Sud Tirolo
lunedì, 7 marzo 2011
7 Marzo 2011
Don Qijote
giovedì, 10 marzo 2011
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mercoledì, 9 marzo 2011

Mi scuso con i lettori del blog ma di tanto in tanto mi trovo a dover saltare qualche giorno nel mio diario, non perché non siano di lavoro (mi piacerebbe che fosse così…) ma perché proprio non c’è il tempo materiale di scriverne o semplicemente perché, come è accaduto martedì grasso, ho dedicato parte della giornata allo scrivere, in questo caso la preparazione della relazione del nuovo disegno di legge sul tema del monitoraggio e della bonifica dell’amianto in Trentino.

Di martedì voglio però segnalare due incontri interessanti. Il primo con i rappresentanti della Confederazione Italiana degli Agricoltori, sindacato contadino con il quale si è sviluppata in questi mesi una positiva e stimolante collaborazione. Mi parlano dei tagli ai corsi di formazione per la categoria, che certo non aiutano la qualità del lavoro e delle produzioni, e dei discutibili criteri con i quali l’Istituto Agrario di san Michele all’Adige ha assegnato in una gara al massimo ribasso (cosa che va contro le linee di tendenza che la PAT sta cercando di praticare) alla Coldiretti, il sindacato maggioritario in Trentino. Il secondo incontro è invece con Sara Ballardini, che da qualche anno lavora con le PBI (Peace Brigades International), le Brigate internazionali di pace che svolgono azioni di interposizione e di accompagnamento nelle situazioni acute di conflitto. Sara mi propone di organizzare come Forum un incontro a Trento con Alejandro Solalinde, un sacerdote messicano minacciato (e attaccato) a causa del suo impegno contro la tratta di esseri umani al confine con gli USA. Volontari di PBI accompagnano padre Alejandro in Oaxaca (Mexico), con l’obiettivo di proteggerlo e quindi permettergli di portare avanti il suo lavoro. Avrei potuto incontrarlo in occasione del mio ultimo viaggio proprio in quella città…

Il diario di oggi racconta invece di una giornata intensissima, che inizia con la preparazione degli appunti per la serata sul tema degli avvenimenti che stanno sconvolgendo il Mediterraneo, fra speranze di un grande risorgimento arabo e i pericoli di militarizzazione del conflitto che ne costituirebbe la fine. Di seguito mi incontro con Luigi Nicolussi, presidente del Centro di documentazione di Luserna (ed ex Sindaco) e Salvatore Dui (presidente della comunità sarda in Trentino). Una triangolazione fra minoranze con al centro il pensiero di Emilio Lussu, che farà da traccia per un programma di iniziative che entreranno a far parte degli itinerari di "Cittadinanza Euromediterranea".

A mezzodì ho appuntamento con Maddalena Di Tolla, responsabile trentina di Legambiente, alla quale ho chiesto un confronto attorno al DDL sull’amianto. E’ l’occasione per parlare dell’ambiente a tutto campo, dall’orso al Parco dello Stelvio, e di come la politica dovrebbe essere in grado di assumere un approccio ambientale, di come s’imponga un cambio di paradigma. Parliamo anche della fatica nel tenere un profilo di dialogo con e nella società civile, laddove tendono invece a prevalere fondamentalismi. Avverto sintonia.

Corro alla sede dei Vigili del Fuoco, in piazza Centa, a Trento. Lì è infatti convocata la riunione della terza Commissione legislativa provinciale, nell’ambito della trattazione delle proposte di legge di riforma della protezione civile. La centrale operativa ha un suo fascino così come è davvero interessante la rete di difesa territoriale che copre – grazie all’apporto di migliaia di volontari – tutto il territorio provinciale. Seguirebbe la visita anche al servizio elicotteri, ma devo rientrare in ufficio. Ho appuntamento con il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, per discutere delle attività che come Forum abbiamo intenzione di promuovere nella città della quercia. Le presenteremo insieme al programma di Cittadinanza Euromediterranea sabato prossimo (ore 11.15, Museo della Guerra) e vorrei che la città (della pace) pulsasse con ogni sua articolazione con il programma di avvenimenti che intendiamo mettere in campo. So di trovare sensibilità, ma so anche di come i temi della pace rischiano di venir banalizzati in rituali stanchi ed inconcludenti. Che richiedono pertanto nuove forme di declinazione sul territorio.

Nel frattempo è iniziata la riunione del gruppo di lavoro che sta collaborando con me per l’elaborazione di una proposta di legge sul tema del "software libero". A vedere in azione questo gruppo di esperti delle nuove tecnologie la prima sensazione che ti viene è quella del sentirti inadeguato, il loro linguaggio fuori dalla tua portata, insomma ti senti un po’ obsoleto. Al tempo stesso, entrando timidamente nella materia, ne avverti anche la straordinaria portata e quanto il controllo delle tecnologie possa violare la vita democratica di una comunità. Il testo è a buon punto e nell’arco di un paio di settimane dovremmo essere in grado di sottoporlo ad un confronto collettivo nel gruppo consiliare.

Arriva una telefonata di Mauro Cereghini e mi dà la tragica notizia della morte di Roberto Filippi, giovane alpinista trentino. Il Monte Bianco se l’è portato via. Roberto era fratello di Paola, la nostra coordinatrice delle attività di cooperazione con Kraljevo, in Serbia. E compagno di Anna, che fino a pochi mesi fa lavorava al Progetto Prijedor. Il pensiero va a questa giovane vita che si è perduta nella neve, ai suoi famigliari, a chi lo amava.

Esco dal gruppo consiliare con addosso una grande tristezza. Sono ormai le 20.00, ma la giornata non è affatto conclusa. All’auditorium del Museo di scienze naturali è in programma la serata promossa da alcuni circoli del PD del Trentino sugli avvenimenti che attraversano il Mediterraneo. Non c’è una grande folla ma il confronto, aperto dall’intervento di Micaela Bertoldi, non è per nulla banale, le testimonianze di Luciana Chini, Monica Ioris, di Saadi Brhami e di Bel Hassen molto efficaci nel descrivere la grande portata della rivoluzione democratica in corso ma anche le preoccupazioni e la fragilità di fronte alla militarizzazione del conflitto. Nello svolgere l’intervento conclusivo cerco di mettere in evidenza il nostro pulsare in questi mesi e settimane con gli avvenimenti che stanno cambiando il Mediterraneo, la felice coincidenza di un percorso come quello del Forum che aveva l’obiettivo di costruire una visione alternativa allo scontro di civiltà e la natura di una primavera che rappresenta proprio la risposta a chi ha cercato di rendere più profondo il solco fra oriente e occidente. E di come il nostro paese e l’Europa si siano trovati per l’ennesima volta spiazzati, quasi a rincorrere gli avvenimenti senza peraltro capirci un accidente. Agitando lo spauracchio di una presunta catastrofe umanitaria o di un fondamentalismo che proprio questa primavera ha mostrato in tutta la propria natura speculare al carattere dispotico dei vecchi regimi. Una primavera che richiede attenzione e sostegno, non certo la chiamata alle armi.

 

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