare, nell’edilizia come nella vita di tutti i giorni. E con la fatica di costruirsi un futuro in terre che un tempo erano considerate "sgrebeni", così magre che non era facile ricavarne da vivere per una famiglia.

Provo a connettere queste cose anche con quel che accade dall’altra parte del pianeta. E quel che dovremmo imparare a proposito del delirio di voler piegare la natura come se tutto fosse nelle nostre disponibilità. Ne esce un confronto che tocca diversi temi ambientali (dall’inceneritore all’energia nucleare) e la cosa che forse più viene apprezzata è che affronto questi temi partendo dalla considerazione che dovrebbe essere il principio di responsabilità la barra che ci dovrebbe guidare. Sono – questi incontri – delle buone occasioni per le persone che vi partecipano come per me. Per ascoltare, per sentire gli umori, per capire le distanze e le vicinanze, per scorgere se negli occhi di queste persone c’è ancora l’orgoglio di una comunità che tiene. E ringrazio Mauro Larentis che di questi incontri fra i cittadini e le istituzioni è un po’ l’anima, per la sua passione e per una niente affatto scontata correttezza professionale.

Nel tardo pomeriggio mi chiama una giornalista del Trentino, vuol sapere a che punto è il "Cafe de la Paix", progetto al quale stiamo lavorando come Forum. Ne esce una bella intervista che apparirà sul Trentino l’indomani.

 

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