Don Quijote
lunedì, 28 febbraio 2011
28 Febbraio 2011
il Castello di Pergine si continuer‡ a vedere anche dal basso
giovedì, 3 marzo 2011
3 Marzo 2011
Don Quijote
lunedì, 28 febbraio 2011
28 Febbraio 2011
il Castello di Pergine si continuer‡ a vedere anche dal basso
giovedì, 3 marzo 2011
3 Marzo 2011

martedì,1marzo 2011

La Galleria Bianca, a Piedicastello, è piena di gente. Saranno quasi trecento le persone che affollano la serata di incontro e festa "Dalla Drina allo Zambesi", per indicare lo scorrere delle acque (e del tempo) in luoghi tanto diversi nelle quali il Trentino ha sviluppato programmi di cooperazione di comunità. L’iniziativa è stata promossa dal Tavolo Balcani (che raggruppa i progetti di cooperazione in Bosnia, Serbia e Kosovo) e dal Tavolo Mozambico, entrambi caratterizzati per un approccio comunitario, ovvero fondato su relazioni territoriali permanenti.

E’ davvero emozionante veder suonare insieme la fisarmonica bosniaca e il tamburo africano, tre artisti che in un giorno hanno trovato uno straordinario affiatamento di note e suoni. Così come rivedere nei video che vengono presentati luoghi cari, ai quali manco da tempo e verso i quali provo una certa nostalgia. Ma è grande la soddisfazione nel vedere tante persone che stanno dando continuità di impegno e pensiero ai programmi avviati dieci o anche quindici anni fa.

Giovedì prossimo il Consiglio provinciale è chiamato a discutere di cooperazione internazionale a partire dalla mozione di sfiducia verso l’assessore alla solidarietà internazionale della Provincia di Trento Lia Giovanazzi Beltrami e quella di questa sera è forse la migliore risposta, le esperienze più importanti di cooperazione in dialogo fra loro e insieme l’idea di un diverso modo di fare solidarietà internazionale. Perché a partire da queste esperienze concrete il Trentino in questi anni ha fatto scuola.

Lo dico nel mio intervento conclusivo della serata, ricordando quando – nei primi incontri fra le associazioni di volontariato – insieme a Paolo Rosatti ci scambiavamo informazioni, riflessioni e idee sulle nostre attività in luoghi tanto diversi ma dove era l’approccio comunitario a fare la differenza. Da allora ne abbiamo fatta di strada e quelle che erano solo intuizioni sono diventate modalità sempre più diffuse, in Trentino come sul piano nazionale. Un pensiero che con Mauro Cereghini (che è fra gli ideatori della serata) abbiamo trasferito in un libro diventato a sua volta punto di riferimento per molti che operano sul fronte della cooperazione internazionale.

Tante persone, giovani e meno giovani. Che in questi anni hanno portato la loro esperienza professionale, la loro testimonianza di vita, la loro gioia di vivere nelle molteplici relazioni avviate dai Tavoli. Fra loro anche i rappresentanti di realtà trentine che hanno dato il loro supporto alla relazione, il Museo storico del Trentino (che ospita l’evento), l’Istituto Agrario di San Michele, la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, la Federazione trentina delle Cooperative, la Provincia… ovviamente l’Osservatorio Balcani e Caucaso. Perché sono proprio le relazioni, l’incrocio degli sguardi, la conoscenza dei territori e delle loro vicende, a fare la differenza. Non gli aiuti, che pure possono essere utili ma se inseriti in una cornice di scambio consapevole e responsabilizzante.

Fra la Drina e lo Zambesi c’è il Mediterraneo. Un mare che in questi giorni è in fermento e che non chiede aiuto, ma attenzione e dignità. Ecco la parola chiave, dignità. Cooperare per infondere alle persone fiducia nella possibilità di riprendere in mano il proprio destino, formazione e strumenti per l’autogoverno, per riappropriarsi delle proprie ricchezze, materiali e culturali. La logica degli "aiuti allo sviluppo" è la negazione della dignità, perché l’aiuto diventa assistenza e lo sviluppo è pensato ad immagine e somiglianza dei nostri modelli che spesso sono all’origine dell’impoverimento di questi paesi altrimenti ricchi.

Vedo attorno a me sguardi di approvazione e ne sono felice. Era la stessa sensazione avuta al mattino a Dro, dove nella Casa del Comune mi sono incontrato nella veste di presidente del Forum con i sindaci (e gli assessori competenti) dei Comuni dell’Alto Garda e Ledro e i rappresentanti della Comunità di Valle. L’incontro organizzato dall’assessore di Dro Alberto Sommadossi aveva lo scopo di presentare il Forum per la Pace e i Diritti Umani e le sue attività, per fare in modo che gli enti locali possano connettersi con la programmazione annuale sulla Cittadinanza euromediterranea di cui colgono immediatamente l’attualità ma anche l’utilità nelle relazioni con i tanti immigrati provenienti da questi paesi e residenti nei loro territori. Vedo i presenti coinvolti nell’approccio proposto e credo che ne verranno dei buoni risultati, nell’obiettivo di sottrarre il tema della pace ai luoghi spesso autoreferenziali in cui s’è cacciata.

La politica richiede sguardi profondi sul proprio tempo. E il contributo che ne può venire da questo tessuto che stiamo costruendo credo sia tutt’altro che banale.

 

Comments are closed.