la musica, il ghiacciaio
mercoledì, 9 marzo 2011
9 Marzo 2011
Roberto Filippi
venerdì, 11 marzo 2011
11 Marzo 2011
la musica, il ghiacciaio
mercoledì, 9 marzo 2011
9 Marzo 2011
Roberto Filippi
venerdì, 11 marzo 2011
11 Marzo 2011

giovedì, 10 marzo 2011

La riunione del Consiglio provinciale si apre con un momento di parola e di pensiero sul Tibet. Ricorre infatti il 52° anniversario dell’insurrezione del popolo tibetano contro l’occupazione cinese e il presidente Dorigatti legge il messaggio inviato all’assemblea dalla massima autorità morale e politica dei tibetani, il Dalai Lama. Un messaggio improntato alla ricerca del dialogo e testimonianza della ricerca di una "Via di Mezzo", «di beneficio per entrambe le parti, che chiede una genuina autonomia per il popolo tibetano all’interno della Repubblica Popolare Cinese».  Nel discorso del Dalai Lama – distribuito ai consiglieri provinciali (e che trovate nella home page) –  l’aspirazione ad una riforma della struttura politica e sociale del Tibet perseguita nel tempo e che oggi porta alla decisione di fare un passo indietro, per apportare alla Carta dei tibetani in esilio gli emendamenti necessari affinché il potere politico venga affidato ad un leader democraticamente eletto.  

Fa specie che questo momento scorra fra l’indifferenza dei più, quasi una formalità da sbrigare prima delle cose più importanti che poi sarebbero le interrogazioni a risposta immediata e i punti, quest’oggi invero di non particolare interesse se non fosse per il DDL sugli amministratori di sostegno per le persone più fragili che verrà convertito in legge senza particolari difficoltà. Il passaggio forse più significativo della giornata istituzionale è la presenza del rapporto finale sulla povertà in Trentino che pure potete trovare in prima pagina.

Interessante invece il ponte con l’incontro che si svolge nel tardo pomeriggio alla Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale di Trento per la presentazione del libro di Martha Nussbaum "Libertà di coscienza e di religione". Perché testimonia come la ricerca di una "via di mezzo" rappresenti una domanda filosofica come politica che non conosce coordinate geografiche. E’ quel che provo a dire nel mio intervento, proponendo una traiettoria che dal bisogno di uscire dalla polarizzazione fra ortodossismo e antireligiosità cerca una chiave di lettura del nostro tempo, segnato da uno scontro di civiltà che tende ad inverarsi nella paura e nel bisogno di fare quadrato sulle radici culturali dell’Europa.  

L’ortodossismo che divide il mondo in buoni e cattivi, che agita le viscere ed il rancore, che risponde alla complessità della globalizzazione con la difesa a riccio di quel che si ha e di quel che si è. L’antireligiosità che riduce l’uomo ad un fascio di nervi , privo di mistero e di curiosità. Facce di una stessa medaglia e che si alimentano vicendevolmente.

Ne ho già parlato qualche giorno fa in questo blog. Ma trovo molto bello che un gruppo di giovani riuniti in un’associazione che si chiama "Altrimenti liberi" decida di proporsi pubblicamente presentando libri e pensieri  come quello della Nussbaum, fertili e alla ricerca di sintesi originali. Come ho scritto, mai domi.

Racconta la Nussbaum che il leader indiano Nehru teneva sul comodino una poesia di Robert Frost che si concludeva così:

«Bello è il bosco, buio e profondo,
Ma io ho promesse da non tradire,
Miglia da fare prima di dormire,
Miglia da fare prima di dormire»

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